Legame mamma-neonato

I film strappalacrime o i reality americani sul parto ci hanno abituati a pensare che il momento della nascita sia ormai standard: la mamma prima urla, poi piange dall'emozione nel vedere per la prima volta il suo cucciolo. Il papà sviene, ma alla fine si ritrovano tutti e tre innamorati e felici in una camera privata che non ha nulla da invidiare a una camera d'albergo. E se invece non andasse così?
In genere per le neomamme e i neopapà il momento in cui conoscono il proprio figlio, tanto atteso, è una circostanza bellissima, magica e indimenticabile. In alcuni casi però, i genitori vivono questa esperienza con meno intensità e per questo si sentono un po' in colpa e pensano di non essere dei bravi genitori solo perché non hanno provato subito nei confronti del bebè un amore immenso. Un amore da film.
Quando accade è normale, lo è molto più del colpo di fulmine perché i grandi amori sono nutriti giorno per giorno dalle emozioni che regalano. La maggior parte delle coppie si aspettano troppo. Se la scintilla non scocca subito non si tratta di un segno di non amore e il neonato non se ne accorgerà. Prima o poi, nel primo anno, a un certo punto appare. Garantito.

Bonding: come nasce il legame figlio-genitori

L'attaccamento che si sviluppa tra genitori e bambino inizia fin dai primi attimi dopo il parto

Il massaggio neonatale aiuta il legame bambino-genitori. Una pratica dalle origini antiche…

Anche portare i bebè in fascia è importante per cementare il rapporto tra i genitori e i bambini…

Anche il papà può (e deve!) essere protagonista nel legame con il figlio. Fin da neonato.

Che cos'è il bonding?

Bonding è una parola inglese che, letteralmente, significa legame e non attaccamento, come spesso viene tradotto in italiano. È il nome che gli psicologi danno al legame tra genitori e figli che segna l’inizio di un rapporto destinato a durare tutta la vita.
Contrariamente a quanto si crede, l’instaurarsi di questo legame è un processo di lunga durata. Occorre imparare a conoscersi profondamente; più la coscienza del legame è alta, più questo sarà solido e indissolubile. È un meccanismo talmente naturale che è impossibile da forzare.
Il legame, inizalmente, è più evidente tra mamma e figlio perché, per nove mesi, hanno condiviso lo stesso sangue, la stessa aria e guardato attraverso gli stessi occhi.
Il papà non è escluso da questa meravigliosa storia d’amore; visto che la costruzione di questa relazione comincia già prima della nascita, può parlare al piccolo attraverso il pancione, accarezzarlo e cantargli canzoncine dolci.

Come nasce il bonding tra genitori e bambino?

Il parto e la nascita sono i momenti cruciali del processo di attaccamento. In questa fase sia la madre sia il bambino, subiscono fortemente gli effetti delle alle alte concentrazioni di ormoni (tra cui ossitocina e prolattina) e sono particolarmente recettivi nei confronti dei segnali che provengono dall’altro. Questo è il momento in cui, generalmente, entrambi sentono il bisogno di un contatto profondo e indisturbato, che permetta loro di cominciare a conoscersi e di sviluppare il senso di appartenenza reciproca (quello che, appunto, gli zoologi chiamano imprinting).
Uno studio ha dimostrato che l’unica necessità dei neonati sani, nei primi minuti dopo la nascita, è quella di essere asciugati, avvolti in un telino tiepido e affidati al calore dell’abbraccio materno. Ogni altra routine è di ostacolo al bonding e pertanto dovrebbe essere rimandata ad almeno dodici ore dopo il parto. Ma il bonding, la creazione del legame affettivo, non è un processo unicamente biologico. Per questo non si esaurisce dopo pochi giorni dalla nascita ma, al contrario, si rafforza con il passare del tempo.
L’attaccamento, quindi, può essere creato anche con genitori adottivi o affidatari o nel caso di lunghe separazioni.

Cosa favorisce il bonding?

Nonostante il bonding non sia un processo influenzabile, esistono dei fattori che favoriscono la creazione e il rafforzamento del bonding. Il contatto fisico è il primo mezzo di comunicazione fondamentale con il neonato; nelle prime settimane di vita, la sua vista non è ancora ben sviluppata e attraverso il tatto e il contatto si sviluppano la conoscenza e la fiducia reciproche tra genitori e bambino.
Il contatto visivo permette al bambino di sentirsi rassicurato dallo sguardo e, di conseguenza, dalla presenza dei genitori.
L’allattamento al seno o artificiale, offre un contatto fisico prolungato tra mamma e bimbo (o tra papà e bimbo nel caso di allattamento artificiale) e uno scambio di sguardi e sorrisi che sono segno di affetto, gioia e piacere condiviso.
L’accoglienza del pianto non è, come si crede, viziare il bambino bensì un modo di rafforzare il legame con il neonato e di far crescere la sua fiducia nei confronti dei genitori.
In ultimo, il massaggio neonatale favorisce la sincronizzazione dei bioritmi tra genitori e bambino.

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