Expo

Expo 2015 ha aperto le sue porte al pubblico. Dopo mesi di attesa milioni di persone potranno finalmente assistere all'esposizione universale di Milano e partecipare alla riflessione sul tema di quest'anno: "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Più di 140 Paesi hanno aderito alla manifestazione, che consentirà di visitare luoghi inusuali e lontani in un unico grande viaggio. Impossibile riuscire a vedere tutto in un giorno. Ecco perché abbiamo pensato di suggerirti quali sono i padiglioni più belli che assolutamente non puoi perdere.

Expo Milano 2015: i padiglioni più belli da visitare

  • 05 05 2015

Expo 2015 ha aperto i battenti. Se hai intenzione di visitare l'Esposizione Universale, ecco i padiglioni da non perdere

 

Padiglione Francia

Realizzato dallo studio parigino XTU Architectes, il padiglione francese si sviluppa su una superficie di 3592 metri quadrati ed è costituito principalmente di legno lamellare. La struttura ricorda il mercato coperto, luogo simbolo della cultura alimentare francese. L’idea è quella di promuovere l’autosufficienza alimentare, l’accesso al cibo e la dimensione qualitativa dell’alimentazione. Tutte tematiche che si sposano perfettamente con gli obiettivi di Expo.

Padiglione Azerbaijan

Tra i più sorprendenti per forma e innovazione, il Padiglione Azerbaijan è stato progettato da Simmetrico Network con l’idea di condurre i visitatori all’interno di tre sfere di vetro distribuite su più livelli per rappresentare diverse biosfere. La struttura, che si sviluppa su un’area di 887 metri quadri, è realizzata in legno e pietra abbinati a vetro e metallo, con un controllo passivo del microclima ottenuto lasciando più libero il fronte nord della struttura.

Padiglione Vanke

Vanke, multinazionale cinese leader del settore immobiliare, ha chiamato l’archistar Daniel Libeskind per dar vita al primo padiglione realizzato da un’impresa privata in 163 anni di storia dell’Expo. Il progetto si ispira a una serie di evocazioni che spaziano dall’antico pensiero di Confucio e Lao Tzu, al  Rinascimento e all’arte contemporanea per condurre il visitatore in un viaggio che supera i confini di spazio e tempo e ripercorre tradizioni e valori della società.

Padiglione Gran Bretagna

Per scegliere a chi affidare il progetto del suo padiglione la Gran Bretagna si è affidata a una competizione. Il vincitore è stato Wolfgang Buttress, che ha realizzato una struttura ispirata agli alveari per sottolinearne l’importanza nel nostro ecosistema. L’obiettivo (raggiunto) è quello di colpire il visitatore e lasciare il segno, grazie a una costruzione dal forte impatto visivo che unisce design a ecologia su una superficie di ben 1910 metri quadrati.

Padiglione Principato di Monaco

Pur essendo un piccolo Paese, il Principato di Monaco ha dato vita a un grande progetto per il suo padiglione. La firma è dell’architetto italiano Enrico Pollini, che ha disegnato una struttura alla quale si può accedere da diversi punti. I container esterni sono veri container merci riutilizzati con funzioni architettoniche per sottolineare l’importanza del riutilizzo creativo. Il tetto in legno è coperto da un composto di muschio che consente la coltivazione di piante mediterranee. E poi: giardini verticali e un sistema di raccolta dell’acqua piovana. Alla fine della manifestazione la struttura sarà smantellata e inviata a un  progetto di aiuto della Croce Rossa in Burkina Faso.

Padiglione Cina

Agricoltura, alimentazione, ambiente,  sviluppo sostenibile sono i punti  focali della partecipazione della Cina  a Expo Milano 2015, che si traduce in un padiglione che rispecchia l’atteggiamento del popolo nei confronti della terra, riassunto dalla filosofia per cui “l’uomo è parte integrante della natura”. Il progetto ha l’obiettivo di illustrare le tradizioni culturali e i progressi nei campo dell’agricoltura, al fine di trovare un equilibrio per il futuro di essere umano e ambiente.

Padiglione Russia

Il Padiglione Russia è una sintesi di tradizione e innovazione. Il progetto è dello studio Speech e porta la firma degli architetti Sergei Choban, Alexei Ilin e Marina Kuznetskaya. Tra le strutture più grandi dell’esposizione, si snoda su un’area di oltre 4mila metri quadri e riprende il design dei padiglioni russi delle precedenti Expo cui il Paese ha partecipato.

Padiglione Ungheria

I principi dell’architettura organica sono alla base dell’idea del Padiglione Ungheria. Una struttura di tre piani, ideata da Attila Ertsey, Ágnes Herczeg e Sándor Sárkány, in cui forme e materiali sono volte a esaltare il rapporto tra uomo e universo. La parte centrale del padiglione è ispirata all’Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità richiamano alla mente i tamburi sciamanici su cui campeggia il simbolo dell’albero della vita in cui scorre la celebre acqua dolce naturale ungherese dalle note proprietà termali.

Padiglione Thailandia

Per la sua partecipazione a Expo 2015 la Thailandia si è ispirata a due simboli della tradizione. Da una parte – al centro – troviamo il “ngob”, il cappello tipico dei coltivatori di riso, dall’altra il “naga”, l’essere simile a un drago che rappresenta gli spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi e portatori di pioggia e  fertilità.

Padiglione Emirati Arabi Uniti

Progettato da Foster+Partners, il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti ha muri di sabbia increspata dal  vento alti dodici metri e un ingresso delineato da uno schermo video  lungo settantacinque metri. Tra i più spettacolari della manifestazione, al suo interno contiene un un auditorium cilindrico rotante e una rampa al termine della quale si scopre un’oasi che ospita esibizioni incentrate sul tema della sostenibilità. Filo conduttore dell’intera struttura è la sabbia, che rappresenta il paesaggio arabo. Il padiglione, inoltre, è provvisto  di sistemi di recupero dell’acqua piovana e celle  fotovoltaiche, ed è  stato progettato tenendo in considerazione due  climi: quello  naturalmente fresco di Milano e quello assolato degli Emirati Arabi Uniti, destinazione del padiglione alla conclusione di Expo Milano 2015.

Riproduzione riservata