Riconoscimento di paternità: cos’è e come funziona

  • 21 06 2012

Riconoscimento di paternità: la nostra esperta ci spiega cos’è e come funziona

Succede spesso: una notte d’amore infuocato, l’incontro con quello che sembrava l’uomo della tua vita, poi, nel tempo, scopri che lui è già sposato o non vuole impegnarsi. Scopri che magari già ha un’altra o comunque non vuole grane, e nemmeno riconoscere il bambino che porti in grembo. Il mondo ti crolla addosso. Cosa si può fare in queste circostanze? Cosa può fare una donna per ottenere il riconoscimento di paternità? E’ sempre importante cercare di ottenerlo?

A questa e altre domande risponde l’Avvocato Corinna Marzi, esperta in diritto di famiglia e dei minori

Avvocato Marzi, cosa può fare una mamma quando il proprio compagno (anche non convivente) non vuole riconoscere suo figlio?

Ai sensi dell’art. 269 del codice civile la paternità o la maternità naturale possono essere dichiarate nei casi in cui il riconoscimento è ammesso. A tal proposito la prova della maternità e della paternità può essere data con ogni mezzo. La sola dichiarazione della madre e la sola esistenza di rapporti tra la madre ed il supposto padre all’epoca del concepimento non costituiscono prova della paternità naturale.

“Negli ultimi anni la prova della paternità con la metodologia più accurata è divenuta quella genetica del DNA il cui risultato porta o ad una esclusione del 100% ovvero ad un’attribuzione della paternità pari al 99,99999999999%. Si tratta di un esame che accerta la paternità o maternità attraverso l’analisi di alcune regioni del DNA di derivazione materna e paterna comparate con quelle del figlio. In caso il genitore sia deceduto ed in presenza di sufficienti presunzioni dell’esistenza di un rapporto intercorso tra la madre ed il presunto padre, che debbono essere precise, gravi e concordanti (quali ad esempio lettere del padre alla madre nelle quali parla del figlio, bonifici bancari periodici in favore della madre del minore ecc.) è possibile che il Giudice ordini l’esumazione del cadavere ai fini del prelievo di tessuto genetico”.

C’è un procedura da seguire? E’ bene rivolgersi ad un avvocato?

La procedura da seguire per il riconoscimento di paternità è appunto quella stabilita dall’articolo 269 c.c. anzidetto e si tratta di una domanda rivolta al Tribunale per i Minorenni o al Tribunale Civile ordinario (a seconda che il figlio è ancora minorenne o già maggiorenne) per la dichiarazione giudiziale di paternità (o maternità). Le mamme o i figli che intendono valersi dell’anzidetta procedura devono necessariamente rivolgersi ad un avvocato. Attesa la estrema delicatezza dell’argomento io consiglio sempre di rivolgersi ad un professionista esperto in Diritto di Famiglia e Minori che ha conoscenza degli uffici preposti ed ha esperienza nella materia. L’azione è imprescrittibile riguardo al figlio. Se questo dovesse morire prima di aver iniziato l’azione, questa può essere promossa dai discendenti legittimi, legittimati o naturali riconosciuti entro due anni dalla morte. Se l’azione era stata già promossa ed il figlio muore in corso di causa, questa potrà essere proseguita dai discendenti legittimi, legittimati o naturali riconosciuti.

“L’azione di riconoscimento di paternità può essere altresì promossa nell’interesse del minore dal genitore esercente la potestà genitoriale o dal tutore. Se il figlio ha già compiuto i sedici anni di età occorre il suo consenso per promuovere o proseguire l’azione. La sentenza che dichiara la filiazione naturale produce gli effetti del riconoscimento. Il giudice all’uopo potrà dare i provvedimenti che ritiene utili per il mantenimento, l’istruzione e l’educazione del figlio e per la tutela degli interessi patrimoniali di lui. In tutti i casi in cui non può proporsi la domanda giudiziale di paternità o maternità il figlio naturale può agire per ottenere il mantenimento, l’istruzione e l’educazione. Il figlio naturale se  maggiorenne ed in stato di bisogno può agire per il ottenere gli alimenti. L’azione è ammessa previa autorizzazione del Giudice. Se il figlio è minorenne l’azione può essere promossa nel suo interesse da un curatore speciale nominato dal giudice, su richiesta del pubblico ministero o del genitore esercente la potestà.”

E’ sempre la cosa migliore da fare quella di cercare di ottenere il riconoscimento di paternità per il proprio figlio?

In linea di massima è sempre consigliabile promuovere l’azione di dichiarazione di paternità o di maternità per tutelare il figlio sia sotto il profilo economico (mantenimento e diritti ereditari) che sotto il profilo educativo. Vi sono però dei casi in cui l’interesse del figlio potrebbe non essere quello di vedersi riconosciuto dal padre o dalla madre presunti tali. Sono valutazioni queste da farsi caso per caso anche in sede di consulenza con un avvocato.

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