Si sa che il numero di figli ideale è estremamente soggettivo e dipende da molte variabili. Eppure

Si sa che il numero di figli ideale è estremamente soggettivo e dipende da molte variabili. Eppure i dubbi dei genitori sono sempre in agguato: sarà più felice un figlio unico? Dare un fratellino è sempre un'esperienza positiva? E quando il numero di figli sale, i dubbi sembrano crescere! Il nostro vissuto come figli poi ci influenza moltissimo nella scelta: figli unici che hanno sofferto la solitudine vorrebbero una famiglia numerosa, così come chi ha vissuto molti conflitti con fratelli o sorelle preferirebbe avere un figlio solo.

Per cercare la formula della "famiglia felice" in base al numero dei figli gli studiosi hanno condotto più di una ricerca... dai risultati contrastanti! Perché appunto la scelta è così soggettiva da non poter essere tradotta da freddi dati e soluzioni scientifiche. È comunque interessante constatare le ragioni dei sostenitori del figlio unico e quelle della famiglia numerosa... vediamole a confronto.

Figli unici o fratelli: esiste la formula della famiglia felice?

I dati contrastanti di studi e ricerche sul tema ci suggeriscono che la famiglia ideale dipende solo da noi stessi

Il buon rapporto o meno tra fratelli dipende molto dai genitori. Ecco qualche consiglio per creare una buona armonia tra i tuoi figli.

La famiglia ideale: con un figlio unico?

I figli unici sarebbero più soli, tristi e introversi di quei bambini che hanno fratelli e sorelle? Sembrerebbe proprio di no! Lo psicologo inglese John Bowlby che formulò la teoria dell’attaccamento nel 1969, sembra confermare questa ipotesi: una buona relazione con l’adulto è indispensabile per avere una base sicura nel percorso di crescita. Insomma, ha molta più importanza la relazione con i genitori nella formazione del carattere che con fratelli o coetanei.
Anche le ricerche confermano la felicità dei figli unici: dal 1987 due professori dell’università del Texas, Toni Falbo e Denise Polit, hanno effettuato centinaia di studi sui ragazzi, prendendo in considerazione diversi aspetti come la tendenza a socializzare o la capacità di leadership. I risultati non lasciano dubbi: non ci sarebbe alcuna differenza tra chi è cresciuto da figlio unico e chi ha avuto una famiglia numerosa.
A sostegno della famiglia con un solo figlio arriva anche uno studio dell’Università della Pennsylvania che ha preso in esame 35mila genitori: le coppie con un solo figlio sarebbero in assoluto le più soddisfatte!

I genitori più felici: con due figlie femmine

A favore della famiglia con più figli arriva invece uno studio inglese, pubblicato sul sito per l’infanzia bounty.com: la famiglia perfetta sarebbe formata dai genitori con due figli. Per l’esattezza avere due sorelline in famiglia sarebbe il segreto della felicità. Gli esperti hanno esaminato 2.116 famiglie con dodici diverse combinazioni di figli tra maschi e femmine (esclusi i figli unici) e fino a 4 figli.
Due bambine sembrano essere la formula della felicità perché sarebbero più docili e mono litigiose. Si affezionerebbero tra loro e proverebbero molta fiducia nei confronti dei genitori. Il condizionale è certamente d’obbligo! Secondo questo studio però, la famiglia peggiore sarebbe composta da 4 figlie femmine: se raddoppiano le bambine, litigi e conflitti sarebbero all’ordine del giorno!
Al di là delle ricerche, il buon senso ci suggerisce comunque che, anche se spesso i fratelli sono litigiosi, i vantaggi si troverebbero nell’età adulta, in prospettiva dell’invecchiamento dei genitori. Avere l’appoggio di un fratello quando i genitori hanno bisogno di cure e assistenza è molto importante. Così come per condividere il dolore della perdita di un genitore.

Quasi la metà delle famiglie è composta da un solo figlio

I dati Istat intanto sono molto chiari per quanto riguarda la situazione italiana: le famiglie con un solo figlio rappresentano il 46,5% del totale, contro il 43% di quelle con due e il 10,5% di quelle con tre figli o più. I numeri, naturalmente, non ci parlano di sentimenti e felicità dei nuclei familiari con un solo figlio, sembrano piuttosto denunciare una crisi che va a insinuarsi anche nelle nostre scelte di vita. Cresce infatti il numero di donne occupate in gravidanza che non lavora più a due anni di distanza dal parto (22,3% nel 2012 dal 18,4% nel 2005): uno scenario che non predispone di certo ad affrontare un eventuale nuovo nato, che graverebbe ancor di più sul bilancio familiare già messo a dura prova dalla perdita del reddito da parte della madre.

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