Abbiamo sempre creduto che, nella pancia della mamma, un bambino fosse protetto da tutto. Non è ver

Abbiamo sempre creduto che, nella pancia della mamma, un bambino fosse protetto da tutto. Non è vero? «Quello è il nido migliore che madre natura ha creato per lui. Ma poi contano altri due pilastri. Il primo è costituito dall'ambiente: se la futura mamma vive in una grande città inquinata oppure in una zona agricola dove si fa abbondante uso di pesticidi, il feto assorbirà sostanze che interferiranno con l'attività dei suoi geni. E, a distanza di anni, questo potrà portare a malattie che vanno dall'ipertensione alle patologie cardiovascolari fino ad alcuni tipi di tumore».

Non è nel corredo genetico che abbiamo ricevuto dai nostri genitori che è scritto se ci ammaleremo?
«In parte sì, ed è il tema della "predisposizione familiare" che un individuo può avere. Ma oggi sappiamo che anche l'ambiente gioca un ruolo importantissimo, insieme al secondo pilastro: l'alimentazione. Se, per esempio, una donna incinta mangia cibi troppo ricchi di sale, grassi, zuccheri, conservanti e poveri di nutrienti, suo figlio andrà incontro a obesità, ipertensione e malattie metaboliche. E succederà perché nei primi mille giorni nel suo organismo sono entrate queste sostanze dannose. Attenzione: se, crescendo, il ragazzo imparerà a mangiare in modo sano ed equilibrato, è molto probabile che non succederà. Ed è un'altra conferma del legame tra cibo e salute».

La dieta dei primi 1000 giorni

Dal concepimento al secondo compleanno di un bambino si gettano le basi per la salute che avrà da grande

L’attesa di un figlio, specie del primo, è uno dei momenti più emozionanti e carichi di cambiamenti nella vita di una donna e di una coppia. Che, nella girandola di timori, trasformazioni e controlli medici, oggi può contare sull’aiuto di una nuova teoria.
È quella dei “mille giorni”, dalle ultime scoperte dell’epigenetica, la scienza che studia i meccanismi che regolano l’attivazione dei nostri geni. In pratica, l’ambiente e l’alimentazione della mamma (prima) e della famiglia (poi) dal concepimento ai due anni di età di un bambino, sono decisivi per la salute che lui avrà da adulto. È la tesi di partenza di un libro scritto a quattro mani da un noto pediatra nutrizionista, Gianfranco Trapani (trapanigianfranco.it) e da una giornalista di Donna Moderna, Silvia Calvi. Agli autori abbiamo chiesto di spiegare a quali aspetti, secondo queste nuove frontiere, occorre fare attenzione se si aspetta un bebé.

La dieta dei primi 1000 giorni, di Gianfranco Trapani e Silvia Calvi - MondadoriNon un manuale di re

La dieta dei primi 1000 giorni, di Gianfranco Trapani e Silvia Calvi – Mondadori

Non un manuale di regole ma un emozionante viaggio per conoscere meglio il proprio figlio, e quello che serve al suo organismo per crescere bene e diventare, domani, un adulto forte e sano. Con, in più, le interviste alle mamme e ai maggiori esperti, le nuove tabelle dell’OMS e tanti consigli utili da seguire prima, durante e dopo la gravidanza.

Dopo la nascita: l'importanza dell'allattamento

Cosa accade dopo la nascita?
«La mamma, alle prese con l’allattamento, deve continuare a nutrirsi bene, secondo le regole della dieta mediterranea. Anzi, l’arrivo di un figlio dovrebbe essere, per tutta la famiglia, l’occasione per migliorare lo stile di vita con attività fisica regolare e dieta sana.
E, cioè, in sintesi: bere molta acqua e puntare su frutta e verdura fresche, legumi, cereali integrali, pesce azzurro, poca carne bianca e olio extravergine d’oliva. Vale qui la pena di ricordare che il latte materno è l’alimento più sano, digeribile e completo che si possa offrire a un neonato. E anche questo gesto rappresenta un’assicurazione sulla salute del bambino. Insieme al contatto con la natura: stare il più possibile immersi nel verde, contribuisce al benessere di genitori e bebé».

Se la mamma è vegetariana

E se mamma e papà sono vegetariani?
«Nel periodo della gravidanza e dell’allattamento non ci sono controindicazioni. La mamma vegana invece deve fare più attenzione: senza alimenti come uova, latte e latticini, dovrà fare controlli regolari e ricorrere ad alcuni integratori, soprattutto di ferro e vitamina B».

Svezzamento: la condivisione dei pasti

Le ultime ricerche scientifiche hanno portato dei cambiamenti anche nello svezzamento?
«Sì. In primo luogo oggi si preferisce parlare di “alimentazione complementare insieme”, una definizione che sottolinea l’importanza del primo ingrediente dello svezzamento: la condivisione. Vuol dire che il momento dei pasti (e, quando il bambino sarà cresciuto, anche quello della preparazione dei piatti) è un momento da vivere tutti insieme, parlando e mangiando cibi semplici e sani. Perché anche l’esempio è importante.
Uno studio americano dimostra che i genitori sono un modello per l’alimentazione dei figli. E l’imprinting comincia prestissimo, fin da quando si passa dal latte al cibo solido. L’importante è non bruciare le tappe: se il bimbo rifiuta il cucchiaio e sputa il cibo, vuol dire che per lui non è ancora il momento. Basterà riprovarci dopo qualche giorno finché sarà pronto.

L'alimentazione dopo il primo anno

E quali sono le regole per gli ultimi 365 giorni di questo percorso?
Dopo il primo compleanno i bambini entrano in una fase speciale: il loro gusto, che ha iniziato a formarsi nel periodo intrauterino, si definisce meglio. E si chiariscono le preferenze alimentari. Ecco perché è importante, e bello, sperimentare insieme nuovi piatti. Ma senza tradire le regole della dieta mediterranea né eccedere con le calorie e con le proteine animali. In base alla ultime ricerche sono state riviste tutte le tabelle del fabbisogno dei bambini, età per età. E, come riportiamo nel libro, tutti i valori sono stati abbassati. Basta rispettare queste indicazioni per veder crescere il proprio figlio sano, forte e felice.

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