La metamorfosi di Mara Carfagna

La diffidenza per il passato da soubrette è un ricordo lontano. Oggi la vicepresidente della Camera riscuote consensi bipartisan per il suo impegno a favore delle donne. E per il suo modo di comunicare: istituzionale ma anche empatico. E mai aggressivo

La comunicazione social dei politici italiani è aggressiva, scomposta. In una parola, testosteronica. Come in una rumorosa classe delle medie, siamo di fronte a chi la spara più grossa, tra like, dirette Facebook e immancabili selfie a raccontare qual è la fan base più numerosa del caro leader.

In questo carosello c’è chi ha scelto un altro modo di parlare, e quindi di fare politica. Ed è una donna: Mara Carfagna, deputata dal 2006, ministro delle Pari Opportunità dal 2008 al 2011, record woman di preferenze alle Regionali campane del 2010 e al Consiglio comunale di Napoli nel 2016, vicepresidente della Camera da marzo 2018 e, da poche settimane, coordinatrice nazionale di Forza Italia.

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Mara Carfagna a 22 anni, quando arrivò sesta al concorso Miss Italia

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Mara Carfagna nel 2008, ai tempi del programma di Rai 2 “Piazza grande”

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Mara Carfagna con Daniela Santanché nel 2006, quando era parlamentare di Forza Italia

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Mara Carfagna nel 2008, quando era Ministro delle Pari Opportunità

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Mara Carfagna oggi, vicepresidente della Camera

Sa riconoscere i propri errori

Il suo non è stato un percorso facile. In un mondo politico pieno di pregiudizi e sessismo, la 43enne salernitana, diploma di ballo al Teatro San Carlo di Napoli e laurea in Giurisprudenza con 110 e lode, si è dovuta scrollare di dosso le polemiche e la diffidenza per l’ingresso in politica dopo la partecipazione a Miss Italia nel 1997 e le esperienze come soubrette a Domenica in, La domenica del villaggio, Piazza Grande. Se ci è riuscita, è merito dei risultati della sua azione politica.

Da ministro per le Pari Opportunità del governo Berlusconi, è stata la promotrice della legge che nel 2009 ha istituito il reato di stalking. Nello stesso anno ha lanciato “Nessuna differenza”, la prima campagna realizzata da un governo italiano contro l’omofobia, dopo che l’anno prima, tra le polemiche, aveva rifiutato il patrocinio al Gay Pride. Un grande merito in questa vicenda lo ha avuto l’ex deputata Pd Anna Paola Concia, che Carfagna ha ringraziato per averla «aiutata a sfondare il muro della diffidenza della quale penso di essere stata allo stesso tempo vittima e inconsapevole responsabile». Quanti politici conoscete che si scusano e riconoscono in pubblico i propri errori?

Collabora con le colleghe dei partiti avversari

L’anno scorso si è fatta apprezzare in maniera trasversale per la campagna di sensibilizzazione contro il femminicidio “Non è normale che sia normale”. Quest’anno ha promosso l’emendamento al Codice rosso che introduce il reato di matrimonio forzato e istituisce un fondo per le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio. E, insieme a Laura Boldrini e Maria Elena Boschi, ha portato avanti la battaglia bipartisan perché la norma sul revenge porn fosse approvata a Montecitorio.

Da vicepresidente della Camera, prima ha zittito il ministro dell’Interno Matteo Salvini per aver mostrato poco rispetto verso i parlamentari, poi ha bacchettato i suoi colleghi troppo impegnati a farsi i selfie in Aula, ricordando che quella è un’istituzione e non una gita scolastica.

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Sui social è seria ma non noiosa

Da tempo la presenza mediatica e politica di Carfagna sta riscuotendo consensi che vanno oltre i confini del centro-destra. Frutto anche della sua comunicazione seria ma non noiosa, istituzionale ma anche empatica. E mai aggressiva: nessun attacco scomposto nei confronti degli avversari, piuttosto grande caparbietà nell’inchiodare i rappresentanti della maggioranza alle proprie responsabilità.

Proprio sui social è evidente il cambio di passo: negli ultimi 6 mesi i suoi post su Facebook hanno collezionato oltre 155.000 reazioni, commenti e condivisioni. E i suoi 848 tweet hanno raccolto 40.000 retweet e 204.000 like. Ma è su Instagram, il social delle immagini e dei giovani, che Mara Carfagna registra i numeri più interessanti: da gennaio di quest’anno ha raccolto oltre 242.000 like per appena 160 post, con una crescita del 30% dei follower.

Quello che ha ottenuto più “mi piace” e commenti è datato 1° giugno ed è una foto in cui la deputata indossa un vestito bianco nei giardini del Quirinale per la Festa della Repubblica. Un’immagine elegante e istituzionale al tempo stesso.

Si fa guidare dal buonsenso

Anche questi numeri dicono che Mara Carfagna è in ascesa e si è emancipata dal passato. Ora sta duellando con Giovanni Toti, co-coordinatore nazionale di Forza Italia, sulle primarie per la scelta del nuovo leader del partito. La sua posizione è dettata dal buonsenso: primarie riservate agli iscritti.

In un’intervista al Messaggero ha detto: «Servono meno muscoli e più testa e cuore. I muscoli bastano a indicare i problemi, poi cuore e testa servono per risolverli». Cuore e testa: di certo è uno slogan efficace, ma se fosse anche una filosofia di leadership diversa in un Paese governato da politici testosteronici?

– Francesco Nicodemo è autore di Disinformazia – La comunicazione al tempo dei social (Marsilio)

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