Il diritto di non farsi piacere tutti

Il diritto di non farsi piacere tutti

Quante volte siete state invitate a una cena, una festa, un evento, e pur controvoglia vi siete auto-costrette ad andarci, pur sapendo già in partenza che la compagnia vi avrebbe lasciato a desiderare e non vi sareste divertite? Forse è davvero arrivato il momento di interrompere questo circolo vizioso, rivendicando la vostra libertà di rimanere a casa davanti a un film senza per forza inventare nessuna scusa in particolare, semplicemente ammettendo che non avete voglia di trascorrere anche solo un’ora in compagnia di persone con cui – in fondo – non avete nulla a che spartire. Prendete esempio dal protagonista de “La Grande Bellezza” Jep Gambardella,  che riassumeva il concetto in maniera magistrale con una semplice frase: “La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”.

10 cose che ogni donna dovrebbe imparare a dire

Per quanto difficili o scomode certe frasi possono sembrare, tutte dobbiamo usarle prima o poi. E ci farà un gran bene

Il diritto alla privacy

Il diritto alla privacy

Non abbiate timore a rispondere per le rime a tutti coloro che provano un sottile piacere a mettervi sotto pressione e a porvi domande intime circa la vostra relazione e i progetti che avete per il futuro. Non è scritto da nessuna parte che esista un’età “giusta” per andare a convivere, per sposarsi o per avere dei figli, per cui di fronte alle insistenze altrui fate un bel respiro, sfoggiate il vostro migliore sorriso, replicate con un laconico “quando saremo pronti” e reiterate la vostra risposta finché si renderà necessario. “E quand’è che sarete pronti?”, “Beh, quando saremo pronti”: a livello logico non fa una piega, e anche i più accaniti curiosi desisteranno dopo un paio di tentativi.

Il diritto di non avere motivazioni

Il diritto di non avere motivazioni

Di base si tratta di una cosa meravigliosa, soltanto che a volte proprio non vi va, ma senza che esistano delle motivazioni specifiche. Stiamo (ovviamente) parlando di sesso, e di quelle (si spera rare!) occasioni in cui, senza utilizzare tanti giri di parole, piuttosto preferireste impegnarvi nel cambio dell’armadio, anziché in un rendez-vous notturno. Anziché forzarvi e cedere con scarsi risultati, o inventarvi bizzarre e fantasiose scuse, non credete sia arrivato il momento di dire la verità? Ammettere “Non ho voglia di fare sesso stasera, e non c’è una particolare ragione” non è certo la frase più terribile che pronuncerete durante la vostra vita, ma di sicuro rientrerà tra quelle più liberatorie. Tanto più che l’uomo moderno può benissimo sopravvivere a un due di picche, anche se cercherà con ogni mezzo di convincervi del contrario. Non cedete!

Il diritto al DTR

Il diritto al DTR

È quello che gli Anglosassoni definiscono “Define The Relationship”, che tradotto suona un po’ come quel fatidico momento in cui per forza di cosa bisogna sedersi per capire qual è il destino della relazione che avete intrapreso da qualche mese. Una semplice frequentazione senza particolari implicazioni? Una liason di solo sesso? L’inizio di quello che – a tutti gli effetti – potrebbe essere riconosciuto come un rapporto d’amore? La definizione di “ciò che siamo” non è certo facile o immediata, ed è ormai un dato di fatto che gli uomini rifuggano questo momento come la peste bubbonica: se il pensiero di dover mettere le carte in tavola vi tormenta, allora forse è arrivato il momento di prendere in mano la situazione e porre la fatidica domanda. “Stiamo uscendo ormai da un po’ di mesi, e vorrei capire come vedi la nostra storia”: alla fine non è terribile come potrebbe sembrare, e vi permetterebbe di risparmiare tempo assai prezioso.

Il diritto di essere impopolari

Il diritto di essere impopolari

Avete presente quelle interminabili maratone di shopping con l’amica di turno, quella con uno scarsissimo – se non nullo – senso di obiettività circa i propri acquisti? Col tempo, un po’ forse per sfinimento, avete finito con l’adottare la tecnica del consenso per paura di contraddirla e di dovervi sorbire l’interminabile rosario di domande e rassicurazioni che vi accompagna ogni vostra perplessità circa le sue scelte stilistiche, ma è arrivato il momento di avere il coraggio di essere impopolari, e di smettere di dire alle persone solo ciò che vogliono o si aspettano. D’altronde, vorreste davvero che una cara amica si comportasse così nei vostri confronti?

Il diritto di valorizzarsi

Il diritto di valorizzarsi

Quante volte a livello professionale – in procinto di una promozione, o di un cambio di lavoro – non avete alzato la posta in gioco, rilanciando l’offerta che vi stavano facendo e tirando al rialzo? Peccare di eccessiva modestia senza pretendere ciò che vi spetta alla luce della vostra esperienza e dei risultati ottenuti negli anni è un atteggiamento che non vi porterà di certo lontano, per cui imparate e puntare i piedi, a sottolineare i vostri meriti e qualità e a domandare di più. Magari il responso sarà negativo, ma d’altronde “finché non lo si chiede, la risposta sarà sempre e comunque no”.

Il diritto di dichiararsi non interessate

Il diritto di dichiararsi non interessate

L’avete conosciuto qualche mese fa, ci siete magari uscite un paio di volte perché vi sembrava un tipo carino e chissà, magari… ma di sicuro non si è accesa neanche la più flebile fiammella. Da lì poi, manco a dirlo, è partita una serie infinita di messaggi per rinnovare l’invito a rivedersi, ai quali avete replicato o con un secco silenzio stampa, oppure con dei vaghi “sì risentiamoci la prossima settimana” o “al momento sono molto impegnata, ti richiamo io presto”. Perché continuare a mentire per timore di urtare la sensibilità altrui? Un sincero rifiuto, adducendo appunto al fatto che non siete interessate ad approfondire la conoscenza, non ha mai ucciso nessuno… e d’altronde nemmeno gli uomini si sono mai fatti molti problemi a riguardo.

Il diritto di arrabbiarsi

Il diritto di arrabbiarsi

Avete tutto il diritto di arrabbiarvi, quando le circostanze lo richiedono. E – soprattutto – di dichiarare che siete arrabbiate, di rimanere arrabbiate e anche di sbraitare. Senza dover per forza di cose dover ricorrere alla giustificazione del ciclo in arrivo, o alla sindrome premestruale che vi rende tese e irritabili. Urlare contro chi vi ha urtato i nervi, e magari pure spaccare un piatto per terra a volte è salutare, anche solo per piantare un po’ più a fondo quei paletti di mutuo rispetto che, ad essere troppo condiscendenti e tolleranti, gli altri rischiano spesso di oltrepassare, approfittandosi di voi.

Il diritto di non fingere

Il diritto di non fingere

Quante volte vi è capitato, durante il sesso, di dover fingere un piacere che non c’era? Ad alcune fortunate non è mai accaduto, per altre invece è (purtroppo) ordinaria amministrazione: bene, per tutte quelle appartenenti a quest’ultima categoria, è arrivato il momento fatidico di prendere il coraggio a due mani e spiattellare all’altro senza mezzi termini la propria insoddisfazione tra le lenzuola. Pensateci bene: con la giusta modalità e le parole appropriate, potete porre fine a una situazione frustrante per entrambi, e dare una svolta al vostro rapporto, non solo in ambito strettamente sessuale… in fondo, si tratta di una situazione win-win per entrambi.

Il diritto di somigliare a vostra madre

Il diritto di somigliare a vostra madre

È un dato di fatto inevitabile: (quasi) tutte le donne, col passare del tempo, finiranno col dire o fare le stesse cose che hanno detto o fatto le proprie madri in passato, causando quel tipico fastidio che solo questa voce da “grillo parlante” è in grado di generare. Si tratta di un’evoluzione che va accettata ed abbracciata, nonché ammessa con un sorriso: accettare candidamente “Sto diventando esattamente come mia madre”, può anche aiutarvi a capirla un po’ di più, e magari arrivare a risanare alcuni aspetti di un rapporto messo in crisi da incomprensioni che – per vostra eccessiva chiusura e intolleranza – non sono state mai sanate.

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