Vaccinare i bambini

Oggi assistiamo a un calo delle vaccinazioni considerate obbligatorie, tanto che addirittura negli Stati Uniti è tornato il morbillo, paese che l'aveva debellato ormai da decenni! E in Italia qual è la situazione? Secondo il Ministero della Salute il fenomeno è preoccupante: sono infatti in calo le vaccinazioni obbligatorie tra i bambini che, dall'antipoliomelite all'antitetanica, vengono effettuate entro i due anni di età. I dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss) evidenziano come le coperture medie nazionali hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 10 anni. Eppure al Congresso Nazionale SIRP (Società Italiana di Ricerca Pediatrica) i pediatri ricordano che l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per eliminare morbillo e rosolia in Europa è fissato al 2015. Invece in Italia sono ancora moltissimi i casi di morbillo e rosolia... nel mese di settembre 2014 sono stati segnalati 45 casi di morbillo, portando a 1566 i casi segnalati dall’inizio dell’anno! Di questi ammalati il 26,2% ha riportato almeno una complicanza, tra cui 80 casi di polmonite. Per quanto riguarda la rosolia, a settembre 2014 i casi registrati dall'inizio dell'anno erano 16. (Dati Istituto Superiore di Sanità)

L’importanza delle vaccinazioni per i bambini

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 Come si elimina il morbillo?Per raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sani

Come si elimina il morbillo?
Per raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015, ogni Paese che ha aderito al Piano di Prevenzione (53 Paesi nel mondo) dovrà dimostrare un livello di copertura vaccinale pari o maggiore del 95%. Morbillo e rosolia potranno considerarsi malattie eliminate solo quando si constaterà la completa scomparsa di casi delle due malattie per un periodo di almeno 36 mesi dall’ultimo caso conosciuto.

Quali sono i rischi di morbillo e rosolia?

“Nei Paesi europei il morbillo e la rosolia sono malattie ancora molto pericolose” osserva Pier Luigi Lopalco, European Centre for Disease Prevention  and Control (ECDC), Stoccolma. “Assistiamo, in generale, ad un significativo calo di attenzione nei confronti della vaccinazione in alcuni Paesi europei e al riemergere, quindi, di numerose epidemie. Non dobbiamo dimenticare che prima dell’arrivo della vaccinazione nel 1963, il morbillo ogni anno nel mondo uccideva circa 2 milioni di bambini: nel corso degli ultimi decenni, miliardi di dosi di vaccino sono state distribuite in tutto il mondo, la mortalitá si é drammaticamente ridotta ed il vaccino si è confermato estremamente sicuro”.
Secondo dati Unicef, la mortalità da morbillo tra i bambini è diminuita del 78%, passando da 562.000 decessi sotto i 5 anni nel 2000 ai 122.000 casi letali registrati nel 2012.

Contro quali malattie si vaccinano i bambini

La vaccinazione trivalente (morbillo-parotite-rosolia), in Italia, è stata inclusa ufficialmente nel 1999 nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni.
Le altre vaccinazioni offerte attivamente e gratuitamente alla popolazione italiana, in accordo con il Piano nazionale della prevenzione vaccinale (Pnpv) 2012-2014, sono poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite e rosolia. Tra queste, le prime quattro sono considerate vaccinazioni obbligatorie.

Il morbillo ricompare negli Stati Uniti dopo decenni

Recentemente si è appreso che negli Stati Uniti si è registrato il primo focolaio di morbillo dopo decenni: partito dalla California, ha raggiunto rapidamente 14 Stati trasformandosi in una vasta epidemia. “Siamo molto preoccupati – ha ammesso Tom Frieden, direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) – ciò che stiamo  osservando è che un piccolo ma crescente numero di persone non si  vaccina e questa percentuale di popolazione tra i giovani adulti rende  tutti noi vulnerabili!”.

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