Danza, i consigli dell’esperta

  • 09 09 2011

Danza classica o contemporanea? Da che tipo di stile cominciare?

Sandra Giorgetti, titolare della Classic Ballett School di Trapani, insegnante diplomata alla Royal Academy di Londra, la settimana scorsa ci ha spiegato a che età è meglio cominciare a danzare e come scegliere le migliori scuole o  Accademie. Oggi abbiamo chiesto alla Professoressa Giorgetti da quale stile è meglio iniziare e quali sono i benefici della danza per un bambino. Ci ha risposto che il percorso più corretto è quello di cominciare con la tecnica classica, che dovrebbe essere il punto di partenza, la base di ogni evoluzione stilistica. Una volta acquisito un livello medio alto di tecnica, dopo circa 6 o 7 anni di studio, si può pensare di integrare con lo studio di altri stili, come il contemporaneo, modern, lirical jazz o di passare decisamente all’approfondimento di uno di questi stili. La scelta dello stile dovrà essere effettuata a seconda delle attitudini, della sensibilità artistica e della predisposizione fisica.

Quanto all’aspetto psico-pedagogico, Sandra ci ha chiarito che “la danza è sicuramente una tra le discipline motorie più complete ma va da sé che se insegnata senza competenza può apportare danni gravissimi”. Ad esempio, “l’uso scorretto del famoso “en dehor”, cioè della particolare postura di rotazione degli arti inferiori in fuori, totalmente innaturale per gli individui, se non impostata con le dovute cautele produrrà disastri enormi a tutto l’apparato scheletro-muscolare”. Quindi – raccomanda la Professoressa Giorgetti – “genitori, attenzione!”. Infine, una un ultimo chiarimento, importantissimo: a cosa “serve” la danza, a cosa può far bene? Un bambino adeguatamente seguito che si avvicina allo studio di questa disciplina imparerà nel corso degli anni: in primo luogo l’autodisciplina (molte allieve grazie alla disciplina della danza, hanno ottenuto ottimi risultati nella vita “normale: scolastici, buona etica comportamentale, capacità decisionali evidenti…). Vi è poi un forte sviluppo della  cognizione della propria corporalità, la determinazione del carattere, affinerà inoltre capacità intuitive date dall’uso e dalla comprensione del gesto: nella danza si usa il corpo non la parola. Sandra invita i genitori a prestare molta attenzione anche ad un altro profilo. Molti, erroneamente, pensano di avviare alla danza i figli ritenuti “timidi”, nel tentativo di migliorarli invece accade spesso proprio il contrario: un bambino timido difficilmente proverà piacere nell’esibirsi, anzi c’è il rischio che tenda a chiudersi ulteriormente. Buona Avventura!

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