Professor Pani, c’è un modo per “lavorare” su sé stesse, per “ottimizzare” ed essere comunque soddisfatte di quel che si è a 40 anni?
“Penso che vivere, in senso esistenziale e affettivo, significhi con-dividere. Ciò implica: cercare di comprendere se stessi e gli altri, per accettare la realtà di entrambi. In questo modo è più possibile evitare le persone con le quali non si può condividere nulla e liberare il campo, per offrirsi la possibilità di maturare scelte, anche difficili, pur di selezionare le persone con le quali invece si può condividere valori. Si tratta di scegliere, quando è possibile, nell’ambito del lavoro e naturalmente negli affetti. Se non è possibile più di tanto è meglio accettare le cose per quel che sono ed essere positivi. Se si è perduto qualcosa o qualcuno di importante, sarebbe meglio, dopo aver elaborato il lutto, girare pagina. pur rimanendo nello stesso libro, cioè nel proprio Sé, nella propria identità”.