La cantante chic in 14 scatti interpreta e racconta le ultime creazioni

NINA ZILLI: IN TACCHI A SPILLO E SEMPRE A RITMO DI SOUL MUSIC, SI STA PREPARANDO A UNA TOURNÉE INVERNALE E ALLA SUA SECONDA STAGIONE DA GIUDICE DI ITALIA’S GOT TALENT

È al trucco, raggomitolata su una sedia, e la prima cosa che mi colpisce di lei è il viso,
che esprime una personalità forte, con un tocco esotico che le addolcisce i lineamenti. «Non so da dove viene. Mio padre è di Bobbio, mia madre di Piacenza e anche i miei nonni sono di quelle parti» racconta. Poi, c’è la voce: black, sensuale, avvolgente. Chiara Fraschetta, 35 anni, in arte Nina Zilli, da Nina Simone, una delle sue cantanti preferite, è in un momento d’oro. Merito del talento ma anche del modo di fare un po’ sulle nuvole («Sono acquario ascendente acquario: un disastro» dice), del saper prendersi in giro («Piacere, Chiara, la cialtrona» così si presenta) e della tenacia emiliana. «E anche della mia femminilità» aggiunge. Vero: è prorompente, fresca e genuina. «Da ragazzina, però, ero un maschiaccio: giocavo a basket e rugby, guidavo una moto pesantissima e il furgone del mio primo gruppo Chiara e Gli Scuri. Io e la mia amica eravamo le eterne sfigate che nessun ragazzo filava. Ha presente?».
Certo, ma se ti guardo adesso… «Non ero un fiore, ho avuto l’apparecchio fino a 14 anni e la bellezza non mi interessava. I primi tacchi li ho indossati a 23 anni, fino ad allora solo anfibi. Adesso mai senza: le Jimmy Choo sono le mie preferite, peccato che mi ammazzino i piedi».
Si toglie le scarpe e mi fa vedere i segni su dita e tallone.
Poi cosa è successo? «Santa mamma! Ha sempre provato a farmi diventare femmina e alla fine ci è riuscita. Il momento esatto è stato quando ho detto: “Mi metto il mascara”. Avrò avuto 20 anni».
La musica ti ha aiutata? «Certo. Ho iniziato a fare concerti, a sentirmi più sicura e a rielaborare, anche nel look, i miei riferimenti musicali: ska, rockabilly, blues e soul. E la passione per la musica mi ha fatto scattare quella per la moda e gli accessori».
Che adesso collezioni. «Nella mia cabina armadio di Piacenza, dove vivo con i miei, colleziono cappelli e occhiali. Avrò più di 300 pezzi. Per fortuna che mamma è andata in pensione e tiene tutto in ordine».
E i gioielli? «Sono femmina, adoro cambiare e con i gioielli è facile. Adesso ho iniziato anche a disegnarli». Sono suoi quelli che indossa nelle foto del nostro servzio, la linea si chiama NZ Collection.
Cosa ti piace in particolare? «I bracciali in bachelite anni Cinquanta, le collanine ricordo  sottili-sottili e con qualche santino di famiglia, gli anelli maxi.
Ho  sempre considerato accessori anche i miei capelli: un tempo li portavo  rasta, lunghissimi. Facevo certe cofane mostruose. Poi li ho rasati,  pesavano troppo. Ma da qualche parte a casa ho ancora il “topone”, tre  dreadlocks attorcigliati».
E mentre indossa l’abito di Fendi, prova la sua parrucca preferita, un caschetto turchese.
«Ai  concerti, al secondo cambio, ne indosso sempre una. Ogni volta che  metto questa mi viene voglia di tagliare i capelli. Poi ci ripenso: non  poterli legare sarebbe un problema, soprattutto quando mi alleno».
Sei sportiva? «Per niente. Faccio crossfit tre volte alla settimana solo per il fiato. Mi piace ballare, ma sono negata».
Si alza e accenna tre passi, facendo finta di tenere in mano una chitarra.
La sai suonare? «Da falò. Suono il piano, anche se non ho finito il Conservatorio, e  l’ukulele. Quando vado in vacanza, lo porto sempre con me».
Adesso che hai finito il tour estivo di supporto al terzo album Frasi&Fumo, ti prendi una pausa? «No, mi devo preparare per la stagione di concerti nei teatri italiani e  per fare, per la seconda volta, il giudice di Italia’s Got Talent in  televisione».
Come recuperi le energie? «Dormendo,  sono molto pigra. E disegnando. Da bambina, oltre alla passione per il  canto, avevo quella per la pittura: ora faccio schizzi in stile old  school America anni Trenta, che i miei amici si tatuano. Poi mangio  vegano».
Davvero hai rinunciato a carne e latte? «Quasi. Una volta all’anno, per tre mesi. Per me che sono emiliana e adoro cucinare è già tosto così».
Nel frattempo tira fuori dalla borsa una bibita e la beve di un fiato.
Cos’è? «Uno sciroppo cinese che fa benissimo alla gola».
Cosa altro tieni in borsa? «Quaderni per gli appunti, mascara nero, crema alla bava di lumaca, due reggiseni, un paio di calze e il cellulare».
Niente cuffiette per ascoltare la musica? «Sono vecchia dentro. In macchina ho ancora i cd e a casa il giradischi».
Nuovi progetti? «Comporre  colonne sonore per film, e incontrare Mina e Celentano: sono cresciuta  con la loro musica». E, prima di salutarmi, intona Parole parole.
MARTA BONINI

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