allattare al seno

Il latte materno rende più intelligenti. Lo sostiene una ricerca appena pubblicata dall’università di Pelotas, in Brasile, che ha seguito fino all’età adulta 3.500 bambini nati nel 1982: più a lungo erano stati nutriti al seno, più alto è risultato il loro quoziente intellettivo e migliori i voti a scuola e gli stipendi al lavoro.

È solo l’ultimo degli studi che inneggiano all’allattamento naturale o c’è dell’altro? Facciamo il punto.

Allattare al seno rende i bambini più intelligenti?

Secondo un nuovo studio, il latte materno aiuta lo sviluppo del cervello. Non tutti i medici, però, sono d’accordo. Qui, con l’aiuto di due esperti, facciamo chiarezza

L’allattamento al seno è prezioso sia per il bambino che per la mamma

Nutrire il proprio bebè in pubblico deve tornare ad essere un gesto naturale

Anche la tecnologia ci dà un aiuto in più per l’allattamento!

Il quoziente intellettivo dipende da troppe variabili

Secondo il medico brasiliano Bernardo Lessa Horta, che ha condotto l’indagine pubblicata dalla rivista scientifica Lancet, il latte materno dà acidi grassi essenziali importanti per lo sviluppo del cervello. «Ma dire che queste sostanze accrescano il quoziente intellettivo non è dimostrabile: ci sono troppe variabili da considerare, come il contesto socio-culturale della famiglia del bambino» nota Riccardo D’Avanzo, presidente del Tavolo tecnico sull’allattamento al seno al ministero della Salute e neonatologo all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste.

Bere al seno migliora il sistema immunitario

Per l’Organizzazione mondiale della sanità il latte materno è l’alimento ideale. «Rafforza la risposta immunitaria del neonato in modo permanente» spiega D’Avanzo.

«Gli effetti positivi? Ci si ammala meno di allergie e di patologie autoimmuni come il diabete. Per questo motivo si consigliano almeno 6 mesi di allattamento esclusivo al seno».

Allora perchè l'allattamento al seno è un tabù sociale?

Fanno riflettere le parole di Papa Francesco: «Se i vostri bambini hanno fame, allattateli, anche in chiesa». Se tanti incoraggiano l’allattamento al seno, altrettanti lo “censurano”. L’ultima polemica è scoppiata al Claridge Hotel, uno degli alberghi più chic di Londra, dove a una donna che allattava in pubblico è stato chiesto di coprirsi con un tovagliolo.

«Qualche forma di esibizionismo, però, esiste: ci sono mamme che attaccano al seno i bambini 50 volte al giorno e proseguono fino ai 3-4 anni d’età dei figli» osserva Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore all’università Statale di Milano.«Sono eccessi, casi in cui i bisogni nutrizionali non c’entrano più, ma si passa alla dipendenza».

Il latte materno diventerà un business?

È lo scandalo del nuovo “oro liquido” secondo il magazine Wired. Negli Usa sempre più madri vendono il proprio latte su Internet, guadagnando fino a 20.000 dollari l’anno.

«Da noi questo commercio è vietato» dice D’Avanzo. «Le banche del latte riforniscono solo gli ospedali, in aiuto dei neonati con particolari necessità, come quelli in terapia intensiva. Ma la comunità scientifica mondiale sta cercando di arginare la compravendita fra privati: il latte materno non controllato può contenere germi».

E chi non allatta?

Tante mamme si sentono in colpa se usano il biberon. Vuoi perché non hanno latte, vuoi perché quando rientrano al lavoro è una scelta comoda che considerano sbagliata per i piccoli.

«Il vantaggio dell’allattamento è il legame affettivo madre-figlio» assicura Pellai. «Non conta il contatto tra bocca e capezzolo. Quanto che la donna sia presente e non pensi ad altro mentre nutre il bambino. E questo si può fare anche col biberon».

Riproduzione riservata