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Bambini distratti: se tuo figlio vive in un mondo tutto suo

Lo chiami e non ti sente. La maestra parla e lui pensa ad altro. Tutti considerano la sua distrazione un difetto. E se invece fosse una risorsa?

Hai l’impressione che tuo figlio, a casa come a scuola, sia un po’ distratto e inconcludente? «Non giudicarlo male: probabilmente ha solo un’immaginazione più vivace degli altri compagni. Insomma, non è l’attenzione quello che gli manca: semplicemente, si appassiona a ciò che interessa solo a lui» afferma la pedagogista Elisabetta Rossini. «Così, mentre noi adulti badiamo soprattutto alle questioni pratiche e organizzative che riguardano la casa, i figli, la scuola, lui gioca e sogna a occhi aperti. Ecco perché non sente quando lo chiami e sembra sempre con la testa tra le nuvole».

Certo, un bambino così può far spazientire. Ma tieni presente che la sua immaginazione è una risorsa. Vediamo perché con l’aiuto dell’esperta.

Ha una vita interiore molto ricca  Chi ha queste caratteristiche può giocare da solo per ore, inventando storie fantastiche. E mettendo in scena tutta la gamma delle emozioni, incluse quelle “difficili”, come rabbia e aggressività, che da piccoli non si sa bene come gestire e accogliere. Se, per esempio, la mamma si è arrabbiata tanto o, a scuola, alcuni compagni si sono azzuffati, attraverso l’immaginazione lui potrà mettere in scena proprio quegli stati d’animo: dà loro “una parte”, riuscendo così a rielaborarli e a comprenderli.

Ha una grande creatività I bambini più dotati di immaginazione sono anche curiosi e molto creativi, smontano e ricostruiscono giocattoli, sanno trasformare uno scatolone in un aereo con poche semplici soluzioni e, in genere, disegnano bene usando molti colori. Senza farsi condizionare dalla realtà. Per esempio, il prato può essere blu, le case lilla e in cielo possono convivere il sole e la luna. Lasciamoli fare perché questa loro libertà interiore sarà una grande risorsa anche quando saranno cresciuti. E potranno metterla a frutto per trovare soluzioni sorprendenti nel lavoro o nella vita privata.

Ha una visione più ampia della realtà La difficoltà di concentrazione dipende anche dal gran numero di connessioni neuronali del suo cervello. Vuol dire che, rispetto a un adulto, e probabilmente più dei suoi coetanei, la sua mente è in grado di vedere sia il particolare, sia l’insieme. Ecco perché va lasciato libero di esplorare il mondo a modo suo: dopo i 7-8 anni, crescendo, il numero delle sinapsi diminuirà naturalmente e lui imparerà a concentrarsi. Ma, più oggi gli sarà possibile sviluppare idee e abilità in autonomia, più domani si dimostrerà abile nel superare eventuali osatacoli e nell’esprimere i suoi talenti.

AIUTALO A TORNARE CON I PIEDI PER TERRA

Crescere significa anche imparare a distinguere tra realtà e immaginazione. Per aiutarlo in questo percorso, fai così.

1. Digli come sarà la giornata  Avere la testa tra le nuvole, a volte, espone i bambini a soprese che li disorientano. Succede se, per esempio, all’uscita da scuola o dalla lezione di nuoto trovano il papà al posto dei nonni. Per non confonderli è sempre bene dare loro tutte le spiegazioni. E se l’organizzazione famigliare è impegnativa, può essere utile ricorrere a un cartellone con i giorni della settimana colorati in modo diverso a seconda di chi andrà a prenderli a scuola o in palestra.
2. Preparalo ai suoi doveri Ci sono impegni che vanno rispettati: la cartella va preparata con attenzione, i denti si devono lavare. Per ottenere questo risultato, evita di intervenire all’improvviso interrompendo un gioco per ricordargli un compito. In quel momento lui è completamente assorbito da quello che sta facendo e, se lo riporti bruscamente nella realtà, inizia a fare i capricci o non ascolta. Preparalo gradualmente: «Finisci quello che stai facendo. Torno tra 5 minuti e cominci a studiare».

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