Moda azzurro

Settimana della moda: gli stilisti emergenti

Non solo Milano Fashion Week. Qui ti presentiamo gli stilisti esordienti e gli influencer più fashion da seguire su Instagram e su TikTok

Mentre le grandi griffe sfilano alla Milano Fashion Week, la moda vive di piccoli brand e nuovi designer che si fanno conoscere attraverso canali non ufficiali. Qui trovi una guida ai nomi da tenere d’occhio fuori dal front row.

Stilisti emergenti

servizio di Stéphane Gaudrie – foto di John Smith

Per ora li chiamano esordienti. Ma forse un giorno saranno famosi, saranno “gli stilisti”. Donna Moderna li considera il futuro del fashion. E a loro dedica la sua personale settimana della moda. Guarda la gallery con le loro creazioni più strepitose:

John Smith
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– Giacca over con maxi spalle in panno di lana (Simon Cracker, 600 euro). Camicia di denim con grande fiocco di velluto (199 euro) e micro gonna a vita alta di denim (149 euro) tutto Shaft Jeans. Orecchini Radà. Cerchietto e borsa, tutto Max&Co. Décolletées Primadonna Collection.

Ha collaborato Noemi Nebuloni. Make up Jo Sanna using YSL beauty all hours foundation. Hairstyle Kiril Vasilev @greenappleitaly.com. Model Kira Alferink @Next Management. Casting @WeDoCasting

John Smith
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– Abito origami abbottonato e scomponibile di viscosa e acetato, con taglio asimmetrico, scollo a V, spalline sottili e maniche staccabili (Setchu, prezzo su richiesta). Maglia di misto viscosa con collo alto (Yes Zee, 41,90 euro). Décolletées di ecopelle con decoro Simon Cracker x Da Quy.
John Smith
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– Body di fustagno a maniche lunghe, sgambato, con coulisse sui fianchi, scollo profondo, bottoni centrali e tasche applicate (Apnoea, 430 euro). Top di viscosa stretch Talco. Calze Pierre Mantoux. Cuissardes H&M Studio.
John Smith
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– Crop top di denim rigenerato con spalline di gros grain, maxi volant sfrangiato su collo e maniche (Reamerei, prezzo su richiesta). Jeans baggy di cotone riciclato (Levi’s Wellthread, 140 euro). Mono orecchino e bracciale, tutto Cri Loi.
John Smith
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– Gilet corto asimmetrico di viscosa stretch con collo a lancia (Jijil, 109 euro). Crop top asimmetrico di misto nylon e lycra con zip centrale (250 euro) e gonna corta a vita alta coordinata (460 euro), tutto Oh Carla. Calzettoni e sneakers, tutto Givova.
John Smith
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– Micro giacca con seno sagomato e cintura alta in panno di lana ecosostenibile e gonna coordinata a vita alta con spacchi laterali asimmetrici, tutto Alessandro Vigilante (prezzi su richiesta). Leggings di microfibra stampati con staffa Pierre Mantoux. Anfibi Grünland.
John Smith
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– Gilet in gabardine di misto viscosa stretch (Pennyblack, 179 euro). Abito lungo in chiffon di seta e davantino di ecopelle coordinato (Davii, prezzi su richiesta). Collane Radà. Sneakers Onitsuka Tiger.
John Smith
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– Maxi chiodo di ecopelle bicolore (Aniye Records, 890 euro). Body di velluto e tulle, con decoro semi trasparente (Intimissimi, 49,90 euro). Calze Calzedonia.
John Smith
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– Top di poliestere semi trasparente (95 euro) e foulard usato come turbante coordinato (25 euro), tutto M a r i o s. Minigonna di lana effetto spugna a vita alta con bottoni dorati e tasche (Tagliatore 0205, 295 euro). Maxi spilla Cri Loi. Borsa Miriade.
John Smith
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– Lupetto devoré di misto poliestere stretch, chiuso con bottoni sulla schiena (Maison laviniaturra, 221 euro). Gonna longuette a vita alta, in panno di lana e alpaca a quadretti (Manila Grace, 205 euro). Maxi orecchini Radà. Collant Emilio Cavallini. Scarpe Simona Vanth.
John Smith
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– Blazer di vitello scamosciato, con spalle over e taglio ampio sui fianchi, Francesco Murano. Ciclisti di tessuto tecnico stretch (24,90 euro), calzettoni e sneakers, tutto Givova.
John Smith
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– Camicia over di seta (535 euro), maxi cardigan di misto alpaca e cashmere (595 euro), maglione in vita (565 euro), mantella di lana double face (1.165 euro) e stole, tutto Pierre-Louis Mascia. Giacca corta (1.200 euro) e pantaloni (950 euro) di velluto stretch con borchie, tutto Avant Toi. Orecchini Creazioni Salesi. Maxi sacca Gianni Chiarini. Pantofole Grünland.
John Smith
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– Bomber Pony Ride e lupetto Max&Co. Leggings H&M STUDIO.
John Smith
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– Camicia Piombo in Ovs. Pantaloni Jordanluca.

I giovani designer su Instagram

di Angelica Carrara

Il social dove si postavano “belle foto”, Instagram, oggi è la vetrina dalla quale i giovani designer lanciano i propri brand. A volte con strepitoso successo.

Più di un miliardo nel mondo: il numero di persone attive su Instagram rende il social nato 12 anni fa il principale luogo virtuale dove postare belle foto e tenersi aggiornati. Dove scoprire le ultime tendenze, fare shopping. E dove, di conseguenza, lanciare un brand. Vuoi aprire un business nel fashion? Scordati il metodo tradizionale che imponeva creazione del campionario, prevendita ai negozi in showroom, costruzione dell’immagine pubblicitaria, comunicazione, produzione e, se tutto andava bene, un po’ di guadagno l’anno dopo. Un Instagram brand può essere un’opportunità imprenditoriale immediata.

Come funziona Instagram
Per aprire un profilo basta un indirizzo e-mail. E poi accade tutto lì, su Instagram: si parte con il racconto della propria creatività attraverso un fashion portfolio da tenere costantemente aggiornato (di solito una singola tipologia di prodotto declinato in più varianti con le foto scattate alle amiche nei panni di modelle) e si arriva alla vendita immediata (un messaggio in privato con dettagli PayPal e indirizzo di spedizione). Sì, quello spazio virtuale dove il contatto con il pubblico è diretto e più emozionale, diventa il “tuo” negozio. Aperto a tutto il mondo.

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Gli esempi apripista

Ganni, @ganni, 1,1 milioni di follower Fondato nel 2000 dal gallerista danese Frans Truelsen come marchio di cashmere, nel 2009 è stato rilevato da Ditte Reffstrup e dal marito che lo hanno trasformato nel Ganni che conosciamo oggi, tutto abiti colorati e stampe audaci. Quello che era un piccolo account Instagram, è cresciuto grazie alla comunità delle #GanniGirls (con tanto di hashtag) e oggi, con oltre 400 rivenditori in 20 paesi, vale 670 milioni di euro.
Cult Gaia, @cultgaia, 1,3 milioni di follower Sulla pagina Instagram si legge we make everything on this page and more (facciamo di tutto su questa pagina e altro ancora). Era il 2013 quando la Ark bag, una borsa di bambù a forma di mezzaluna creata dalla losangelina Jasmin Larian, è diventata virale sul social. Cult Gaia propone pezzi ispirati alla natura e alle donne, pensati prima come objet d’art e poi come utili.

Rat&Boa, @ratandboa, 1,2 milioni di follower Da un’idea di due amiche, Valentina Muntoni e Stephanie Cara Bennett, è il brand diventato famoso per il Valentina dress, tanto amato dalle celeb, insieme ai mini abiti crochet e ai coordinati in stampa floreale. P.S. Guarda anche il profilo personale @valentina_muntoni: sembra il moodboard di un designer.

Quelli che sono sulla buona strada

Amble–me, @ambleme__, 2.665 follower Ciabatte di classe senza tempo. Lusso a piedi nudi per il nomade moderno. Dove lusso, secondo Stefanie Fusi, è godersi la vita con calma. Amble_me deriva dalla parola amble, che significa camminare a un ritmo rilassato, per piacere.
Mul_olga, @mul_olga, 62 mila follower Olga Mul, stilista, insegnante di ricamo a mano e collezionista tedesca-ucraina ma milanese d’adozione, fa moda green (coat, abiti e pigiami) con stoffe e tessuti che arrivano dall’Est Europa.
Carolina Ravarini, @carolinaravarini, 13.5 mila follower La designer milanese è un’amante di elefanti, natura e simbologia, che trasforma in gioielli fatti a mano in Italia, simboli di resilienza. Le sue creazioni sono “ray of life”, raggi di vita e positività per chi li indossa.
CaParis, @caparis7, 15.4 mila follower Le friulane sono pantofole nate nell’Ottocento tra le campagne del Friuli. Quelle di CaParis, invece, sono realizzate in Campania, con fantasie ispirate a Capri e a Parigi.

Le Signorine, @le_signorine, 17.3 mila follower Accessori fatti a mano per la persona e per la casa in stile nordico ma legato al territorio. Da maggio a settembre, le sorelle Rossana e Serena li vendono in negozio sull’isola di Salina, nelle Eolie. Online, invece, le porte sono sempre aperte.
MargheritaB, @margheritab.cashmere, 92 mila follower Dopo una carriera da modella, la procidana Milena Salvemini ha scelto di creare una collezione di capi in cashmere colorato, alla quale poi si sono aggiunti abiti, gonne e camicioni di cotone, lino e seta per l’estate.
Michela Pesenti, @michelapesenti_rsvp, 2.271 follower Per i suoi pezzi unici su misura con dettagli sartoriali e collezioni limitate, Michela disegna prima la fantasia delle stampe, unica e non ripetibile, ispirata alla natura e all’arte. Poi la trasferisce su camicie, abiti, cappe e costumi.

Volants Volant – @volantsvolant, 16.1 mila follower Accessori di stoffa (pochette, bustine, cerchietti, felpe e cuscini) fatti di tessuti Vichy, tweed e lana, arricchiti con volants e frasi di buon auspicio ricamate a mano.
Sorelle Gianfrate, @sorellegianfrate, 22.2 mila follower Borse e cestini di rafia, panieri di vimini, sporte di paglia: dalla pugliese Valle d’Itria, le sorelle Angelica, Claudia e Valeria Gianfrate creano accessori intrecciati a mano.

Toile Society, @toilesociety, 3.4 mila follower La Toile de Jouy è la tipica decorazione settecentesca su tessuto, originaria del paese francese di Jouy-en-Josas: Marta Forghieri e Virginia Simoni la usano per vestiti a kimono, abiti e pigiami.
Susan Alexandra, @susan_alexandra, 209 mila follower Le perline degli articoli realizzati a mano da Susan Korn e dal suo team fanno subito riaffiorare bei ricordi di infanzia. La borsa più popolare, la Merry, a forma di scatola, è composta da circa 1.500 perline accuratamente infilate.
Sleeper, @ daily_sleeper, 400 mila follower Il marchio ucraino, fondato a Kyiv da Kate Zubarieva e Asia Varetsa, propone indumenti da notte e da passeggio, facilmente riconoscibili per i loro lini in colori pastello, le maniche importanti, le sottovesti di seta. E con le piume per un tocco in più.
Laalouj, @Laalouj, 7.3 mila follower Durante un viaggio in Marocco, Francesca Bini scopre l’abilità delle artigiane marocchine nell’intrecciare a mano la rafia e decide di creare una piccola collezione di sandali. Occorrono quasi 2 giorni per realizzarne un solo paio, ogni pezzo è unico e la quantità prodotta ogni stagione è limitata.

Zazi Vintage, @zazi.vintage, 66.3 mila follower Jeanne de Kroon crea capispalla e abiti con tessuti vintage di alta qualità provenienti da aree come Uzbekistan e Tagikistan. L’ultima collezione di cappotti è realizzata a mano, con tessuti a ricami tribali Suzani e pelle di pecora riciclata, da una famiglia partner in Afghanistan.
Linea Daria, @linea_daria, 74 mila follower Il nome vuole rappresentare la linea d’aria di cui tutti parlano quando vogliono descrivere una distanza in maniera più immediata di quanto sia. L’offerta? T-shirt, cap e oggetti con scritte ironiche. Una per tutte: “Gin tonic & vuoti di memoria”.

I giovani designer su TikTok

di Letizia Schatzinger

Creati dalla generazione Z, i progetti di moda e accessori su TikTok si muovono tra passione, buoni ideali e consigli della community. Ecco i profili da seguire.

Hanno preso vita a volte per gioco, a volte per lanciare progetti pensati e generati con determinazione. Sono le tante realtà di abbigliamento e accessori, create e cresciute sul social TikTok per la loro community e da questa sostenute (da qui il nome di community brand). I founder sono tutti giovanissimi, pieni di energia e hanno una capacità di coinvolgimento dei follower da fare invidia agli esperti di marketing. Mi hanno sempre incuriosito, ne seguo tanti e qui ne condivido alcuni con voi.

@A-more, con 382.200 follower, è un conosciutissimo marchio 100% social. Il logo si spiega con “love is not enough, we need more” (l’amore non è abbastanza, vogliamo di più). L’imprenditrice è Camilla Clemente: 20 anni, una trasferta negli Stati Uniti per un corso di fashion design, un rientro in fretta e furia per la pandemia, le giornate passate chiusa in una stanza come tutti. Così è nato A-more. L’offerta è varia: il minikilt e il corsetto, i blazer e i costumi, i cappellini, e poi borse, gioielli, felpe. Camilla decide la produzione con la sua community, per questo tutto (anche il prezzo), piace alla gen Z: arriva da una come loro, per loro.

@Amabile Jewels si chiama con il secondo nome di Martina Strazzer (era anche quello della bisnonna), vende gioielli d’oro e argento, ha 1.2 milioni di follower su TikTok e un team di collaboratori che, a seconda dei momenti, arriva anche a 15 persone. Martina, anche lei 20enne, racconta di aver cominciato con 300 euro in tasca. Faceva produrre un gioiellino, lo postava su Instagram e aspettava di venderlo, poi ricominciava. Con TikTok è arrivata la svolta: nel 2020 il social era ancora una piattaforma conosciuta solo per i balletti, lei invece cominciò a raccontare di sé in chiave ironica, un po’ comedy, indossando le sue creazioni, finché tutto ha preso il volo. Ora, ha raggiunto il suo obiettivo: i piccoli gioielli, da portare anche uno sull’altro, piacciono sempre di più e diventano persino il mezzo per parlare di temi cari alla sua generazione, dalla body positivity alla salute mentale, alla libertà di essere donna.

Dietro @bubblenerd (49 mila follower), c’è Matteo Repole, 23 anni, un passato universitario come chimico industriale e una trasferta professionale a Londra bloccata nel 2020 dal Covid. Dopo un seminario di yoga, ha capito che il suo piccolo progetto di felpe e T-shirt (ma anche cappelli e borse di tessuto) avrebbe potuto aiutarlo a costruirsi un futuro sotto il segno dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale. Se si apre il suo sito, la scritta che compare è “gentili con il Pianeta”. Lui cerca di esserlo il più possibile: sceglie produttori con certificazioni riconosciute come GOTS e OCS, cioè che usano un cotone coltivato senza OGM, privo di sostanze chimiche e che viene trasformato e tinto senza ingredienti tossici. Bubblenerd garantisce anche una catena produttiva nel rispetto degli standard sociali dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Il suo packaging è compostabile (lo si può sotterrare in giardino, basta togliere l’etichetta di spedizione), mentre il poliestere necessario (riciclato da bottiglie di plastica e mai più del 15 per cento) in futuro potrebbe persino non essere più utilizzato. Per ogni ordine che viene effettuato, Matteo si impegna a piantare un albero con Eden Reforestation Projects in Madagascar. Perché? Sia perché si è posto un obiettivo di riforestazione, sia per compensare le emissioni di CO2 necessarie alla spedizione.

@Clessiolab, 815 mila follower, è il progetto di due fratelli, Davide e Luca, pienamente inseriti nello spirito del tempo. Gli ha dato vita, sbaglio dopo sbaglio, Davide il creativo, mentre Luca (che studiava social media marketing a Londra) è venuto a patti con gli algoritmi di TikTok e IG. Clessio Lab nasce non solo dalla passione per le sneakers, ma anche dalla voglia di non omologarsi e di creare un futuro a propria misura. Il brand non è legato a nessun marchio: semplicemente personalizza le sneakers desiderate dal cliente (Nike, Adidas, Vans, qualunque brand), che acquista singolarmente dai rivenditori autorizzati. Il risultato è una community molto ampia conquistata dai video in cui Davide crea, spiega e racconta quello che fa. In questo modo la community è diventata la sua clientela fedele.

@Sub_Jewels, 75 mila follower, è l’account TikTok sul quale Gemma Lonardi ci mostra come crea i suoi gioielli. Lo fa dal 2020, e lo fa molto bene (io mi sono innamorata della collanina porta-airpods): metà della sua attuale clientela, non solo italiana, arriva da quel social. Quest’estate, partendo dalla mini collezione Marea creata con i pezzi di vetro che si trovano sulle spiagge e in mare, ha sfidato la sua community lanciando la campagna sub_cleanup: per ogni ordine avrebbe raccolto 1 chilo di rifiuti. Gemma, autodidatta ma con una solida laurea in architettura, si è avvicinata al mondo dei bijoux durante l’università, quando al corso di interior design le avevano chiesto di progettare una piccola linea di gioielli ispirata a una struttura architettonica. Lì è scoccato il colpo di fulmine e da allora continua a crearne. Adesso che ha compiuto 30 anni, ha capito che forse sì, questo è il suo “vero” lavoro. Ma, parlando di sé, ancora vuole vedersi come una designer un po’ nomade: le sue attrezzature per forgiare i metalli sono tutte trasportabili. E non sentirsi costretta a star ferma la fa sentire bene.

La formula di @Pantalón Brand è estetica minimal, vestibilità oversize, pezzi unici ed edizioni limitate. Con la sua energia e il “ciao ragazzi!” con cui conclude ogni video, Gianmarco Losito, 25 anni (di Bari ma vive a Rimini), su TikTok ci trascina nei retroscena dell’azienda: si è guadagnato così gli 87 mila followers. Dal 2020, quando aveva iniziato nel garage di casa, le cose sono andate veloci. Un anno fa ha lasciato il lavoro di cameriere e, nonostante i rincari generali di quest’anno, il brand ora è autosufficiente ed è approdato in 3 negozi streetwear. A onore del vero, Gianmarco non è solo: con lui c’è la fidanzata social media manager, con cui condivide casa, lavoro e la preparazione dei video suTikTok.

Altre segnalazioni che meritano? @queloquestore di Virginia Ghione, che fa capi all’uncinetto. @BiSilver_, con 117 mila follower, della 22enne Beatrice che crea gioielli d’argento. @marcodellaversanaa dove Marco, con il brand Line, propone T-shirt (e non solo) ricamate a mano da lui. E @panteralilla con le sue collanine coloratissime.

Finiamo in grandeur con @amatodanieleofficial, marchio di borse e pelletteria di lusso che è una storica azienda di famiglia, non certo uno small business. Ma Daniele, giovane designer di ultima generazione che racconta con la sua voce come vengono creati gli accessori, ha aiutato a traghettare l’expertise artigianale del brand verso una community (107 mila follower) giovane come lui e sostenuta da ambassador eccellenti della piattaforma. Che dire? Riprendendo un celebre trend di TikTok, non possiamo che commentare: chapeau!

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