Cosa nasconde la fame nervosa delle cinquantenni

  • 06 02 2009

Questa donna ultimamente non fa altro che sgranocchiare snack e
dolcetti. Colpa delle frustrazioni sul lavoro, certo, ma anche di un equilibrio ormonale fragile, caratteristico di chi si avvicina alla menopausa

Stefania, una mia ex collaboratrice, si rivolge a me perché negli ultimi mesi è molto ingrassata e ha l’impressione che la sua sia una fame nervosa. Tutto è cominciato dopo una discussione con il suo capo, una donna poco cordiale e ostica di carattere. A questa prima ne sono seguite altre, che hanno provocato in Stefania una grande frustrazione da cui si è difesa, senza accorgersene, iniziando a mangiucchiare continuamente. Al lavoro, insieme al caffè ora sgranocchia sempre un pacchetto di biscotti e a ogni pausa uno snack al cioccolato. Ha addirittura modificato il  modo di fare la spesa e al supermercato gli scaffali che prima non guardava nemmeno ora sono una tappa obbligata: da quello dei dolcetti al banco dei formaggi, dove sceglie i più grassi. Per non parlare del pane al quale non riesce proprio a resistere. Piccoli cambiamenti probabilmente ininfluenti se non ci fosse stato il riscontro della bilancia: due taglie e parecchi chili in più! Ricordandomela, ho io stesso la sensazione che stia strutturando in modo diverso il suo corpo: a 50 anni, però, occorre più attenzione perché tornare indietro è più difficile. Stefania vuole uscire da questo circolo vizioso e mi chiede aiuto per la correzione dell’evidente, ma non elaborata, componente nervosa di queste nuove abitudini alimentari.

n Il coach dice che:  il periodo negativo che Stefania sta vivendo la mette in ansia e in difficoltà. Visto che il suo carattere e la sua personalità, a 50 anni, sono ben costruiti, il suo cervello ha saputo reagire senza deprimersi o umiliarsi, ma spostando altrove l’effetto della frustrazione. Diciamo subito che Stefania non soffre di un disturbo del comportamento alimentare come la bulimia. Non ha cominciato ad “abbuffarsi”, non saccheggia il frigorifero la notte, non divora sacchetti di patatine! Però, in modo leggero ma continuo, ha introdotto nella sua dieta quotidiana sostanze nuove, che obbligano a un diverso metabolismo, privandosi di altre più salutari ma meno appetitose. Il periodo della vita così particolare in cui si trova Stefania ha dato il suo contributo: con l’avvicinarsi alla menopausa si modifica l’equilibrio ormonale (diminuiscono gli estrogeni che sono benefici antidepressivi naturali), si adattano gli ormoni tiroidei, cambiano abitudini e ritmi. Il suggerimento che do a Stefania e a tutte le donne che, come lei, sono in un’età delicata, quindi più fragili e anche esposte al rischio di compensare le frustrazioni con il cibo, è quello di agire su più fronti. Dopo aver valutato il quadro ormonale per intervenire eventualmente con cure specifiche, consiglio di utilizzare un farmaco contro l’ansia e le forme leggere di depressione. È possibile, infatti, che ci sia una carenza nella produzione di serotonina (importante molecola che agisce sul tono dell’umore). In questo modo Stefania potrà ritrovare l’equilibrio psicologico e la capacità di stare più attenta a quello che mangia. E magari, insieme alla linea, recupererà anche la voglia di contestare le esagerazioni di quel capo così aggressivo.

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