C’è un getto d’acqua che cura la cataratta

Sono arrivate una tecnica che sostituisce il cristallino malato in modo delicato. E una lente che permette di vedere bene anche di notte

Meno traumatico e più sicuro: oggi è così l’intervento per guarire dalla cataratta. E questo grazie a due novità: una tecnica per asportare il “vecchio” cristallino danneggiato dalla malattia e una speciale lente per sostituirlo, che aiuta a vedere bene anche in condizioni difficili, come di notte. «L’unione di queste soluzioni permette da una parte di guarire più in fretta e dall’altra di ritrovare la vista che si aveva prima che comparisse la cataratta» spiega Edoardo Ligabue, primario di oculistica dell’istituto clinico San Siro di Milano.

>>L’intervento dolce

La cataratta rende rigido e opaco il cristallino, cioè la lente situata all’interno dell’occhio che mette a fuoco le immagini sulla retina. Così, la visione si annebbia e nessun tipo di occhiale riesce a far vedere bene. La soluzione consiste nell’eliminare il tessuto “rovinato” e sostituirlo con uno artificiale. «La tecnica più recente si chiama Aqualase e utilizza un microgetto di acqua calda che scioglie il cristallino opacizzato. L’intervento tradizionale, invece, usa una microsonda a ultrasuoni che lo rompe e lo aspira» spiega il dottor Ligabue. «Con il nuovo metodo non c’è il rischio di rompere la capsula che contiene il cristallino. Poi, il pericolo di infiammazioni è quasi nullo, perché non vi sono ultrasuoni che danneggiano i tessuti oculari e la capsula viene pulita con maggiore efficacia. Questo porta a un recupero visivo dopo l’operazione di due giorni rispetto ai tre della tecnica tradizionale».

C’è un unico limite: l’intervento non va bene per chi ha una cataratta troppo avanzata (in pratica, se non si riesce quasi più a vedere con l’occhio colpito). In tal caso il cristallino è indurito ed è difficile sbriciolarlo con il getto di acqua.

>>Una vista perfetta

«La seconda novità riguarda le lenti che sostituiscono il cristallino» aggiunge il dottor Ligabue. «La più recente, prodotta da diverse aziende, aumenta anche la visione notturna». Questo perché ha una speciale curvatura che accentua il contrasto quando c’è poca luce. Può essere anche multifocale, per vedere bene a tutte le distanze. E ha un filtro cromatico che diminuisce gli effetti dannosi della luce sulla retina. In pratica, protegge come il cristallino naturale e fa vedere meglio di sera.

Lo dimostra uno studio condotto negli Usa su un gruppo di guidatori: chi utilizzava queste lenti metteva a fuoco i pedoni circa 14 metri prima rispetto a chi portava quelle tradizionali. Data la particolare curvatura, però, la lente non è adatta a tutti. È l’oculista che, misurando le dimensioni del vecchio cristallino, verifica se è possibile inserirla. Le nuove lenti e l’Aqualase vengono usati da sempre più ospedali e passati dalla Asl. Tra questi: Istituto clinico San Siro di Milano, tel. 02487851; Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, tel. 0142434111; Policlinico di Siena, tel. 0577585111.

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Attenti alla risonanza magnetica

Sei stata operata di cataratta

e devi fare una risonanza magnetica? Verifica, con l’aiuto del tuo medico, se i codici riportati sul cartellino identificativo del cristallino artificiale che ti hanno consegnato dopo l’intervento, indicano che la lente ha componenti metalliche. Nel caso fosse così, devi farti prescrivere un esame alternativo. Perché il campo magnetico che viene prodotto dalla risonanza potrebbe spostare il cristallino

dalla sua sede e renderlo inutilizzabile. Se non hai più il cartellino, ricorda che, fino al 1990 le lenti avevano parti metalliche. Ed è solo dopo questa data che sono cambiate radicalmente.

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