La rabbia nei bambini

La rabbia dei bambini scatena diversi tipi di reazioni nell'adulto. A volte, questa emozione fisiologica viene ridicolizzata e classificata come un capriccio. In altri casi, invece, la rabbia dei piccoli scatena il nervosismo e il disappunto dei grandi.

Abbiamo chiesto alla dott.ssa Cristina Fumi, psicologa e psicoterapeuta a Milano, come gestire al meglio la rabbia dei bambini. «La rabbia è un' emozione primitiva e presente persino nel neonato, funzionale alla crescita e allo sviluppo psichico del bambino» spiega l'esperta.

 

La rabbia nei bambini

Anche i bambini vivono momenti di vera e propria rabbia, fisiologici e da gestire senza panico. L'esperta ci spiega come affrontare queste fasi

 

Come comportarsi quando un bambino si arrabbia? Spesso questa emozione, così naturale e fisiologica, manda in crisi i genitori e gli educatori. Invece, attraverso la rabbia e la sua gestione, si cresce e si apprendono le dinamiche relazionali più importanti. Mai ridicolizzare le arrabbiature dei nostri bambini, sì invece a un atteggiamento di vicinanza emotiva e di interessamento sincero

Come interpretare la rabbia dei bambini

Un modo naturale per esprimere il dissenso

Un pianto disperato, urla, morsi, chiusura emotiva e musi. La rabbia dei bambini si manifesta in molti modi diversi, anche a seconda dell’età. Ma come va interpretata dagli adulti?

«La rabbia ha una valenza relazionale in quanto, attraverso la rabbia, il bambino (così come l’adulto) esprime il suo dissenso, la frustrazione, il conflitto intrapsichico o nei confronti del mondo esterno» chiarisce la dott.ssa Fumi.

«Di fronte alla rabbia dei bambini e alle sue manifestazioni (morsi, urla, atteggiamenti aggressivi, provocazioni) molti genitori ed educatori vanno alla ricerca di risposte chiare e precise, indicazioni e suggerimenti per poter meglio affrontare questi comportamenti e atteggiamenti, che spesso destabilizzano e preoccupano gli adulti che si prendono cura dei bambini» continua l’esperta.

«Innanzitutto, è opportuno chiarire che esiste un processo di crescita (evolutivo) entro cui si situa anche la rabbia, definibile come atto comunicativo con cui il bambino si relaziona e interagisce con il mondo esterno» conclude la dott.ssa Fumi.

Come gestire la rabbia

La funzione dei genitori

Una volta preso atto che, anche nei bambini, la rabbia è un’emozione “necessaria”, resta il problema della sua gestione da parte dell’adulto. Vero e proprio dilemma, che si snoda tra il rimprovero e la comprensione.

«La rabbia è un’emozione che fa parte dell’essere umano, ha una importanza evolutiva fondamentale: la funzione genitoriale a cui mamma e papà sono invitati ad assolvere è proprio quella di insegnare la gestione efficace del conflitto» chiarisce l’esperta.

«Innanzitutto, è importante comprendere e interpretare la rabbia come una modalità di comunicazione e relazione del bambino con il mondo esterno, senza giudizi o pregiudizi. Se intendiamo la rabbia e le sue manifestazioni come modalità di comunicazione di qualcosa che il bimbo fatica a comunicare (un malessere, un disagio), possiamo essere di aiuto e di sostegno nel momento in cui si trova appunto in difficoltà» ci spiega la dott.ssa Fumi.

«Chiediamoci anche se c’è stato qualche evento esterno, destabilizzante, traumatico e emotivamente importante, per il quale il bambino è possibile provi e manifesti sentimenti contrastanti e distruttivi. Alcuni esempi plausibili: la nascita di un fratellino, un trasloco, un lutto, una separazione, una malattia, il rientro al lavoro della mamma, la disoccupazione del padre…)» conclude l’esperta.

Come comportarsi

Un momento critico da affrontare insieme

Quando il bambino perde “il controllo”, può arrivare a manifestare la rabbia anche in modo decisamente eclatante. Non sono pochi i bimbi che iniziano a tirare testate contro il muro, picchiano i compagni o il fratello, decidono di entrare in fase di negazione totale. Mantenere la calma, nel ruolo di genitori, è molto difficile ma non impossibile. L’importante è utilizzare la giusta chiave di lettura del momento e non ridicolizzare o sminuire il mondo delle emozioni, anche se quest’ultime sono negative.

«Nei casi di manifestazioni aggressive della rabbia, è importante usare il rimprovero, un “Non si fa!” deciso, chiaro, coerente, ad altezza bambino (guardandolo negli occhi alla sua altezza, inginocchiandosi davanti a lui)» spiega la dott.ssa Fumi.

«Evitiamo invece di ridere e deridere il bambino, ma favoriamo il dialogo e il confronto. Chiediamogli direttamente le motivazione della rabbia e di un gesto aggressivo, cercando di capirne le ragioni e il contesto dove tale comportamento si è manifestato» conclude l’esperta.

4 fasi per riconoscere e gestire la rabbia

Prova a fare così

Esistono quattro fasi, secondo l’esperta, attraverso le quali è necessario passare per gestire al meglio la rabbia dei bambini. Ovvero, canalizzare l’emozione in modo costruttivo e funzionale alla crescita dei figli.

«La prima fase è il riconoscimento della rabbia, intesa come emozione costruttiva e utile alla crescita. “Sei arrabbiato? A volte anche mamma e papà sono arrabbiati… è normale!”» spiega la dott.ssa Cristina Fumi.

«La fase successiva consiste nell’accettazione del sentimento della rabbia. “Capisco che tu sia arrabbiato…”. Il terzo step, invece, indaga e si pone come obiettivo la comprensione della rabbia: “Perché sei arrabbiato?”» chiarisce l’esperta.

«Infine, arriva l’ultima fase: la vicinanza. Si tratta di far comprendere al bambino che l’adulto gli è vicino, chiedendogli “Come posso aiutarti?”» conclude la psicologa.

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