truffa al bancomat

Truffe al Bancomat: come difendersi

Aumentano i furti al Bancomat grazie a tecniche adottate da bande specializzate in azione alle postazioni. Ecco le più diffuse e come difendersi

Il cash trapping (per prelevare i soldi)

Il cash trapping consiste nell’inserimento di un oggetto metallico, di solito una piccola forcella o una graffetta, nella fessura dalla quale fuoriescono le banconote. Quando il correntista cerca di prelevare il denaro, seguendo le solite procedure, il pezzo di metallo blocca i soldi all’interno dell’erogatore. Il monitor certifica il completamento dell’operazione, ma non c’è modo di ricevere i soldi. Appena il cliente si allontana per andare in banca a segnalare il disservizio o tornare a casa e pensare al da farsi, la forcella è rimossa da chi l’ha collocata. E le banconote vengono “liberate” e arraffate dalle mani sbagliate. Il trucco spesso riesce anche utilizzando della resina collosa, spalmata per incollare momentaneamente la bocchetta di uscita.

Il lebanese loop (per rubare la tessera)

Se invece il ladro punta alla tessera, e al Pin, la tecnica criminale è quella del lebanese loop. Il professionista del ramo infila un ritaglio di pellicola da raggi X nella feritoia in cui l’ignaro utente spinge la card. La tessera resta imprigionata, irrecuperabile. Il cliente viene soccorso da un “filantropo” che gli consiglia di ridigitare il codice di sicurezza, sta a guardare e memorizza la sequenza di numeri. Appena il malcapitato gira l’angolo, la tessera è sfilata e presa dal fasullo samaritano.

Il shoulder surfing (per estrarre il Pin)

Pratica invece il shoulder surfing – fare surf alle spalle – chi si mette dietro a un cliente e riesce a vedere il Pin che viene battuto. Il passo successivo è distrarre la persona lasciando cadere a terra una banconota o un mazzo di chiavi, e fregargli la carta fuoriuscita dalla fessura o scambiarla con un’altra.

Lo skimmer (per clonare la carta)

C’è poi lo skimmer: un piccolo apparecchio che viene inserito nella fessura per la tessera. Il dispositivo legge e memorizza i dati contenuti nelle bande magnetiche delle carte di tipo tradizionale. I Pin vengono captati grazie a una videocamera installata in posizione strategica, per riprendere i movimenti delle dita, o da una sottile tastiera posta sopra quella originale. Le due serie di informazioni servono poi a clonare e utilizzare le carte spiate.

Le precauzioni durante il prelievo

Carabinieri e polizia consigliano di tenere sempre alta l’attenzione.

Prima di effettuare un prelievo, verificare che non ci siano apparenti anomalie e che le feritoie del Bancomat non siano ostruite.

Coprire sempre la mano mentre si digita il codice di sicurezza.

Per evitare il cash trapping, la forcella imbriglia banconote, meglio scegliere gli impianti con un erogatore a cassetto.

Portarsi appresso i numeri della propria banca e del servizio che blocca le carte, quest’ultimo in genere indicato anche nei dispensatori di contanti.

Non abbandonare subito la postazione in caso di problemi o apparenti disservizi, ma telefonare per segnalare l’accaduto o per sospendere la tessera.

Diffidare di chi spunta per caso, quando si presenta un problema, e suggerisce accorgimenti miracolosi.

Le precauzioni da adottare sempre

Per evitare brutte sorprese bisogna anche custodire bene il proprio Pin, non rivelandolo nemmeno agli impiegati di banca e alle forze di polizia. Meglio inoltre non conservarlo insieme alla carta, né scrivercelo sopra.

Può essere poi utile usare servizi di alert proposti dagli istituti di credito. Qualunque spesa fatta con la carta di credito o il bancomat viene segnalata in diretta con un sms, dando modo di accorgersi in tempo reale degli usi impropri della tessera e di possibili clonazioni.

 

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