Piangere sul posto di lavoro: Tu, cosa ne pensi?

  • 03 06 2012

Piangere sul lavoro? Rende migliori e aiuta la carriera. Tu, lo hai mai fatto?

Piangere

Hai mai pianto sul posto di lavoro?

Ci hanno insegnato che piangere, sul posto di lavoro, proprio non si fa. Non sta bene, è indice di debolezza: forse, è giunto il momento di ricredersi.

Sheryl Sandberg, considerata una delle donne più potenti del mondo, nota soprattutto per essere stata il braccio destro del fondatore di Facebook, Marck Zuckerberg, ha pubblicamente dichiarato di aver pianto sul lavoro (si dice proprio sulla spalla di Marck Zuckerberg) e di averne tratto un gran beneficio.

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Nel corso di una conferenza tenuta ad Harvard, alla facoltà di legge, Sheryl Sandberg ha raccontato di aver pianto sul lavoro,  di aver espresso le sue emozioni, le sua paure e le sue speranze. Ha cercato, di essere, né più né meno, sé stessa ed ha sempre incoraggiato gli altri a fare lo stesso: “E’ sempre un questione personale ed è sempre una questione professionale, allo stesso tempo”, ha affermato Sheryl.

Come dire: sul lavoro devi essere te stesso, ed esprimerti proprio come fai a casa…

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Sheryl ha anche affermato che l’unico modo per avere dei dipendenti motivati è “guidarli” nel loro lavoro non solo con la mente, ma anche con i sentimenti. Lei non crede che si possa avere una personalità “professionale” dal lunedì al venerdì e poi il sabato e la domenica una personalità diversa.

Insomma, a casa o sul lavoro, bisogna esprimersi allo stesso modo, essere sé stessi e non nascondere il proprio modo di essere…

Sarà davvero un atteggiamento che premia?

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Sheryl non è la sola a pensarla così. Negli USA è uscito di recente un libro “E’ sempre una questione personale: l’emozione nel “nuovo” posto di lavoro”, scritto da Anne Kramer. Anne sostiene che le donne piangano molto di più degli uomini sul lavoro (direi anche nella vita) ma che questo non è percepito male.

Le ragioni delle lacrime? L’eccesso di stress. Piangere sarebbe liberatorio.

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Il vero problema è che i confini tra la vita privata e professionale sono sempre più sottili. Negli Stati Uniti si sta facendo strada, anche nelle aziende, il concetto di “intelligenza emotiva” e si presta molta attenzione alla capacità personale di raggiungere un equilibrio tra la propria intelligenza e le emozioni.

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Insomma, pare, che piangere sul posto di lavoro possa produrre effetti molto positivi. Attenzione però: piangere nel corso di un colloquio di lavoro potrebbe essere un po’ eccessivo e controproducente. Rimandate il pianto ad un momento successivo.

Piangere – una volta assunti –  può essere un modo di mostrare la propria intelligenza emotiva: se ci si mostra calmi, sicuri di sé e si versa la quantità giusta di lacrime si possono ottenere grossi risultati…

Sarà vero, Tu cosa ne pensi?

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