Sintomi da paura

«Piange: avrà mal di pancia? È normale che faccia così? Sarà grave?». Se hai un bambino piccolo, i dubbi e le ansie fanno parte della vita quotidiana. E qualche volta ci scappa anche la corsa d’urgenza dal pediatra o al pronto soccorso.Per fortuna, nella grande maggioranza dei casi, si tratta di falsi allarmi.

Qui trovi una piccola lista di sintomi all’apparenza gravi ma in realtà “innocui”. E ti diciamo anche in quali casi conviene sentire il medico.

Quando portare il neonato al pronto soccorso

A volte i bebè hanno strane manifestazioni. Prima di correre al pronto soccorso, guarda questo prontuario, scoprirai cosa è normale e cosa non lo è

S.O.S. influenza! I consigli del pediatra su come comportarci in caso di raffreddore, mal di gola, tosse e mal d’orecchie dei nostri bambini.

A volte non è facile capire se i bambini hanno problemi di udito. Le risposte degli esperti ai dubbi più frequenti di mamma e papà.

Se il bambino trema durante il sonno

Se il tuo bebè fa dei movimenti “a scosse” mentre dorme, non preoccuparti. «Sono contrazioni muscolari tipiche della fase di addormentamento. Si chiamano “mioclonie ipniche”, cioè legate al sonno, e sono fisiologiche» spiega Andrea Dotta, responsabile della Terapia intensiva neonatale all’ospedale Bambino Gesù di Roma.
«Capitano anche agli adulti, ma sono più frequenti nei bambini, che hanno cicli di sonno più brevi e leggeri. Se poi il piccolo ha la febbre o la giornata è stata eccitante o stressante, le mioclonie possono essere più frequenti».

Quando preoccuparsi  Non confondere questo fenomeno con una crisi convulsiva che, invece, è sempre accompagnata da movimenti anomali degli occhi, difficoltà respiratorie e cianosi, cioè colorito bluastro che persiste per diversi minuti. In tal caso, subito al pronto soccorso.

Se il bebè va in apnea quando dorme

Andare a vedere il bebè quando dorme per controllarne il respiro è un classico di tutti i genitori alla prima esperienza. «Il timore della morte in culla è diffusissimo nei primi mesi di vita del bambino. E diventa terrore quando ci si accorge che il piccolo, durante il sonno, ha un ritmo respiratorio irregolare, con brevi pause alternate a sospiri profondi» dice l’esperto. «Queste apnee sono invece assolutamente fisiologiche e avvengono soprattutto nella fase Rem (dall’inglese rapid eye movements, movimenti oculari veloci), di solito 4 o 5 volte per notte quando si fanno sogni molto intensi».

Quando preoccuparsi  I pediatri indicano 10 secondi (che già sembra un’eternità!) come limite massimo per la durata dell’apnea. Se il tuo piccolo avesse l’abitudine di trattenere il respiro per un tempo più lungo, è meglio segnalarlo al pediatra.

Se il bimbo rigurgita sangue

Dopo la poppata, nel rigurgito hai trovato delle striature di sangue. Prima di spaventarti, controllati il seno. «Se il piccolo è allattato dalla mamma, sui capezzoli possono formarsi delle ragadi: il sangue proviene da lì» spiega il dottor Dotta. «Oppure può capitare che vi sia una piccola perdita nell’esofago del piccolo, per esempio se si rompono dei capillari. Ma se il bambino cresce regolarmente, non è il caso di allarmarsi».

Quando preoccuparsi  Devi andare dal pediatra quando il bambino appare visibilmente debilitato, se la presenza di sangue è notevole o se gli capita di vomitare a getto ogni volta che mangia.

Se il bambino ha le tettine gonfie

Non accade solo alle femmine. Le ghiandole mammarie possono ingrossarsi e arrossarsi, spesso da un solo lato, anche ai maschietti. «Succede quando il livello di estrogeni materni cala nel sangue del neonato e si determina una temporanea produzione della prolattina, un ormone che può stimolare l’aumento di volume della ghiandola» spiega il neonatologo. A volte capita che si formi anche una secrezione lattescente attorno alle tettine, chiamata in gergo “latte di strega”. Niente di strano, il fenomeno passa così com’è arrivato.

Quando preoccuparsi  Se invece le ghiandole mammarie sono arrossate e morbide al tatto e il bambino ha qualche linea di febbre, occorre rivolgersi al pediatra per escludere che abbia contratto un’infezione.

Se il bebè è diventato giallastro

Il tuo bebè dopo la nascita ha avuto l’ittero? Allora potrebbe avere un colorito giallognolo anche per 15 giorni: l’organismo deve maturare per riuscire a smaltire la bilirubina, che resta in circolo per un po’. «Esiste anche una forma di ittero che è legata all’allattamento al seno» dice Andrea Dotta. «In questo caso, il colorito giallo si manifesta a circa una settimana dalla nascita e può durare anche più di un mese. La “colpa” è del latte materno, che potrebbe contenere una sostanza in grado di rendere più difficile l’eliminazione della bilirubina».

Quando preoccuparsi È molto raro che l’ittero sia sintomo della presenza di una malattia. Va comunque segnalato al pediatra, che prescriverà al neonato controlli cadenzati dei valori della bilirubina.

Se il bimbo sembra cianotico

Manine e piedini bluastri spaventano mamma e papà: tranquilli, è una falsa cianosi dovuta a una circolazione periferica ancora immatura. «Con il freddo alcuni bambini dalla pelle chiara prendono una colorazione leggermente bluastra intorno alla bocca. O, se piangono trattenendo il respiro, possono diventare violacei in modo diffuso. Sono due sintomi che non devono allarmare» dice l’esperto.

Quando preoccuparsi  Un colorito violaceo diffuso e persistente, anche se il neonato non piange, soprattutto dopo la prima settimana di vita, richiede invece un consulto urgente dal medico.

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