La smorfia napoletana, cos’è, da dove arriva, come si usa

Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere sulla smorfia napoletana: Le sue intriganti origini, l'interpretazione (grottesca e satirica) dei sogni e i numeri da giocare al lotto

Pochi sanno che di smorfie ce ne sono tante in Italia: c’è la smorfia siciliana, la smorfia marchigiana e la smorfia romagnola. Ma la più diffusa è, senza dubbio, la smorfia napoletana. Basta dire Smorfia e automaticamente il pensiero corre alla città di Napoli. Un altro legame forte e unanimemente riconosciuto è tra i partenopei e il gioco del lotto.

Le origini della smorfia napoletana

Le origini della smorfia napoletana sono, ancora oggi, avvolte nel mistero. La teoria più accreditata attribuisce le sue origini alla cabala ebraica – detta anche qabbaláh, kabbalah o cabbala, che in ebraico significa dottrina ricevuta, tradizione -, secondo la quale nella Bibbia qualsiasi parola, lettera o segno hanno un significato nascosto. La cabala utilizza la numerologia, o meglio, ad ogni nome associa un numero ed ad ogni numero un significato metafisico. Si dice che nel mondo ci siano solo 36 cabalisti e che, tramite la Cabala, essi possano operare dei prodigi.

La smorfia napoletana è la versione grottesca e satirica della cabala, a mero uso dei popolani che, in base ad esperienze oniriche e fatti non ordinari del vissuto quotidiano, ricavano i numeri da 1 a 90 da giocare al Lotto e all’Enalotto. Un’altra ipotesi esterna all’Ebraismo, riconduce la Cabala e quindi la Smorfia al matematico e filosofo greco Pitagora di Samo (588-500 a.C.) e alla sua scuola numerologica di Crotone. Certo è che associare immagini, eventi o elementi comuni a numeri è un’usanza molto antica.

Il significato della smorfia napoletana

La smorfia e i sogni

Il termine smorfia è legato a Morfeo, il dio del sonno nell’antica Grecia. Prima di essere trascritta in un libro, la corrispondenza tra cose e numeri era tramandata oralmente. L’abitudine di abbinare il numero a un disegno deriva, invece, dalla necessità di rendere le informazioni accessibili anche agli analfabeti.

Sognare, interpretare e quindi associare un numero compreso tra 1 e 90 è un’abitudine diffusa tra i giocatori del lotto. Una pratica che ha una lunga tradizione e di cui se ne trovano riferimenti in tutta la cultura partenopea: dal teatro del grande Eduardo De Filippo ai famosi sketch di Massimo Troisi – che chiamò il suo trio di cabarettisti, formato con Lello Arena ed Enzo Decaro, proprio La Smorfia -, fino ai film di Totò, dove celebre è la scena di Totò e Peppino divisi a Berlino (1961), in cui la zia monaca suggeriva i numeri da giocare, mentre un giudice per accertarsi che Antonio La Puzza fosse veramente napoletano, lo interroga sulla Smorfia.

I novanta numeri della Smorfia

La smorfia napoletana e il lotto

I numeri della smorfia napoletana sono 90 e derivano da quelli del lotto. Checché si pensi, il gioco del lotto non nasce a Napoli, bensì a Genova nel 1539 e solo due secoli dopo fu legalizzato in tutti gli stati italiani, fra i quali anche il Regno di Napoli. Essendosi integrato così a fondo nella cultura popolare partenopea, sono in molti a pensare che l’attività di giocare i numeri al lotto sia nata all’ombra del Vesuvio. È invece vero che giocare al gioco della tombola, in particolare nel periodo di Natale, fu un’invenzione tutta napoletana.

Significato di alcuni numeri nella Smorfia

I numeri della smorfia

Tra i più conosciuti abbinamenti della smorfia ricordiamo: il 48, morto che parla; il 77, le gambe delle donne; il 25, il Natale; il 90, la paura. E, ancora, il 33, gli anni di Cristo. Il verbo giocare normalmente corrisponde al 79, ma cambia notevolmente a seconda di quel che si sogna: il giocare ai cavalli diventa 81, sognare di giocare al lotto è equivalente a 33, mentre giocare una partita di calcio fa 50, a carte 17 mentre il gioco degli scacchi fa 22. Un altro verbo molto comune, mangiare, varia anch’esso a seconda che si mangia con le mani, 72, a sazietà, 3, che si mangino verdure, 40, dolci, 19, frutta, 56, o ci si ingozzi troppo, 74.

E ancora, mangiare dei cibi preparati da noi stessi fa 67, il pesce è 63, mangiare animali vivi fa 27. Stessa cosa per il verbo camminare: in discesa fa 13, in salita 15, camminare lentamente fa 18 mentre correre fa 31. Camminare con una donna fa 9, farlo di notte equivale al numero 30 oppure all’88. Un altro esempio è il verbo parlare: se si parla con gli animali il numero da giocare è 44, con una donna è 67, con un amico 61, se si sogna di parlare a voce alta il numero vincente sarà (probabilmente) il 5 mentre parlare a bassa voce corrisponde al numero 27.

Un sogno ricorrente in moltissime persone è quello di incontrare uno o più serpenti. Il serpente ha significati molto differenti nella smorfia napoletana: può rappresentare un simbolo fallico e, quindi, una pulsione sessuale, ma più frequente è abbinato ad un segnale di allerta nei confronti della malignità di chi ci sta intorno. La smorfia abbina al serpente i numeri 51, 89, 28 oppure solo il 36. Ma non è tutto: se il serpente si infila sotto la gonna fa 90, un serpente che striscia 69, con una lingua biforcuta 36, avvolto attorno ad un bastone 87. Se si sogna di sentirne il sibilo il numero da giocare al lotto è l’1, di trovarne uno nel letto 74, di venirne morsi 8, di calpestarlo 10. Sognare il denaro può avere valenza sia negativa che positiva.

L’interpretazione dipende dal contesto: se si sogna di trovare o perdere soldi il numero da giocare al lotto secondo la smorfia è il 51. Sognare i topi, che rappresentano una delle paure più comuni, come i serpenti, può essere anch’essa una spia di repressioni sessuali. In questo caso la smorfia suggerisce il numero 11. Ricorrenti sono i sogni sui denti (numeri 16 e 36), il cadere (numeri 18, 27 e 51), la morte (21 e 66). Sognare una tavola imbandita, una cena con gli amici o una grossa mangiata (oppure, ampliandone il senso, una cucina ricca di vettovaglie), corrisponde al numero 82.

Interrogare la smorfia napoletana

«Chi a cca’ pass e nun ioc’ o’ lott’ venc’ sol’ ropp’ muort’»,  che tradotto dal dialetto napoletano all’italiano significa: «Chi passa di qui e non gioca al lotto, vince solo dopo morto», a chiunque capiti di svegliarsi con il ricordo nitido del sogno appena fatto o, meglio ancora, se si tratta di un sogno ricorrente, non resta che provare ad interrogare la smorfia napoletana e trovare i numeri corrispondenti… chissà che non siano davvero quelli vincenti!

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