bambini e internet

Alzi la mano chi, guardando i figli alle prese con tablet, pc e smartphone, non si è mai sentito vecchio. «Noi quarantenni siamo come immigrati nella terra dei nativi digitali. Per questo dobbiamo tenerci aggiornati. Altrimenti rischiamo quello che gli studiosi definiscono “autismo comunicativo” con i ragazzi.

Al posto di educare, finiamo solo per rifiutare e proibire l’uso del web. O, al contrario, per sottovalutarne i rischi» dice Paolo Ferri, professore di Teoria e tecniche dei nuovi media all’Università Bicocca di Milano e autore di I nuovi bambini. Come educare i figli all’uso della tecnologia (Bur). Insieme all’esperto sfatiamo i cinque luoghi comuni più diffusi sui figli e la tecnologia.

Bambini e internet: 5 paure da sfatare

È giusto che i figli usino il web? Sul tema i genitori si dividono tra entusiasti e contrari. Un esperto aiuta a trovare la giusta via di mezzo

Sette minori su 10 navigano quotidianamente in Internet per un tempo medio di 52 minuti al giorno (ricerca Swg).

I ragazzi più grandi e il loro rapporto con il web

Il dialogo è il mezzo più efficace per prevenire o risolvere qualsiasi problematica nel rapporto genitori – figli

I videogiochi rendono meno intelligenti?

«No. Questa affermazione, come il suo contrario, è una sciocchezza» spiega Paolo Ferri. «I videogiochi stimolano l’attenzione visiva e selettiva, la capacità di orientarsi nello spazio, i ragionamenti deduttivi e la cosiddetta coordinazione occhio-mano. Ma l’intelligenza si nutre anche di competenze motorie, di creatività, di relazioni sociali e così via. Quindi ai videogiochi ma non come unica attività del tempo libero. E purché siano adatti all’età del bambino».

I nativi digitali hanno meno amici di noi alla loro età?

«Non è vero: grazie ad applicazioni come Whatsapp, oggi i ragazzini possono tenersi sempre in contatto con i coetanei» spiega Paolo Ferri. «È una cosa bella anche perché il 90 per cento di loro chatta con persone che conosce. E con cui condivide interessi nel mondo reale. Spesso si tratta di compagni di scuola o di amici incontrati sul campo di basket o di pallavolo».

Internet va proibito ai bambini perchè è troppo pericoloso?

«Questo divieto non ha senso: prima di tutto perché oggi è praticamente impossibile impedire a un ragazzino di 10 o 12 anni di collegarsi al web. Se non può farlo da casa, lo farà dallo smartphone del vicino di banco» spiega l’esperto. «Ma c’è un altro motivo: un’educazione graduale all’uso di Internet, che inizia dall’infanzia, permette ai ragazzi di arrivare all’adolescenza, la fase più rischiosa, informati e consapevoli».

Imparare a scrivere sul tablet crea un ritardo nell’apprendimento?

«Sull’argomento si fanno ricerche ma i risultati sono ancora contraddittori» spiega Ferri. «In ogni caso i bambini devono continuare a scrivere con la matita: tenerla in mano stimola la motricità fine che, a sua volta, favorisce le funzioni cognitive. La differenza, rispetto a un tempo, è che, nella scrittura, i nostri figli saranno sempre più “bilingui”, cioè cresceranno maneggiando entrambi gli strumenti».

In campo digitale possiamo competere con i ragazzi?

«Spesso i figli sono più abili di noi dal punto di vista tecnico. E quindi possono farci da tutor quando scarichiamo musica e video o installiamo un programma» conclude l’esperto. «Noi, però, possiamo spiegare ai ragazzi come si fa una ricerca di storia o un grafico. E non solo». Questi smanettoni, non dimentichiamolo, possono essere anche molto ingenui. I papà e le mamme dovrebbero aiutarli a riconoscere al volo i siti da evitare. O le mail a cui non rispondere mai.

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