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Mamma ho paura: il professor Pani, psicoterapeuta e psicoanalista, ci spiega come parlare ai bambini del terremoto

  • 31 05 2012

Terremoto: le scosse di questi giorni inquietano anche i bambini. Come parlarne con loro? Abbiamo chiesto un consiglio al nostro esperto

La terra ha tremato più volte e continua a farlo. Siamo tutti spaventati e lo sono anche i bambini. Vogliono sapere e vogliono capire, anche loro. Chiedono agli adulti di spiegare cos’è il terremoto, cosa succede e – soprattutto – cosa succederà.

Il Professor Roberto Pani – specialista in Psicologia Clinica e professore di Psicopatologia all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Psicoterapeuta e Psicoanalista – ci ha spiegato come è meglio comportarsi con i bambini.

Professore come bisogna comportarsi con i bambini?  E’ giusto spiegare loro quello che accade? Cosa è giusto spiegare, cosa no?

Sicuramente, conviene spiegare loro, possibilmente senza drammatizzare, specialmente se è il momento giusto, che i moventi di assestamento della terra rappresentano un fenomeno naturale e che tutto passerà. E’ sempre stato così, da che mondo è mondo. È bene che la persona adulta abbracci forte il bambino e faccia sentire a lui la propria fisicità, in modo che ottenga un senso di protezione

Professore, come fare a non spaventare i bambini?  

Mostrare il sorriso, far pensare che è quasi un gioco, naturalmente se la scossa è lieve e non lascia presagire un pericolo maggior, conviene sorridere mantenere un atteggiamento leggero e sorridente, un’ironia che faccia apparire più la “noiosità” dell’evento che la drammaticità: tenere al bambino la mano e dire qualche frase del tipo: come balliamo che sensazione strana è quasi divertente …. !

Professor Pani, da che età i bambini sono “pronti” a capire?

Circa a tre anni i bambini capiscono molto se i genitori o chi per loro sono ansiosi e o preoccupati. E’ bene controllare il più possibile l’angoscia e, al tempo stesso, muoversi sotto le soglie delle porte portanti e le pareti portanti. Non uscire nella scale o ascensori e avere fiducia che presto passerà il cataclisma.

Professore, è vero che i bambini vogliono essere rassicurati del fatto che non succederà anche a loro, che nessuno morirà etc etc..?

Certamente la normalità deve essere ripristinata non appena il terremoto è passato. Sono eventi che succedono, ma per lo più non lasciano tracce gravi. Inutile dire che quando si è vicino all’epicentro del clisma, questi discorsi non bastano perché l’evidenza drammatica sovrasta tutto. Bisogna incoraggiare di fronte al reale pericolo “dai che ci riusciamo, guardati attorno e evita, salta, etc…io sono con te, vedrai che non moriremo..”

Professor Pani, spiegare ai bambini come comportarsi, senza spaventarli, può essere utile a salvaguardarli in caso di terremoto? Può essere utile farlo sotto forma di gioco?

Nel film di Benigni con il quale il regista-attore comico si è addirittura conquistato il premio Nobel, La vita è bella,   c’è un buon e mirabile esempio che illustra come una incredibile tragedia possa essere giocata a favore di un bambino per attenuare l’angoscia. Non sempre è possibile trasformare l’angoscia e la perdita, come nel film, ma ci si può provare il più possibile, senza tradire l’autenticità perché, in questo caso, produrrebbe l’effetto contrario. Non si tratta di mentire, ma di proporre la stessa verità attraverso una versione più leggera e adatta ai bambini che non possono tollerare la solitudine e l’abbandono.

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