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Lotus Birth: pro e contro di una nascita naturale

Un modo dolce e naturale di venire al mondo, che prevede che il bambino resti a contatto con la placenta. Ma non tutti sostengono questa scelta

“È necessario imparare ex novo come potrebbe essere una nascita non disturbata dalle consuetudini culturali. Abbiamo bisogno di un punto di riferimento da cui cercare di non deviare eccessivamente, e questo è precisamente il Lotus Birth” (Dott. Michel Odent, medico chirurgo francese)

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per la naturalità del parto. Diverse mamme ad esempio scelgono di dare alla luce i loro piccoli a casa, ovviamente seguite da ostetriche esperte e pronte a qualsiasi emergenza. Si pensa infatti che l’ospedalizzazione e l’impossibilità di seguire i naturali momenti successivi alla nascita del bambino, possano dare al neonato, ma anche alla mamma, un trauma. Chi crede in questa corrente di pensiero sicuramente conosce la Lotus Birth, una modalità di nascita che prevede che il cordone ombelicale non venga reciso immediatamente. Scopri di più.

Che cos’è la Lotus Birth?

Dopo la fecondazione, all’interno della pancia della mamma si sviluppano feto e placenta, formati dalla stessa cellula (e con lo stesso DNA). Alla nascita, con il taglio del cordone, il bimbo viene separato dalla placenta. La Lotus Birth, che prende il nome da un’infermiera californiana che lo ha richiesto nel 1974 per la prima volta quando è nato suo figlio, fa sì che questo non avvenga, sostenendo così quello che viene visto come un modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. Il neonato dunque resta collegato alla sua placenta che, pochi giorni dopo la nascita – solitamente 3 o 4 – si separa naturalmente, attraverso il distacco del cordone ombelicale.

I vantaggi della Lotus Birth

Chi sostiene la Lotus Birth ritiene che la separazione tra mamma e bebè sia già sufficientemente traumatica, dunque donare al bimbo un periodo di transizione, durante il quale riceverà tra l’altro tutto il sangue contenuto nel cordone presente alla nascita, utile per il sistema immunitario, gli permette di venire al mondo con tutta la tranquillità che richiede.

Un altro aspetto da considerare riguarda la respirazione: alla nascita vi è un passaggio da quella placentare a quella polmonare. Il neonato deve ancora imparare a respirare da sé e, se la placenta non è stata recisa, riuscirà a farlo gradualmente, altrimenti dovrà imparare a immettere l’aria dal naso velocemente, cosa che può causargli una sensazione di soffocamento e bruciore.

Come scegliere il Lotus Birth?

L’informazione, quando si sceglie per la salute propria e dei figli, è indispensabile. Il primo passo da fare dunque se sei incuriosita dalla Lotus Birth è sicuramente quello di raccogliere più dati possibili. Puoi farlo attraverso il libro di Shivam Rachana, “Lotus Birth: il parto integrale. Nati con… la placenta!”, Edizioni Amrita, o leggendo le testimonianze online delle mamme e dei papà che l’hanno scelta. Fondamentale è che entrambi i genitori siano d’accordo. A questo punto è necessario trovare un’ostetrica o un punto nascita che accolga la propria richiesta e sia disponibile a supportare con empatia il momento della nascita e del post nascita. La placenta infatti, nei giorni successivi al parto, va mantenuta e controllata con cura.  

Come mantenere la placenta?

Immagina il tuo bimbo appena nato: il cordone che fuoriesce dalla pancia ed è collegato alla placenta. Come gestire il neonato? La placenta può essere messa in un colino posto all’interno di una ciotola, o semplicemente avvolta in un panno di cotone, di fianco al bambino. Non usare la plastica! La cura placentare è un processo semplice. Bisognerà vestire il neonato con indumenti allacciati sul davanti che permettano la fuoriuscita del cordone. Dopo 24 ore dalla nascita si consiglia inoltre di cospargere di sale marino su entrambi i lati, ripetendo questa procedura ogni giorno. Se il cordone seccandosi si piega in modo innaturale, lo si può bagnare con delicatezza per poi asciugarlo tamponandolo. Il distacco non va forzato, ma deve essere naturale. Alcune mamme decorano la placenta, con erbe aromatiche e fiori. Non preoccuparti: la placenta non emanerà cattivo odore perché si seccherà e non andrà in decomposizione! Ma se preferisci, puoi mettere qualche goccia di olio essenziale di lavanda e lasciarla esposta all’aria.

L’opinione della Società italiana di neonatologia (Sin) sulla Lotus Birth

Tra fautori e contrari alla Lotus Birth, la Sin boccia questa modalità di nascita: “innanzitutto mancano oggi evidenze scientifiche che ne dimostrino il reale vantaggio per la mamma e per il neonato. E il pericolo di infezioni che potrebbero mettere a rischio la salute e anche la vita del bambino non è infondato. I vantaggi ipotizzati di un maggiore passaggio di sangue dalla placenta al neonato, infatti, vengono meno dopo pochi minuti, quando il cordone smette di pulsare, mentre elevato può essere il rischio di infezione. Da un punto di vista strettamente normativo, poi, nel nostro Paese le Linee guida ministeriali sul parto non contemplano questa procedura, come tale non riconosciuta a livello nazionale”. Le mamme dunque che, ben informate e consapevoli, vogliano praticare la Lotus Birth devono fare i conti con altre problematiche: la placenta infatti è considerata un rifiuto speciale, da smaltire secondo norma precise e non può dunque essere portata via dall’ospedale.

Diversamente vanno le cose se si sceglie il parto in casa, anch’esso supportato da ostetriche esperte in materia: la Società Italiana di Neonatologia raccomanda “un attento e stretto controllo del neonato per identificare precocemente segni clinici di una possibile infezione”.

L’opinione della ginecologa sulla Lotus Birth

Abbiamo chiesto alla dottoressa Giulia Santi, specializzata in Ginecologia, la sua opinione: “ritengo che ci sia un’importante inversione di tendenza per quanto riguarda l’attenzione al parto naturale in tutti i suoi aspetti, quindi il fatto di lasciare il cordone il più possibile collegato al bimbo sta acquistando sempre più considerazione. Non ci sono ancora studi in merito, né su i benefici effettivi né sugli effetti collaterali, sicuramente la placenta è un organo e come tale va considerato. Credo che se una mamma informata decida di sottoporsi a tale procedura, debba poter scegliere nelle migliori condizioni e che sia importante che tutta la famiglia sia a conoscenza e sostenga tale scelta”.

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