Ci sono sport belli e coinvolgenti, di quelli che impari e poi ti accompagnano per tutta la vita.

Ci sono sport belli e coinvolgenti, di quelli che impari e poi ti accompagnano per tutta la vita. Per qualcuno diventano una vera e propria professione, per altri un mezzo per divertirsi e stare insieme.
Tra queste attività c’è sicuramente il tennis, un grande classico a cui molti genitori però non sanno ancora come e, soprattutto, quando far accostare i propri bambini.
Il motivo di tanta indecisione? I falsi miti che spesso accompagnano questo sport e che oggi sfateremo raccontando di una realtà positiva e costruttiva dedicata ai bambini, già dai tre anni d’età.

A parlarci di questo bel percorso da intraprendere con i più piccoli è Matteo Bruno, istruttore federale presso la Golarsa Academy di Milano.
Sfoglia la gallery per conoscere tutto quello che c’è da sapere sui primi passi nel mondo del tennis per bambini.

Tennis per bambini: come e quando iniziare

Impugnare la racchetta fin da piccoli oggi è possibile grazie all'asilo tennis. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sui primi passi nel mondo di questo divertente sport  

Il tennis è uno sport bellissimo, divertente e coinvolgente. Spesso però molti genitori, pur amandolo molto, rinunciano alla condivisione della propria passione e scelgono di non far impugnare la racchetta ai propri bambini.
Il motivo? Troppo spesso si è portati a credere erroneamente che il tennis possa non favorire un corretto sviluppo fisico e che, di conseguenza, non sia adatto ai bambini, specie se piccoli.

Quando e come iniziare quindi? Sfatando le vecchie leggende metropolitane e rassicurando sui punti più importanti, gli esperti dicono presto, prestissimo. Già dai tre anni d’età è possibile iniziare l’asilo tennis!
Questo sport infatti nel corso degli anni è cambiato molto e si è evoluto immensamente grazie alla dedizione, all’amore e alla professionalità degli addetti ai lavori che hanno saputo mettere a punto metodi di lavoro via via sempre più completi e volti a uno sviluppo fisico e posturale corretto. In diverse accademie ad esempio, dai sei anni, viene accostata alla lezione più tradizionale l’atletica, in modo ovviamente propedeutico al tennis.
Parallelamente l’evoluzione delle attrezzature, create ad hoc per le varie fasce d’età, consente anche ai più piccini di divertirsi con racchetta e pallina.

Non solo però, un altro freno per molti genitori è rappresentato dalla natura individuale di questo sport, ma anche in questo caso si tratta di timori immotivati. Le lezioni per i bambini si svolgono sempre in gruppo e favoriscono l’aspetto sociale attraverso gioco, divertimento e tanti sorrisi!
Il lavoro singolo inizierà infatti solo molto più avanti, intorno agli undici anni, quando il bambino stesso svilupperà un’attitudine individuale più spiccata e in linea con la sua crescita atletica e sportiva. È bene sottolineare che questo tipo di lavoro avrà comunque un impatto decisamente positivo sulla crescita di uno spirito forte e indipendente.

Abbiamo quindi chiesto all’esperto – Matteo Bruno, istruttore federale presso la Golarsa Academy di Milano – di raccontarci i primi passi dei più piccoli verso questa bella avventura chiamata tennis!
Sfoglia la gallery per conoscere tutto quello che c’è da sapere.

Iniziare presto si può: ecco l’asilo tennis

Spesso a un genitore mancano gli strumenti di valutazione di base per capire quando è effettivamente arrivato il momento di far intraprendere un’attività sportiva strutturata come il tennis al proprio bambino.
Oggi è possibile far impugnare la racchetta molto presto, anche ai più piccini, senza ansie e con ottimi risultati, come ci conferma Matteo Bruno.
“Un bambino può iniziare già dai tre anni d’età ad accostarsi a questo sport, in quello che gli addetti ai lavori definiscono asilo tennis e che si rivolge ai piccoli fino ai cinque anni. Si tratta ovviamente di un modo per conoscere il tennis, un primo approccio all’attività sportiva divertente ma mirato, e volto a favorire lo sviluppo della coordinazione oculo manuale, fondamentale per chi vuole intraprendere questo sport.” Ci spiega infatti l’esperto.

Nell’asilo tennis viene intrapreso quindi un lavoro decisamente su misura, portato avanti in gruppo e in modo ludico, e reso possibile grazie allo sviluppo di diversi materiali che consentono un facile utilizzo delle attrezzature anche da parte dei bambini.
“In commercio si trovano racchette create appositamente per bimbi in questa fascia d’età: molto piccole, leggere e maneggevoli. – Specifica infatti l’istruttore, che continua –  In quanto alle palline ne vengono usate di depressurizzate, che consentono di mantenere i rimbalzi molto bassi e facilmente gestibili anche dai più piccini. Persino il campo viene utilizzato in dimensioni ridotte e diviso da una rete apposita, ovviamente piccola.” Il tutto è insomma a misura di bambino, proprio come in un asilo che si rispetti!

Cominciare presto fa bene: gli obiettivi dell’asilo tennis

Il tennis è uno sport decisamente complicato che richiede moltissima coordinazione fisica. Per questo motivo far iniziare presto un bambino vuol dire consentirgli di sperimentare lo sport e soprattutto di sviluppare una certa armonia nei movimenti.
Non solo però, significa anche fargli conoscere, comprendere e assimilare il tennis nelle sue regole e nei suoi meccanismi in modo semplice e fluido.

“Gli obiettivi che ci si prefigge nell’iniziare un lavoro con bambini molto piccoli riguardano principalmente lo sviluppo della coordinazione, sia prettamente fisica che oculo manuale. – ci spiega Matteo Bruno – A tale scopo si può utilizzare anche una ginnastica propedeutica al tennis, attività nella quale vengono spesso coinvolti anche altri sport che prevedono l’utilizzo di una palla. Si cerca quindi di far accostare i bambini al tennis in modo assolutamente mirato e costruttivo, ma anche e soprattutto divertente. Perché lo sport deve essere innanzitutto amato!”  

E ora… giochiamo!

Vi portiamo virtualmente con noi all’asilo tennis, ad una lezione dedicata ai piccolissimi.
Il gruppo di aspiranti tennisti può essere piuttosto fitto e arrivare anche fino a venti bambini. In questa fascia d’età infatti la parte sociale e ludica dell’attività è fondamentale affinché la lezione risulti coinvolgente e positiva.

Dopo aver svolto un breve riscaldamento, il gruppo di piccoli tennisti è chiamato allo svolgimento di alcuni semplici esercizi, come far rimbalzare la pallina oppure accompagnarla per terra seguendo la traiettoria delle linee disegnate sul campo, sempre con l’aiuto della propria racchetta.
“All’inizio si cerca di far stabilire una connessione tra il bambino e gli attrezzi. – ci spiega l’istruttore della Golarsa Academy, che prosegue – Il feeling con la racchetta è la primissima cosa da innescare e, ovviamente, ci sono molti modi per lavorare su questo aspetto con un occhio fisso al divertimento dei bimbi. Altri esercizi invece, come la corsa a slalom o i salti, sono tutti volti all’obiettivo fondamentale che ci poniamo: lo sviluppo della coordinazione”.

Si sperimentano quindi i primi fondamentali, ovvero il dritto e il rovescio, sempre mantenendo un’impronta ludica attraverso la creazione di giochi che spesso vedono anche il coinvolgimento di squadre.
La lezione si conclude quindi con un altro momento divertente per i bambini: i giochi che prevedono il solo utilizzo delle palline, come il doverle prendere al volo utilizzando coni colorati o lo “schiva palline” (una specie di palla avvelenata con le palline da tennis). Queste attività sono mirate al puro coinvolgimento dei piccoli e al loro sorriso, l’ingrediente principale di ogni lezione.

Arriva quindi il momento di salutarsi e di darsi appuntamento alla prossima divertente lezione, ma prima resta un’ultima cosa da fare: i bambini eseguono un piccolo rito secondo il quale si dispongono in cerchio, uniscono le loro manine al centro e le sollevano con gioia al grido di “Viva il tennis!”.

L’importanza di un approccio positivo

Un ultimo, ma non meno importante, aspetto da considerare è l’approccio di mamma e papà nei confronti sport.
Riuscire bene, diventare forti, vincere. Sono sicuramente elementi importanti quando parliamo di attività sportiva, ma non sono assolutamente i primi valori da mettere in campo.

“Spesso per un genitore è naturale aspettarsi subito il meglio dal proprio figlio e quando, intorno ai nove anni, si arriva ad affrontare i primi tornei in molti chiedono la vittoria, che viene vissuta come metro di valutazione del valore assoluto di un bambino. – Ci spiega Matteo Bruno, che conclude – La pressione però spesso può portare all’allontanamento di un bimbo dalla propria passione, che deve sempre e comunque essere vissuta con serietà, ma anche con assoluta serenità. Un bambino deve poter imparare che vincere è sì importante, me non sempre è possibile. Le cose importanti, i valori che davvero contano, sono l’impegno e l’amore che si portano sul campo, e sono gli stessi che porteranno al raggiungimento dei risultati, nello sport come nella vita. I genitori devono quindi accompagnare i propri figli lungo il percorso sportivo che si è deciso di intraprendere con una bella dose di motivazioni, tanta voglia di offrire supporto e, soprattutto, sorrisi!”

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