Le bugie sul latte materno

Sull'allattamento materno si sono sprecate davvero tante parole, e molte ancora se ne sprecheranno. Il problema è che si diffondono da generazioni e generazioni, con un tam tam inarrestabile, dicerie e falsità che possono davvero rovinare il benessere psicofisico della neomamma. Sappiamo, infatti, quanto il puerperio sia un momento delicato nella vita di una donna, a maggior ragione se si è al primo figlio e non si ha alcuna esperienza di allattamento.

Per questo, prima di tutto, è importante circondarsi di persone serene e, soprattutto, di esperti competenti che possano chiarire i dubbi in merito alla nutrizione del neonato e al latte materno (pediatra, ostetrica, doula).

Smentiamo, ora, alcuni luoghi comuni e falsità sull'allattamento al seno, con l'aiuto de La Leche League (Lega per l'Allattamento Materno).

Il mio latte non è acqua! Le falsità sul latte materno

Le falsità e le dicerie relative al latte materno sono infinite e la loro diffusione si perpetra da decenni. Mettiamo lo stop a questo tam tam di luoghi comuni

 

I luoghi comuni e le falsità sul latte materno non si contano. Ma iniziano a diventare insopportabili soprattutto quando si diventa mamme e, a maggior ragione, del primo figlio. Si spazia da “Il tuo latte è acqua ormai” a “Vuoi diventare un ciuccio?”. Per non parlare di tutte le sciocchezze sul sapore del latte che varia irrimediabilmente secondo gli stati d’animo anche impercettibili della neomamma, facendo sentire quest’ultima in colpa anche per un paio di sane lacrime versate nel puerperio. È, quindi, importante smentire tutte le falsità e le dicerie sul latte materno e sull’allattamento al seno perché le mamme possano vivere in libertà e tranquillità questo meraviglioso, ma a volte duro, momento della vita femminile

Allattare troppo fa male (al seno, all'allattamento, alla salute)

La falsità sul numero di poppate

Una delle dicerie più comuni che una neomamma è costretta ad ascoltare, riguarda il numero delle poppate. Alcuni esortano a ridurle a cinque o sei al giorno, con la giustificazione (campata in aria) che troppe poppate rovinino addirittura l’allattamento e la salute della mamma.

Gli esperti, invece, sostengono l’esatto contrario: le ricerche in merito, infatti, dimostrano che se il neonato viene attaccato al seno subito dopo il parto e poi viene allattato spesso (con una media, solo indicativa, di circa 10 poppate al giorno), la produzione di latte materno sarà maggiore, il bambino crescerà di più e la neomamma allatterà più a lungo. Ed è stato altresì dimostrato, che la quantità di latte materno diminuisce quando le poppate sono poco frequenti o limitate a orari rigidi.

Non per altro, infatti, i pediatri esortano le neomamme a praticare l’allattamento al seno a richiesta.

Il latte è acqua: per questo il bambino non cresce

La crescita ponderale

Una delle falsità che rischiano davvero di compromettere l’allattamento al seno, riguarda l’aumento ponderale del bambino. Infatti, in molti pensano ancora che se un bambino non aumenta molto di peso, la causa può essere la bassa qualità del latte della mamma. Come dicono certe nonne (da non ascoltare): “Il tuo latte è acqua“. Ma non è così.

Studi medici e scientifici, infatti, hanno ampiamente dimostrato che persino le donne malnutrite sono in grado di produrre latte di qualità e quantità sufficienti per allevare un bambino in crescita. Quando un neonato non aumenta adeguatamente di peso, è perché le poppate sono poco frequenti oppure la causa potrebbe essere un problema di salute del piccolo.

Perciò, è importante non cedere all’aggiunta di latte artificiale solo perché sotto pressione a causa dei commenti di amici, nonni, parenti e conoscenti. Gli unici punti di riferimento devono essere gli esperti.

Il latte diminuisce per lo stress, per i pianti e perché si mangia poco

La produzione di latte

Subito dopo aver partorito e anche per le settimane seguenti, se non addirittura per mesi, la neomamma è spesso preda di tristezza, stress e mancanza di sonno. In questo quadro non certo rilassante, si introducono anche le dicerie riguardo alla diminuzione del latte materno dovuta alla tensione, alla stanchezza, ai pianti del puerperio o ai momenti di nervosismo della mamma.

Ma cosa dicono gli esperti in merito? Innanzitutto, di non colpevolizzarsi. Infatti, i sensi di colpa fanno vivere male e rovinano sì la salute ma, soprattutto, non sono giustificati in questo caso.

Le cause più comuni della diminuzione di produzione di latte materno sono le poppate poco frequenti o la suzione scorretta (posizionando male il neonato al seno). Stress, stanchezza o alimentazione non adeguata raramente bloccano la produzione di latte materno perché il corpo umano ha sviluppato meccanismi di sopravvivenza molto solidi, per proteggere il poppante in caso di scarsità di cibo.

La mamma non deve essere un ciuccio

Il mito del vizio, e non solo

Le falsità che una neomamma si sente spesso dire, sono davvero numerose. Ma ci sono alcune frasi che vengono pronunciate più frequentemente di altre, di solito dai nonni o, comunque, da chi appartiene a generazioni più “antiche”.

Più che frasi, però, si potrebbero definire avvertimenti ansiogeni. Una tra queste è “Se continui ad attaccarlo al seno, diventi il suo ciuccio“. Ebbene, gli esperti smentiscono questo tipo di affermazione-previsione catastrofica.

Infatti, consolare e soddisfare il bisogno di attaccarsi al seno del bambino sono comportamenti che si attengono alle leggi della natura. Ma c’è di più, allattare al seno per calmare porta infatti altri benefici al bebé e alla mamma: un migliore sviluppo oro-facciale, amenorrea lattazionale prolungata (con effetti benefici anche sulla prevenzione dei tumori femminili), stimolazione di un’adeguata produzione di latte.

Sempre a proposito di dicerie ed esortazioni inutili, troviamo il monito a non svegliare mai il neonato che dorme per allattarlo. Sbagliato: gli esperti sostengono che i neonati possano non svegliarsi con sufficiente frequenza e, se necessario, dovrebbero quindi essere svegliati per poter mangiare al seno almeno otto volte al giorno.

La sonnolenza di un neonato può essere dovuta, secondo i medici, ai medicinali assunti per il parto, alla presenza di ittero o anche a risposte tardive alla richiesta del piccolo di poppare. Quest’ultime (tipiche di chi si pone orari rigidi), porterebbero a un’insufficiente iniziativa del neonato nel chiedere il seno.

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