polmonite cura

La polmonite oggi si può curare bene

Questo disturbo spaventa ancora molto. Ma a torto. Perché con la terapia giusta guarisce perfettamente. Gli specialisti ci spiegano come fare

Quando si parla di polmonite si pensa subito a un disturbo grave, che richiede sempre il ricovero in ospedale. Ma oggi, per fortuna, non è più così. Perché questa infezione, per quanto sia contagiosa e da non sottovalutare, si cura bene e nella maggior parte dei casi restando a casa propria. Vediamo subito, però, che cos’è la polmonite. «È un’infezione degli alveoli, cioè delle piccole cavità polmonari, e dei tessuti attorno» spiega Cesare Saltini, direttore dell’Istituto di malattie respiratorie, Policlinico Tor Vergata di Roma. «E può dipendere da microrganismi differenti: virus o batteri. Questo vuol dire che anche i disturbi variano da una forma all’altra».

Quando il medico dopo la visita ha ancora dei dubbi sul tipo di polmonite consiglia una radiografia al torace, che va fatta subito per poter cominciare al più presto la terapia. Se la colpa è di un batterio, la parte di polmone malata appare come una densa macchia bianca. Mentre se è provocata da un virus, l’immagine è sfumata con chiazze biancastre. «Capire di che tipo si tratta è fondamentale per dare subito la cura giusta» aggiunge il professor Saltini. «Perché ogni forma di polmonite ha i suoi antibiotici». Dopo aver scoperto la sua natura, l’importante è seguire scrupolosamente le terapie. «A volte il medico prescrive anche quindici giorni di cura» puntualizza il professor Saltini. «Perché alcuni batteri sono più difficili da sconfiggere. Per questo è fondamentale seguire attentamente i consigli del medico.

Ed evitare errori abbastanza comuni come interrompere il trattamento prima del tempo, appena ci si sente meglio: si rischia una ricaduta, con disturbi ancora più fastidiosi e complicati da guarire». Vediamo, con l’aiuto del professor Cesare Saltini, quali sono le caratteristiche delle polmoniti più diffuse. Così da riconoscerle in tempo e curarle in modo efficace.

Quella da pneumococco è stagionale

La polmonite da pneumococco arriva in pieno inverno, nello stesso periodo in cui esplode l’influenza. Colpa del freddo, che altera le vie respiratorie, e dalle frequenti occasioni di stare con gli altri in luoghi chiusi.

Quando sentire il medico

La polmonite da pneumococco non passa inosservata e ha caratteristiche così precise da non lasciare spazio a dubbi. Prima ci si sente strani e nel giro di un paio d’ore la febbre sale addirittura fino a 40 gradi. Sembra che scoppi la testa e si hanno forti brividi. Poi si sente come un peso sul torace, che impedisce di  respirare. A questo punto si inizia a tossire e si prova un dolore al torace simile alla puntura di uno spillone.

Il consiglio in più per la cura La febbre alta disidrata l’organismo. È fondamentale, quindi, reintegrare i liquidi persi bevendo molto. Spremute di arance o succo di mirtillo, diluiti con acqua minerale naturale, sono l’ideale.

Un piccolo

aiuto per evitarla

Per prevenire questo tipo di polmonite c’è la vaccinazione antipneumococcica. È consigliata a chi ha più di 65 anni, a chi lavora in mezzo alla gente o ha una salute cagionevole. Il vaccino protegge per cinque anni.

Quella virale

è la più comune

La polmonite virale è la forma più diffusa. Colpisce a tutte le età e in qualsiasi stagione. Spesso è una complicazione di un’influenza o di un altro malanno di stagione. Oppure, più raramente, di infezioni, sempre virali, come la varicella o l’herpes simplex.

Quando sentire il medico

Può essere una polmonite virale se la febbre supera i 38 e mezzo, con dolori al torace o fatica a respirare. Oppure se dopo una settimana che si è guariti dall’influenza si ha ancora la tosse, con catarro, che non accenna a diminuire. In genere c’è anche febbre intorno ai 37,5 gradi e dolori muscolari simili a quelli dell’influenza, ma meno intensi.

Il consiglio in più per la cura

La particolarità della polmonite virale è che dopo la guarigione a volte si continua ad avere la tosse anche per qualche settimana. In questo caso, fa bene  bere un paio di volte al giorno una tisana calda di fiori di tiglio, melissa e fiori di arancio: ha un effetto calmante.

Un piccolo aiuto per evitarla

Oltre alle cure suggerite dal  medico, è molto utile prendere tutte le mattine 30 gocce di echinacea. Questa pianta, come hanno provato vari studi americani, combatte in modo efficace virus e germi.

Quella da stafilococco è tipica degli anziani

La polmonite stafilococcica è la forma più diffusa tra gli anziani. Colpisce più spesso chi è ricoverato in ospedale e, in modo particolare, chi ha già problemi respiratori come una bronchite cronica oppure l’asma.

Quando sentire il medico

La polmonite da stafilococco può dare brividi non forti, ma a ondate, e febbre intorno a 38 gradi. In più, tosse, dolore al torace e una stanchezza intensa e ingiustificata.

Il consiglio in più per la cura

Visto che non si è più giovanissimi, bisogna stare molto attenti durante la convalescenza, così da evitare ricadute. Per un paio di settimane dopo la guarigione è meglio uscire solo nelle ore centrali della giornata. Poi mangiare cibi energetici, ma facili da digerire, per rimettersi in forze. Un esempio? Un mix di orzo, farro e verdure, condito con olio e parmigiano.

Un piccolo

aiuto per evitarla

Se si viene ricoverati in ospedale è utile lavarsi le mani con una soluzione disinfettante come questa: si mette in una boccetta da 10 ml un mix di 10 gocce di olio essenziale di Melaleuca e acqua tiepida.

Quella da mycoplasma colpisce i bambini

La polmonite da mycoplasma è abbastanza contagiosa e colpisce più facilmente i bambini dai cinque anni in su e i giovani fino ai 35 anni. Non a caso può causare piccole epidemie in luoghi molto frequentati come la scuola o l’ufficio.

Quando sentire il medico

La forma da mycoplasma dà tosse secca con attacchi molto intensi e catarro alla fine della crisi, mal di gola e febbre anche a 39 gradi. In due casi su dieci possono comparire sul corpo anche delle macchie rosse, simili a quelle dell’orticaria.

Il consiglio in più per la cura

Le macchie rosse in genere se ne vanno da sole. Ma spesso rendono la pelle secca. Per evitare questo inconveniente, si può spalmare l’olio di germe di grano, che è molto idratante. La polmonite da mycoplasma poi, più delle altre, lascia molto stanchi e deboli per diverse settimane dopo la guarigione. Per riprendersi prima e meglio è utile prendere tutte le mattine, per un mese, un flaconcino di fermenti lattici con bifidobatteri, che riequilibrano la flora intestinale e rinforzano le difese.

Un piccolo aiuto per evitarla

Umidificare l’aria: se le vie respiratorie sono secche, vengono aggredite più facilmente da virus e batteri. Basta appendere ai caloriferi una vaschetta d’acqua con tre gocce di olio essenziale di cannella, che è antimicrobico.

Con la palestra stai meglio

Un sistema efficace per prevenire

la polmonite a tutte le età, ma soprattutto se si è in là con gli anni,

è il movimento. Diversi studi dimostrano infatti che l’attività fisica rinforza il sistema immunitario. Non solo. Praticare sport con regolarità abbassa

la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Ed è scientificamente provato che le persone stressate si ammalano il doppio o il triplo

delle altre. Non importa il tipo di sport che si sceglie: basta farlo almeno due volte alla settimana. Chi non è più giovane, oppure

è pigro, può provare con

un’attività soft come lo yoga.

Riproduzione riservata