L'isola di Ischia con il Castello Aragonese
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Isole Covid-free: dove sono e perché se ne parla

Molti sindaci di isole italiane, tra cui quelli di Ischia e Procida, chiedono di seguire l’esempio della Grecia. In realtà le altre località turistiche si sentono penalizzate, mentre il Governo frena perché l'unico criterio dev'essere anagrafico. E quindi? Spuntano altre alternative valide

Un’isola covid-free, senza contagi. È il sogno di molti vacanzieri che pensano già all’estate 2021. Ma è anche l’idea di molti sindaci e alcune Regioni che, insieme ad enti del turismo, spingono perché l’esempio greco sia seguito anche in Italia.

La prima a seguire il progetto di creare zone “protette” dal virus è stata proprio la Grecia che, contando su tante isole più o meno grandi, ha pensato di sfruttare la caratteristica dei confini naturali e dell’isolamento per creare zone sicure e libere da Covid. Proprio su questo modello, che permetterà alla penisola ellenica di riaprire i confini ai turisti di tutto il mondo dal 14 maggio, anche in Italia è nata la proposta di creare isole Covid-free, che però ha scatenato le proteste degli operatori del turismo del resto del Paese che si sentono penalizzati. Anche lo staff del commissario straordinario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha intimato “l’alt”. Ecco perché.

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Grecia covid-free

L’idea della Grecia è stata quella di procedere con vaccinazioni di massa e riservate, con priorità, agli abitanti delle 69 isole che rappresentano le mete principali del turismo estivo. In vista della riapertura del 14 maggio, si è dunque pensato di creare una corsia preferenziale per le località turistiche, sulle quali si fonda larga parte dell’economia greca. «Il modello della Grecia è assolutamente replicabile anche in Italia, dove sarebbe possibile partire dalle piccole isole. Questo avrebbe non solo una valenza economica in termini di rilancio dell’industria turistica dopo la crisi sanitaria, ma sarebbe soprattutto un messaggio rivolto ai turisti stranieri, in particolare del bacino del Mediterraneo» spiega Ivana Jelinic, presidente della Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo. «Ci dimentichiamo – prosegue Jelinic – che oltre il 52% delle presenze e degli arrivi nel nostro Paese è dato dagli stranieri. L’idea che possiamo bastare a noi stessi, con il turismo interno, è falsa. La Grecia è partita proprio da questo presupposto e dalle piccole isole, è un modello da seguire».

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Le (possibili) isole covid-free italiane

I primi a pensare di seguire l’esempio greco sono stati gli albergatori, ristoratori e operatori del turismo delle isole campane, come Ischia, Capri e Procida, i cui sindaci hanno proposto di vaccinare tutti gli abitanti, circa 20mila persone, per poter accogliere i vacanzieri in totale sicurezza. L’idea piace anche ai residenti dell’isola d’Elba, dove il Sindaco di Portoferraio e presidente della conferenza dei sindaci elbani, Angelo Zini, conta di poter vaccinare tutta la popolazione (35mila persone) entro fine maggio. Anche le isole Eolie, al largo della Sicilia, potrebbero contare sull’intera popolazione immunizzata entro l’estate, come alle Egadi. Più difficile raggiungere lo stesso obiettivo anche in Sicilia e Sardegna, ma l’obiettivo sarebbe il rilancio del comparto turistico per dare fiato agli operatori stagionali dopo mesi di crisi e chiusure forzate.

Per il Governo, vale il criterio anagrafico

A spegnere gli entusiasmi ci ha pensato la struttura commissariale del generale Figliuolo, che ha ricordato come l’ultima ordinanza (la n. 6 del 9 aprile) prevede come categorie prioritarie da vaccinare gli over 80 e i soggetti fragili, seguendo poi un criterio anagrafico al quale non si può e non si deve derogare. Il documento, d’altra parte, è in linea con quanto previsto dal ministero della Salute e con le direttive politiche del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che hanno valenza nazionale. «Io credo che l’esigenza di vaccinare soprattutto gli anziani over 80 e le categorie fragili, non sia contraria e opposta a quella di pensare anche a soluzioni mirate per alcune realtà che hanno un peso importante per l’economia del Paese, come l’industria del turismo in vista dell’estate» spiega Jelinic.

Lo scontro con le altre località turistiche

Come se non bastassero le limitazioni nazionali, a protestare contro l’idea delle isole covid-free ci hanno pensato gli operatori turistici di altre località italiane, che si sentono penalizzati. A farsi portavoce dei contrari è stato il Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: «Mi auguro che il ministro del turismo Garavaglia rigetti immediatamente la proposta di ‘isole Covid free’. Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre».

Ritorna in auge il passaporto vaccinale

L’idea alternativa è piuttosto quella di un passaporto vaccinale che valga su tutto il territorio nazionale, comprese le località montane. «Senz’altro, anche in questo caso, è giusto ispirarsi alle buone pratiche che sono state avviate in altre realtà all’estero» spiega Jelinic. Un riferimento è ad Israele, dove il passaporto vaccinale o Green pass è già realtà in un Paese dove il turismo ha un forte impatto.

Più tamponi in vista dell’estate

«Noi per primi abbiamo chiesto che, dopo gli anziani e i soggetti fragili, anche gli operatori del mondo del turismo siano vaccinati, in modo da permettere una ripartenza del settore che è un asset importante dell’economia italiana. Il passaporto vaccinale può essere una strada, anche se ancora con i livelli di immunizzazione che abbiamo adesso non è percorribile. È più concreta l’idea di implementare i tamponi in vista della prossima stagione turistica: test che abbiano i risultati in 48 ore e che permettano, ad esempio, l’accesso in sicurezza ad alberghi, resort e altre strutture ricettive non solo al mare, ma anche in montagna e ovunque» aggiunge la presidente della Fiavet.

Il caso del lago Trasimeno

Intanto c’è già un “paradiso” covid free in Italia e si tratta proprio di un’isola, o meglio tre, che si trovano al centro del lago Trasimeno, in Umbria. Si chiamano Maggiore, Minore e Polvese, anche se le ultime due non sono abitate. Le tre isole ricadono in tre comuni diversi e in oltre un anno di pandemia non hanno mai registrato casi di contagio. Sull’isola Maggiore si può contare proprio sul fatto che conti pochissimi abitanti, appena 15. L’ultimo arrivato è un bambino nato proprio in piena emergenza covid, dopo 27 anni che non si registravano nuove nascite. Ovviamente in estate la popolazione cresce, grazie al turismo, che sull’isola attendono a breve.

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