Svezzamento, come si fa

I primi mesi con un neonato sono tutti coccole, mancanza (più o meno accentuata) di ore di sonno, dolci progressi e latte, tanto latte. Per quanto riguarda l'allattamento, le indicazioni parlano chiaro: quello esclusivo al seno sarebbe da protrarre fino all'inizio dello svezzamento, ovvero fino al sesto mese d'età.

Per poi continuare ad allattare a "colazione", a merenda o la sera prima della nanna...fino a quando non si percepisca che è giunto il momento di un fisiologico "distacco" dal seno della mamma, il tutto in totale relax e libertà. Il latte vaccino va dato soltanto a partire dai 12 mesi di età.

Al compimento del sesto mese di vita del bambino, quindi, iniziano le fatidiche domande e i soliti dubbi sulle modalità corrette di svezzamento. Abbiamo fatto chiarezza con l'aiuto del dott. Guido Fontanelli, pediatra.

Svezzamento: quando iniziare e come

Lo svezzamento dovrebbe essere una conquista dolce e graduale. La parola d'ordine per mamma e papà è: pazienza

 

Quando iniziare e come

Intorno ai sei mesi e con molta calma

La parola chiave per iniziare lo svezzamento con il “piede giusto” è: pazienza. Infatti, un buon atteggiamento del genitore (calmo e ragionevole) è il primo passo affinché il bambino possa sviluppare un buon rapporto con il cibo, senza temere l’assaggio o i sapori nuovi. I

l pediatra consiglia di iniziare con piccoli assaggi di frutta (mela, pera, banana) già attorno al quinto mese di età del bambino. Questo non tanto per fornire un apporto nutrizionale, derivante dal frutto, quanto per introdurre il piccolo a sperimentare nuove consistenze rispetto al latte e a gestire l’impatto con sapori differenti.

Per quanto riguarda il tipo di frutta ideale da somministrare al bambino, è consigliabile iniziare con la frutta fresca (schiacciata o grattugiata) o, quando manca il tempo o si è fuori casa, con puree di frutta al 100%, già pronte e non zuccherate. Altrettanto importante è, anche a svezzamento inoltrato, non sostituire un pasto di latte (che sia esso materno o artificiale) con la frutta.

6 mesi: prepara il brodo

Brodo vegetale, come renderlo “easy”

Al compimento del sesto mese di vita del bambino si può, quindi, iniziare il vero e proprio svezzamento. E lo step iniziale è proprio la corretta preparazione della prima pappa (“pranzo” o “cena”): la seconda pappa solitamente di aggiunge dopo un mese di accettazione e “rodaggio” della prima.

Per preparare il primo pasto del bambino, si parte dalla base ovvero dal brodo vegetale. Quest’ultimo è uno dei passaggi ritenuti più noiosi dalle mamme, ed effettivamente è da considerarsi decisamente monotono e impegnativo. Il brodo per la pappa del bambino si prepara di norma con un litro di acqua fatta bollire per circa un’ora insieme a una carota, una patata e una zucchina. Molto importante: il brodo non va salato.

Per ridurre la noia della preparazione brodo, si possono adottare alcuni accorgimenti: usare la pentola a pressione (il tempo di cottura scende a 20 minuti) e preparare una volta sola una quantità maggiore di brodo, da conservare poi in monoporzioni (sono perfetti gli stampini dei ghiaccioli) nel freezer. Una volta terminata la cottura, il brodo va ovviamente filtrato e usato come base mentre le verdure vanno semplicemente passate.

La prima pappa

Cereali e verdure

Una volta pronta la base, a circa 160 grammi di brodo si aggiungono i cereali: inizialmente, 3-4 cucchiai di crema di riso, mais e tapioca (buona notizia, sono precotte e non richiedono ulteriori preparativi), per poi introdurre (nel giro di poche settimane) anche farine con glutine e pastina.

Fino a non molto tempo fa, si riteneva che l’introduzione precoce di glutine fosse legata a una maggiore predisposizione alla malattia celiaca, le nuove linee guida sullo svezzamento invece consigliano di introdurre pastina e creme con glutine anche all’inizio dello svezzamento. Infatti, prima si evidenzierà un’eventuale intolleranza, meglio sarà per la futura salute del bambino.

A questa prima pappa vanno aggiunti anche la verdura passata (piano piano si potranno introdurre altri ortaggi di stagione come spinaci ed erbette), un cucchiaino di olio EVO e un cucchiaino di parmigiano.

Dopo circa 20 giorni, è il momento di aggiungere anche la carne. Ma quale e quanta? Il quantitativo varia dai 20-30 grammi di carne fresca (cotta al vapore e omogeneizzata) ai 40 grammi se in vasetto, fino ai 10 grammi per il liofilizzato (mezza bustina). Per quanto riguarda la tipologia della carne, si inizia dalle carni bianche come agnello e coniglio (più digeribili) per poi arrivare alla carne di manzo. La pappa non va mai salata e non bisogna aggiungere parmigiano (o grana) insieme alla carne (la pappa con il parmigiano è già proteica).

La seconda pappa

Formaggio, quale scegliere

Una volta che il bambino ha accettato la prima pappa, si può introdurre anche il secondo pasto. Quest’ultimo, la seconda pappa, prevede sempre brodo vegetale, cereali e olio EVO (nelle stesse quantità della prima pappa). In più, questa volta, si aggiunge il formaggio.

Quindi, a scelta e variando, si possono fare assaggiare al bambino: un cucchiaio di parmigiano o grana (da introdurre con gradualità), oppure 25 grammi di formaggio fresco (solitamente molto apprezzato dai bambini). Per formaggio fresco, si intendono: crescenza, caprino e, infine, ricotta.

Con l’introduzione delle pappe, soprattutto se salate come quella con il formaggio, il bambino chiederà anche l’acqua. A questo proposito, l‘acqua oligominerale è l’unica bevanda consigliata nell’arco della giornata (oltre al latte materno o artificiale che, nonostante la consistenza liquida, è però da considerarsi anche un alimento).

7 mesi: 2-3 volte il pesce e yogurt a merenda

Un’alternativa alla carne, 2-3 volte a settimana

Per variare lo schema della pappa, a partire dal settimo mese d’età del bambino, il pediatra consiglia di sostituire l’omogeneizzato di carne con quello di pesce (sempre mezzo vasetto) 2 o 3 volte alla settimana.

Le prime varietà di pesce indicate sono: sogliola, merluzzo, nasello e trota. Oltre al pesce in versione omogeneizzato, si può provare a introdurre il pesce fresco (cotto al vapore e ovviamente omogeneizzato) nella quantità di 30-40 grammi.

E, sempre al compimento del settimo mese di età del bambino, si può (se il bambino gradisce) sostituire la merenda a base di latte (materno o artificiale) con yogurt fresco intero (senza zucchero né miele aggiunti).

8 mesi: prova con le lenticchie

Il primo esperimento legumi

Le indicazioni riguardo a una corretta alimentazione parlano chiaro: i legumi sono una salutare alternativa proteica alla carne. Infatti, il mix di legumi e cereali forma amminoacidi (proteine) nobili e benefici per la nostra salute. Quindi, perché non introdurre i legumi anche nello svezzamento? Attorno all’ottavo mese, spiega il pediatra, si può sostituire un pasto di carne con una porzione di legumi.

La prima varietà di legume consigliata sono le lenticchie decorticate rosse (molto piccole e senza la buccia spessa), passate e aggiunte nella quantità di 1-3 cucchiaini (aggiunta graduale) al brodo, sempre insieme a cereali e verdure. Le dosi indicate sono di 20 grammi se i legumi sono secchi e di 60 grammi se sono freschi.

9 mesi: le prime spremute d’arancia

Agrumi e nuove leguminose

Al compimento del nono mese di vita del bambino, si può aumentare la varietà della dieta del bambino (e anche la sua sorpresa nell’assaggiare nuovi sapori) introducendo diverse varietà di ortaggi e legumi.

Per quanto riguarda i vegetali, è proprio verso i 9 mesi che si possono aggiungere alla pappa anche il pomodoro fresco (preparando vere e proprie pastine al pomodoro, più asciutte) e gli altri legumi, in alternativa alla carne (molto apprezzati i piselli e i cannellini). E, sempre attorno ai 9 mesi, è possibile far assaggiare al bambino gli agrumi spremuti: questo garantirà un buon apporto di vitamina C, ottima prevenzione per le malattie da raffreddamento.

10-12 mesi: si completa l'alimentazione

Uovo e piatti “da grande”

Tra i 10 e i 12 mesi di vita del bambino, si completa invece la varietà della sua dieta. A 10 mesi, per esempio, si può aumentare la quantità di carne fresca fino a 50 grammi (a crudo). Sempre dai 10 ai 12 mesi, è possibile introdurre con gradualità anche l’uovo (ben cotto), facendo assaggiare al bambino prima il tuorlo (iniziando da un cucchiaino) e, per finire, l’albume.

In questi mesi si potranno offrire ai piccoli anche piatti più simili a quelli dei grandi: pastasciutte al pomodoro, per esempio (ovviamente in formato baby e senza soffritti). Dal compimento dell’anno, invece, è permessa l’introduzione di latte vaccino (sempre con gradualità).

Molto importante, sottolinea il pediatra, è che il momento del pasto diventi un piacere anche per la vista, proponendo al bambino cibi di tanti colori diversi: la varietà cromatica stimolerà positivamente i sensi del piccolo, incentivandone un rapporto positivo con il cibo.

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