Il più delle volte i bambini vivono le regole come divieti, prescrizioni volute e create da noi a

Il più delle volte i bambini vivono le regole come divieti, prescrizioni volute e create da noi adulti. La verità è che l'insegnamento delle regole da parte di un genitore non è nient'altro che un atto d'amore.
Noi sappiamo infatti che esse sono presenti nei diversi contesti a prescindere dalla nostra volontà e che sono necessarie per una buona convivenza con l'altro perché, qualunque sia la situazione in cui ci troviamo, ci saranno sempre delle regole a sostegno del rispetto reciproco e della sicurezza di ogni individuo.
Attraverso paletti di normale buon senso un genitore infatti vuole semplicemente proteggere l'incolumità fisica ed emotiva del suo bimbo.

Attraverso il trasferimento delle norme di buona educazione e coesistenza si cerca di aiutare il proprio figlio a inserirsi nel tessuto sociale, a intrecciare rapporti che gli permetteranno di evolvere e di circondarsi di affetti importanti.
Possiamo dire quindi che di norma un genitore sa che non è possibile condurre un’esistenza totalmente al di fuori delle regole e cerca quindi di fornire al proprio bambino gli strumenti necessari per vivere in mezzo agli altri in armonia, rispetto e sicurezza.

Come insegnare le regole ai figli rispettando i loro bisogni

I bambini come percepiscono le nostre regole? Saperlo ci aiuta a farle rispettare senza scontri

Insegnare le regole a un bambino è uno dei compiti più ardui a cui un genitore deve far fronte, ma è anche un atto d’amore essenziale. Per farlo in modo efficace, e soprattutto attento, è fondamentale concentrarsi sulla natura dei bambini e comprenderne il percorso evolutivo.

Cercare di impartire a bambini al di sotto dei cinque anni insegnamenti troppo complicati attraverso spiegazioni verbali dettagliate e poco chiare non è possibile. Un bambino in questa fase può assimilare delle procedure attraverso la ripetizione delle azioni e necessita di visualizzare, di buoni esempi e di un pizzico di creatività!

Quando, dopo i cinque anni, inizia l’evoluzione che porta un bambino ad essere in grado di cogliere l’aspetto astratto della regola e di tenere conto del punto di vista altrui è possibile parlare di apprendimento di norme vere e proprie.

Infine le conferme giocano un ruolo chiave nell’educazione. Gratificare un bambino dopo il rispetto di una regola lo invoglierà a ripetersi spontaneamente. Offrire costanti conferme d’amore lo aiuterà a crescere consapevole di essere apprezzato sempre, anche quando cade in errore.

La percezione della regola nelle diverse età del bambino

La prima cosa da tenere a mente è che i bambini percepiscono le regole, così come la realtà circostante in genere, in modo molto differente da noi adulti. Ne consegue che ciò che spesso viene etichettato come “capriccio” o “atto di deliberata disobbedienza” deriva invece da una nostra mancata lettura di un bisogno o di un diverso, ma naturale, punto di vista.

Una grossa distinzione da fare innanzitutto riguarda le fasce d’età dei bambini stessi.

Fino ai quattro anni infatti un bimbo non può ancora cogliere l’aspetto astratto della regola, così come avviene per un adulto.

Inoltre, fino a quest’età, un bambino neurologicamente non è in grado di comprendere la percezione che ha l’altro, in quanto è ancorato saldamente al suo punto di vista. Possiamo affermare pertanto che è totalmente egocentrico per natura.

Dai cinque anni in poi il bambino compie un balzo in avanti importante e inizia un percorso evolutivo che si proietta, poco alla volta sempre di più, verso l’esterno. Inizia quindi ad essere in grado di comprendere e valutare il punto di vista altrui e di inserirsi più attivamente nella società senza la mediazione degli adulti.

Queste importanti differenze aiutano non solo a capire meglio il bimbo che si ha di fronte, ma consentono soprattutto di trovare il giusto approccio educativo nei diversi momenti di vita del bambino.

Insegnare le regole a bambini fino ai quattro anni

Prima del compimento dei cinque anni un bambino non impara regole, inizia ad assimilare delle procedure attraverso la ripetizione costante delle azioni e si affida totalmente all’adulto.

In questa fase ha bisogno di visualizzare, toccare con mano. La cosa migliore da fare innanzitutto è quindi proprio quella di spiegare ciò che si può o non si può fare attraverso immagini concrete.

Dare il buon esempio sul da farsi in ogni situazione è quindi il modo più efficace e diretto per insegnare al proprio piccolo come comportarsi.

Trovare poi un modo semplice e divertente per raccontare al bambino il perché deve seguire una determinata regola può rivelarsi un’idea vincente.

Se vogliamo ad esempio che un bambino impari a togliersi le scarpe e lavarsi le mani appena rientrati a casa, procedura condivisa in molte famiglie, un modo per aiutare il piccolo ad assimilare la regola può essere quello di spiegare che, non seguendo questa norma, si sporcherà ogni cosa e i batteri se ne andranno in giro per casa.

Idee furbe in questo senso potrebbero essere quelle di inventare piccole storie in proposito oppure divertirsi a visualizzare i microbi, disegnandoli insieme come dei mostriciattoli dispettosi!

Attraverso la ripetizione costante delle azioni poi il piccolo assimilerà la procedura e, col tempo, capirà la regola.

Un altro aspetto importante, in questa fase, è l’incapacità del bambino di percepire il contesto in cui inserito. Questo ovviamente fa dell’adulto un mediatore tra il piccolo e ciò che lo circonda.

Il genitore infatti legge il bisogno del bambino e gli insegna le regole, ovvero gli regala gli strumenti necessari per inserirsi nel contesto e soddisfare le sue necessità. Gli fornisce così nutrimento per crescere!

Dal momento in cui le regole sono già parte dei diversi contesti, il modo migliore di porle ad un bambino è quello di farle percepire come presenti a prescindere.

Scendere sul piano personale con un bimbo al di sotto dei cinque anni e mettersi al suo livello, adottando il piglio di chi vuole imporre la propria volontà a tutti i costi, genera inevitabilmente nervosismo e, spesso, contrasto.

Al contrario far capire al bambino che il genitore non è la regola, ma il tramite di ciò che impone la realtà circostante, aiuta a raggiungere la meta senza inutili tensioni.

Questo modo di agire è fondamentale inoltre per creare un importantissimo collegamento regola-contesto (sia esso fisico, ambientale, temporale o relazionale) che fornisce struttura al nostro insegnamento perché aiuta col tempo il bambino a comprendere e conoscere i differenti ambienti, le situazioni e le relazioni con gli altri.

Insegnare le regole a bambini dopo i cinque anni

Come abbiamo detto dai cinque anni ha inizio una progressiva proiezione del bambino verso l’esterno, verso gli altri.

Questo vuol dire che abbandona gradatamente il suo egocentrismo e si fa, poco alla volta, in grado di percepire la realtà in cui è inserito e di tener conto del punto di vista altrui.

Il naturale passo in avanti lo porta ad essere via via sempre più parte della società, un individuo capace di intrecciare relazioni autonome e di associare le procedure insegnategli fino a quel momento alle differenti situazioni. Comprenderà meglio pertanto che al rientro dal parco è buona norma lavarsi le mani perché sono sporche o che al calar del sole, dopo aver cenato, si deve andare a letto perché dormire è importante per ricaricarsi di energie. Inizierà poi la scuola primaria e si ritroverà nel tempo a dover soddisfare un numero sempre più elevato di richieste e a doversi confrontare con l’inserimento in un tessuto sociale sempre più ampio.

Il suo essere in grado di percepire l’aspetto astratto della regola rende possibili perciò spiegazioni verbali più approfondite. Ora possiamo parlare di apprendimento di norme vere e proprie.

Non solo, in questa fase il bambino matura la capacità di farsi garante per sé stesso, di assicurare il mantenimento del suo obbligo e di capire più lucidamente le sue eventuali mancanze.

È possibile pertanto iniziare a conferire piccole responsabilità, attraverso l’attribuzione di compiti o stabilendo procedure che lo coinvolgano più attivamente.

Attenzione però: le regole devono essere sempre esposte in modo chiaro, mai vago, e soprattutto le richieste devono essere commisurate all’età e alle capacità del bambino.

Un modo per coinvolgerlo attivamente può essere quello di iniziare a stilare insieme qualche procedura condivisa nel contesto famigliare.

Conferire la piccola responsabilità della creazione di una norma di buona convivenza a cui in casa tutti dovranno attenersi, ovviamente dopo l’approvazione di mamma e papà, lo aiuterà ad elaborare quanto immagazzinato fino a quel momento e a comprendere l’importanza del rispetto delle regole e degli altri.

Le conferme sono importanti per i bambini

È importante tenere sempre a mente che per un bambino le conferme sono essenziali e che esse giocano un ruolo fondamentale anche nell’apprendimento delle regole.

Quando un piccolo rispetta una norma, o tenta di farlo, gratificarlo riconoscendogli il merito o l’impegno è molto importante.

Questo tipo di approccio infatti rinforzerà l’insegnamento in modo positivo e lancerà un messaggio molto chiaro che incoraggerà il bambino a continuare sulla giusta strada spontaneamente.

Infine ricordiamo sempre che, a qualsiasi età, tenere in considerazione e accogliere i bisogni di proprio figlio farà sentire il bambino ascoltato e protetto.

Un atteggiamento aperto all’ascolto farà crescere il piccolo di casa nella consapevolezza di essere amato sempre, anche quando commette un errore, e rinforzerà anche i divieti o le regole impartite conferendo ad esse maggior valore.

Non dimentichiamo mai pertanto di dare a nostro figlio la conferma più importante, quella che renderà il legame più saldo e lo guiderà nella vita: l’amore.

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