Coronavirus: ma la vitamina C serve?

L'emergenza coronavirus è aggravata dalle notizie false che ci raggiungono su chat e social. Quella della vitamina C usata come terapia negli ospedali è clamorosa. Qui smontiamo i consigli più inutili spacciati come autorevoli 

In questi giorni di grande tensione per l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, si sono diffuse diverse “bufale” e false notizie soprattutto su chat e social network.

In quella più clamorosa, un audio anonimo su WhatsApp che racconta della Vitamina C come «molto efficace su pazienti affetti da coronavirus, usata come terapia in diversi ospedali e consigliata a scopo preventivo» sono cascati in tantissimi – anche Belen Rodriguez, una che di seguito social ne ha eccome.

Addirittura in un audio vengono citati i nomi delle strutture sanitarie che la userebbero come cura. Una di questa è il Policlinico di Milano e il direttore del reparto malattie infettive Andrea Gori si è affrettato a smentire categoricamente. «Per rinforzare il sistema immunitario servono alimentazione sana e stile di vita corretto, a tutto tondo». Non il pieno di spremute e integratori.

Salvo Di Grazia, medico e divulgatore che da anni si batte contro la diffusione di ciarlatanerie sulla salute (è autore del libro “Salute e bugie” e del blog MedBunker) ha aggiunto: «La vitamina C ha un buon potere antiossidante, ma non ne ha nella cura delle malattie virali. Qualcuno sostiene che serva assumerne quantità elevatissime per avere un effetto ma in realtà il nostro organismo espelle con le urine il quantitativo in eccesso di vitamina C, per cui assumerne un grammo o duecento non cambia nulla».

C’è poi un altro testo, circolato su molte bacheche social negli ultimi giorni, che mischia consigli della nonna, buon senso e fantasia fornendo un vademecum anti-virus magistralmente introdotto così: «Non lo ferma il panico ma l’intelligenza». Ha tratto in inganno molti, tanto da finire persino sul sito della Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus. Cita un non meglio identificato giovane ricercatore che si sarebbe trasferito a Wuhan per curare i malati cinesi di coronavirus.

Ecco cosa ci ha spiegato Michelangelo Coltelli, fondatore del sito “Butac – bufale un tanto al chilo”, che ha smontato il testo assieme ad altri colleghi dell team di bufale.net: «Non sappiamo chi sia il ricercatore cinese. Senza una fonte precisa, nulla andrebbe condiviso. Nel testo poi ci sono indicazioni di buon senso, mischiate a pesante disinformazione scientifica. La modalità di diffusione del messaggio, via social, app di messaggistica e siti perlopiù anonimi, è un altro indicatore di falsità. Se questi consigli fossero affidabili dovremmo trovarli sulle testate nazionali e in televisione. Su tutti i siti di enti governativi». In sostanza, siamo in presenza di bufale confezionate a regola d’arte. 

Ecco perché qui abbiamo smontato pezzo per pezzo i più diffusi messaggi falsi che stanno circolando con l’aiuto del medico-debunker Salvo Di Grazia.

Se hai tosse secca e asciutta hai il COVID-19

Nel vademecum dei consigli falsi viene citato come sintomo certo di Covid-19 la tosse secca e asciutta. Ma non è affatto detto. «I sintomi da coronavirus possono essere tanti, simili a quelli dell’influenza. Quelli realmente preoccupanti sono la febbre e la difficoltà a respirare (dispnea), segnali quasi certi di polmonite» spiega Di Grazia.

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Il virus muore a 26°-27°

Il vademecum farlocco dice che il coronavirus muore se esposto a temperature di 26-27°C. «Certamente i virus non possono resistere a temperature elevate, ma certo non a quella di 27 gradi! Il nostro corpo ha costantemente una temperatura intorno ai 37 °C, quindi se fosse vero il virus non resisterebbe dentro di noi, non ci infetterebbe mai».

Bisogna bere bevande calde. Anzi, no fredde

Anche il consiglio di bere bevande calde per proteggersi dal virus è campato in aria. E c’è anche il suggerimento opposto: di evitare di bere acqua ghiacciata. «Non ha senso, non favorisce l’infezione, per il semplice motivo che dopo pochi secondi dalla sua introduzione, la bevanda sarà riscaldata dal corpo e portata a temperature normali, come qualsiasi alimento che viene assunto».

Bisogna esporsi al sole

«Per chi può farlo, esponetevi al sole» dicono i falsi vademecum. Ma in che senso? «L’esposizione al sole (con le dovute precauzioni) fa sempre bene, in particolare ha un ruolo positivo e utile nell’attivazione del nostro sistema immunitario. Dire però “esponetevi al sole” per proteggersi dal virus non ha molto senso. Se il virus ci infetta l’esposizione al sole non avrà peso importante».

I gargarismi servono a “disinfettare”

Tra i consigli farlocchi gira anche questo: «Potete fare gargarismi con una soluzione disinfettante che elimina o minimizza la quota di virus che potrebbe entrare nella vostra gola: così facendo lo eliminate prima che scenda nella trachea e poi nei polmoni». Anche qui, sciocchezza di nessun aiuto. Spiega Di Grazia: «Fare dei gargarismi di disinfettante serve a poco. Il virus può penetrare nel corpo attraverso le mucose (quindi anche quelle degli occhi e della bocca) e facendo dei gargarismi disinfettiamo le prime vie aeree solo per pochi secondi».

Fai il test trattenendo il fiato per 10 secondi

Dei non meglio identificati “esperti di Taiwan” suggeriscono un consiglio che di scientifico non ha nulla, cioè di «fare un semplice verifica da soli ogni mattina: fai un respiro profondo e trattieni il respiro per più di 10 secondi. Se lo completi con successo senza tossire, senza disagio, senso di oppressione, ecc., ciò dimostra che non vi è fibrosi nei polmoni, indicando sostanzialmente nessuna infezione». Dice il medico Salvo Di Grazia. «Peccato che non serva a nulla e non si sa chi siano questi fantomatici “esperti”. Non può darci nessuna indicazione né può dirci se abbiamo o meno problemi polmonari. Anche in questo caso: nessuna base scientifica, né attendibilità, né utilità».

Bevi ogni 15 minuti

Sulla falsariga delle “bevande calde della nonna”, ecco il consiglio tarocco finale: «Tutti dovrebbero assicurarsi che la propria bocca e la propria gola siano umide, mai asciutte. Bevi qualche sorso d’acqua almeno ogni 15 minuti». Il medico spiega: «Tenere la gola umida è certamente benefico. Avere una gola disidratata è rischioso e favorisce le infezioni. Il piccolo particolare è che la nostra gola (presumo che questo termine indichi la faringe) è sempre umida. Abitudini come il fumo o l’alcol possono ridurne l’idratazione, come anche alcune malattie. Ma nella normalità non serve, quindi, bere ogni 15 minuti, serve bere la quantità giusta di acqua. Anche perché, bevendo ogni 15 minuti, oltre a passare tutta la giornata a bere, assumeremmo circa venti litri di acqua al dì. Non proprio un toccasana».

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