Preadolescenti, consigli per i genitori

La preadolescenza è una sorta di salto nel buio, sia per gli stessi bambini-ragazzi sia per i genitori, che spesso entrano in crisi. Ma di cosa si tratta esattamente? Parliamo di quella fascia d'età che va dai 9 ai 12 anni circa, costellata da cambiamenti fisici, identitari, cognitivi ed emotivi.

Come deve comportarsi il genitore "precipitato" in questa "terra di mezzo" tra infanzia e adolescenza ? L'abbiamo chiesto alla dott.ssa Cristina Fumi, psicologa e psicoterapeuta lacaniana.

Iniziamo con alcune parole chiave nella relazione tra genitori e figli preadolescenti: tolleranza, ascolto empatico, riconoscimento, confronto, dialogo, comunicazione ed emotività in tutte le sue sfaccettature.

Preadolescenza: 6 consigli per i genitori

La preadolescenza è un'età di mezzo tra l'infanzia e la vera e propria fase adolescenziale. Difficile nelle sue sfumature, sia per il preadolescente sia per mamma e papà. L'esperta consiglia come gestire questo periodo delicato nella crescita dei figli

 

La preadolescenza fa paura ai genitori perché, nella maggior parte dei casi, non ci sente ancora preparati a gestire il passaggio in questa sorta di “terra di mezzo“. Fase intermedia tra l’infanzia e l’adolescenza vera e propria, quest’età pone tutta la famiglia di fronte a nuovi conflitti e sfide. L’importante è non perdere la calma e saper accettare il confronto, anche acceso, come termine di crescita e arricchimento reciproco

Accettare i cambiamenti senza allontanarsi

Nuovi compiti per figli e genitori

Di solito il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza è piuttosto brusco, anche se si possono percepire dei segnali di avvertimento nel comportamento del bambino attorno ai 9 anni di età circa. Abbiamo chiesto all’esperta quali sono le nuove sfide e i cambiamenti che i i figli si trovano di fronte in questa fase delicatissima della crescita.

«Il preadolescente si rende conto gradualmente che i genitori non sono quegli esseri onnipotenti e benevoli percepiti e introiettati da bambino e, con l’acquisizione del pensiero critico, inizia un percorso di disillusione, attraverso il quale le figure genitoriali vengono spogliate dell’infallibilità e benevolenza attribuitegli durante l’infanzia» spiega la dott.ssa Fumi.

«A loro volta, i genitori sperimentano la disillusione nei confronti del ragazzo, ormai non più bambino, quel bambino così amorevole e dolce. Il rischio è che questa disillusione reciproca si trasformi in un vero e proprio senso di delusione: i genitori così come i ragazzi rischiano di irrigidirsi, di giudicare….di allontanarsi» continua l’esperta.

«Durante la preadolescenza, i ragazzi si trovano a dover affrontare nuovi compiti di sviluppo: le relazioni con i coetanei (anche dell’altro sesso, in misura crescente), l’acquisizione del ruolo sociale maschile e femminile, l’accettazione dello sviluppo del proprio corpo e il conseguimento di una certa autonomia emotiva dai genitori e, più in generale, dagli adulti» conclude la psicologa.

Incoraggiare le nuove esperienze

Allargare gli orizzonti

Cosa devono fare, dunque, i genitori per evitare un reciproco allontanamento nella relazione con i figli preadolescenti?

«Uno dei consigli che mi sento di dare ai genitori di preadolescenti, è quello di favorire e incoraggiare nuove esperienze all’esterno della famiglia, di farsi “porto sicuro”. Ovvero, di diventare il luogo da dove il ragazzo possa partire per esplorare il mondo, certo di poter tornare e ritrovare affetto e sicurezza senza sentirsi giudicato e colpevole» spiega la dott.ssa Cristina Fumi.

Un atteggiamento fermo ma elastico

Regole da negoziare

La preadolescenza si esprime anche con un maggior desiderio di libertà da parte del ragazzo, unitamente a una sorta di allontanamento dal concetto di autorevolezza del genitore.

«In questa fase, è importante che mamma e papà mantengano un atteggiamento fermo ed elastico. Ciò significa dare regole precise, condivise, chiare e coerenti (sempre comunicate e mai date per scontate). Ma, allo stesso tempo, ci si deve rendere disponibili a rinegoziare le regole precedentemente concordate» consiglia la psicoterapeuta.

«Concedere qualche eccezione alleggerisce, aiuta il confronto e il dialogo. Quest’ultimo diventa, infatti, più ricco e naturale sia per i ragazzi sia per gli stessi genitori» conclude l’esperta.

Ascoltare e accogliere

Senza troppa paura

La preadolescenza pone di fronte al senso di fragilità non solo i ragazzi, ma anche gli stessi genitori. A volte, sono proprio questi ultimi ad aver paura di sbagliare, di concedere troppo o troppo poco.

«In questa fase delicata, i genitori dovrebbero ascoltare e accogliere le istanze del ragazzo senza eccessivi timori. Tutto ciò al fine di costruire un dialogo aperto e sincero, rispettoso ma libero. Si tratta di una fase naturale del ciclo della vita, non bisogna spaventarsi. Come accade per ogni fase, è bene imparare a viverla un giorno alla volta, un cambiamento per volta» consiglia la dott.ssa Fumi.

Non aver paura del conflitto

Gestire senza negare

Preadolescenza spesso fa rima con liti e discussioni, interminabili e stancanti per entrambe le parti. Eppure, tutto ciò altro non è che un passaggio obbligato e, a suo modo, “benefico” sia per i figli sia per i genitori.

«Non bisogna aver paura del conflitto, si tratta di una modalità necessaria ai ragazzi per elaborare e affermare la propria individualità. Fa parte del gioco ed è importante consentirsi l’esperienza del dissenso, come genitore, e consentirla anche al ragazzo evitando atteggiamenti di giudizio e rigidità. Attraverso il conflitto, infatti, sono possibili il cambiamento e la transizione. Dunque, il dissenso va gestito e mai negato!» conclude la dott.ssa Fumi.

Rimettere la coppia al centro

Curare la relazione di coppia

Non solo ruolo di genitori, durante la preadolescenza è necessario anche ripensare alla coppia e preservarla.

«Rimettere la coppia al centro, verso nuovi equilibri e nuove prospettive: curare la relazione di coppia significa curare e preservare il legame genitoriale in ogni fase del ciclo di vita ma soprattutto nelle fasi di preadolescenza e adolescenza» spiega la dott.ssa Fumi.

«Di fronte a una coppia genitoriale serena, solida, coesa e appagata, il ragazzo è libero di allontanarsi (“partire”) senza percepire come pericoloso e colpevole il proprio distacco e allontanamento. Osservando e vivendo, così, una relazione di coppia che, pur non avendo affatto abdicato al ruolo genitoriale, non lo intrappola al suo interno (appagandosi del solo ruolo di genitore) attraverso meccanismi invischianti e regressivi, e quindi molto pericolosi da un punto di vista psichico» conclude l’esperta.

 

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