Padre e figlia

Mentre al cinema Russel Crowe ci emoziona nei panni di un vedovo che si batte per non perdere la sua bambina (nel film Fathers and Daughters di Gabriele Muccino), cerchiamo di capire cosa rende speciale il legame tra una figlia e il papà.

«Un tempo si diceva che ogni donna cerca suo il padre in tutti gli uomini di cui si innamora. Ma è un vecchio cliché, valido fino a un paio di generazioni fa: oggi la figura paterna incide ancora molto, ma su altri e nuovi aspetti» spiega Diego Miscioscia, psicologo, psicoteraputa e autore con Paola Nicolini di Sentirsi padre (Franco Angeli). «Primo tra tutti, l’autostima e il desiderio di realizzarsi della figlia. Ma è importante anche la sua autonomia affettiva. Cioè la capacità di non annullarsi per amore».

Per capire come avviene questo passaggio, allora, cominciamo dall’inizio, da quando un uomo diventa papà.

Padri e figlie: un legame molto speciale

È un rapporto destinato a segnare la vita di ogni donna. Due esperti ci spiegano perché. E quali errori evitare

Il ruolo del padre, sia per i figli maschi che per le figlie, è notevolmente cambiato nel giro di pochi decenni. Eppure la discrepanza tra le figure genitoriali è ancora molto sbilanciata, basti pensare al tempo che mamma e papà dedicano ai figli: 4 ore e 45 minuti per le mamme contro i 38 minuti per i papà! (Dati Sirc, centro di ricerche in analisi dei trend sociali) Quando arriva un bebè cambiano i tempi della famiglia, vengono  rivoluzionate le abitudini… ma questo ancora oggi sembra valere quasi  esclusivamente per la mamma.

Da piccolina, i complimenti del papà

Per tutto il primo anno di vita (e oltre) i bambini sono felicemente assorbiti da uno stretto rapporto a due con la mamma. Un legame simbiotico e pressoché esclusivo. «Il padre c’è, collabora come può ma, nei primi mesi, rimane un po’ sullo sfondo» continua Diego Miscioscia.

«È un passaggio naturale: appena la bambina sarà più grandicella, tra l’uno e i due anni di età, comincerà a staccarsi dal grembo materno e a scoprire il papà. Da quel momento inizierà per lui il compito, bello e importantissimo, di tagliare simbolicamente il cordone ombelicale e accompagnare i figli, maschi e femmine, alla scoperta del mondo. Verso la sua bambina, però, ha anche un altro compito: farla sentire bella. “Ma che bel vestitino”; “Con i codini sei proprio carina!”; “Un bacetto alla principessina di papà!” sono esempi di frasi tenere e positive, che rinforzano la piccola e le danno sicurezza. Non tanto (e non solo) dal punto di vista estetico: fino ai 5-6 anni il concetto di “bello” equivale a quello di “buono”. È come se la piccola si specchiasse nello sguardo del padre e, attraverso l’immagine positiva che lui le restituisce, lei si sentisse confermata nel proprio valore». Così lui la aiuta a crescere serena e sicura di sé.

Papà e figlia: alle elementari un momento super

Mentre la bambina cresce, va a scuola, inizia a fare nuove esperienze, contemporaneamente si intensifica il rapporto con il padre. È il momento dell’Edipo, quello della massima ammirazione per l’uomo di casa, l’età in cui tutte le bambine vorrebbero sposare il loro papà. «In questa fase, lo sguardo del padre conta molto più di quello della mamma» spiega Claudio Riva, psicologo e psicoterapeuta. «Ecco perché è fondamentale trovare la giusta distanza: l’eccessivo attaccamento come la freddezza (o l’assenza) sono i due estremi da evitare. Il primo, specie se accompagnato da troppa promiscuità (dal lettone al bagno insieme) può creare confusione e trasmettere il messaggio che, simbolicamente, la bambina prenda il posto della mamma. E questo, specie se la coppia sta attraversando un momento di crisi o si sta separando, può tramutarsi in una sorta di blocco affettivo: ingabbiata in questo stretto legame in un’età così delicata, verrà condizionata negativamente verso i suoi futuri rapporti con gli uomini. Ma anche la mancanza di gesti affettuosi o, addirittura, la vera e propria assenza del papà, per una figlia è un problema. Che la obbligherà a fare i conti con la relazione mancata». In questo caso, il vuoto della figura paterna potrebbe essere colmato dalla mamma che, però, rischia di protrarre l’accudimento e indebolire il carattere della bambina.

Da adolescente, la figlia “seduce” il padre

Un altro momento importantissimo di questa relazione è l’adolescenza, quando la ragazza comincia a staccarsi dal nido, scopre la propria femminilità, si innamora, si lega molto al gruppo degli amici e vuole uscire più spesso, anche di sera. «E cosa fa per strappare il permesso di tornare più tardi o di andare a una festa in discoteca? Lo chiede al papà» continua Claudio Riva.

«Succede a 15 come a 20 anni. Una ragazzina sa che spuntarla con la mamma è più difficile: questa è l’età dei grandi conflitti con il genitore dello stesso sesso. Invece con il padre può negoziare più facilmente. Basta usare il tono di voce giusto, promettere in cambio qualcosa, e un accordo si trova. La ragione è semplice: lei, inconsciamente, testa sul papà il proprio potere seduttivo, ovviamente non nel senso “erotico” del termine. Lui, pur nella fermezza che deve mantenere come educatore, senza rendersene conto sarà più disponibile della mamma a infilarsi in una lunga contrattazione. E a cedere su qualcosa».

È un’altra tappa della relazione padre-figlia. Che conserverà un posto speciale anche quando la ragazza sarà uscita di casa. «Se la figlia dovesse sposarsi, simbolicamente ad accompagnarla verso il marito sarà il padre, ma lui resterà comunque il primo uomo della sua vita» conclude Riva.

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