Litigi tra fratelli, come far tornare la pace

Tutto sembra perfetto e pacifico quando dall'altra stanza irrompono urla, rumori "sospetti" e minacce. Sono le liti tra fratelli, discussioni che il più delle volte mandano in tilt l'equilibrio familiare. Prima di tutto perché, spesso, è impossibile mettere a tacere i litiganti e poi perché i genitori hanno la tendenza inconsapevole a parteggiare per l'uno o per l'altro figlio.

Per esempio, quando si assiste a una lite tra il fratello maggiore e il più piccolo, si teme per l'incolumità di quest'ultimo e si prendono a prescindere le sue difese.

Come si fa, quindi, a riportare il sereno in famiglia in modo equilibrato e imparziale? Non intervenendo eccessivamente, mantenendosi il più possibile imparziali e non costringendo i figli a essere amici a tutti i costi.

Litigi tra fratelli: 4 strategie per far tornare la pace

Urla, dispetti e spesso anche botte. Tra i fratelli, possono scoppiare liti furibonde che minano la serenità di tutta la famiglia e sembrano ingestibili. Ma con le strategie giuste, si può tornare a respirare

 

Chi ha più di un figlio, lo sa bene. Quando iniziano le liti tra fratelli, non è mai semplice redimere gli animi e le teste “calde”. Le discussioni nascono per gelosie, dispetti, intolleranza o invadenza. Cosa devono fare i genitori? Sicuramente non intervenire ogni volta, ma solo quando la lite degenera fisicamente e verbalmente (insulti). Non è facile, ma con le strategie “salvavita”, si può convivere più pacificamente

Evitare i paragoni

Il paragone è naturale ma non fa bene ai figli

I figli non sono mai uguali, per fortuna, e ce n’è sempre uno più bravo a scuola o più disciplinato degli altri. Esistono, poi, empatie speciali tra un genitore e un figlio in particolare, senza che ciò significhi differenza in termini di “amore”.

In ogni caso, è sempre bene evitare di fare qualsiasi tipo di paragone. Può capitare che, nel pieno di una discussione o una sgridata, i confronti nascano in modo spontaneo perché si tratta di un‘associazione piuttosto naturale per un genitore.

Però, è importante allenarsi a trattenere il paragone proprio perché, per i bambini e i ragazzi, il confronto con i fratelli può risultare davvero doloroso e dannoso, incrinando autostima e fiducia nei genitori.

Non intervenire sempre

Lasciare che gestiscano la lite da soli

Non è facile, perché spesso le discussioni sono accese, ma i genitori non dovrebbero sempre intervenire nelle liti dei figli, Prima di tutto, in nome della necessaria imparzialità e poi perché è giusto che i bambini imparino a gestire questo tipo di conflitti in modo autonomo.

Infine, anche il litigio è “sano” perché permette ai fratelli di costruire la relazione come desiderano, in modo autentico. Perciò è giusto che i genitori si limitino a un ruolo di “osservatori”, senza continue interferenze nel rapporto fraterno.

Fratelli uguale ad amici? Non se diventa un obbligo

Amicizie diverse, rapporto più pacifico

Accade soprattutto se i figli sono vicini di età: i genitori, in assoluta buona fede, tendono a “spingere” i fratelli a giocare sempre insieme, a essere amici a ogni costo.

Tutto ciò in nome del rapporto fraterno che esiste tra loro. Invece, questa sorta di coercizione silenziosa ma opprimente, non fa che peggiorare la situazione di conflitto.

Molto meglio che i fratelli siano spinti a stringere nuove amicizie autonome, che esulino dai legami familiari e che sappiano ristabilire i differenti bisogni e le diverse identità dei figli.

Le regole della convivenza civile

Litigare sì, ma seguendo alcune regole

Durante le discussioni tra fratelli, quindi, è bene che mamma e papà si mantengano imparziali osservatori. Ma può succedere che le liti sfocino in insulti e anche botte. In questi casi, invece, i genitori devono intervenire stabilendo le regole del litigio.

Niente parolacce e insulti, men che meno schiaffi, calci o pugni. Ovviamente, mamma e papà sono invitati a dare il buon esempio in caso di discussioni familiari o di coppia, altrimenti il lavoro di gestione civile delle liti non avrà alcuna efficacia né credibilità.

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