Quella lingua è tutta sua

I bambini che storpiano le parole sono buffi e divertenti. Ma è normale che lo facciano anche da grandicelli? Ci risponde un esperto

Parla una lingua tutta sua. Dove “ciottolato” sta per cioccolato e “talovo” sta per tavolo. Ma è normale che un figlio di quattro, cinque anni continui a storpiare le parole? Un bambino che parla così nasconde un problema del linguaggio o, semplicemente, è un po’ più lento dei suoi coetanei nell’imparare un buon italiano? Ne abbiamo parlato con Antonio Jozzino, psicologo e responsabile del centro dislessia dell’Asl di Roma. E abbiamo scoperto che per tranquillizzarsi basta rispondere a tre semplici domande. Queste.

Quanti anni ha?

“Se un bambino ha quattro, cinque anni è normale che storpi le parole: sta  imparando la sua lingua” spiega l’esperto. “L’italiano, poi, ha anche lettere difficili da pronunciare, come la esse e la erre, che richiedono allenamento prima di essere dette bene”. Poi bisogna tenere conto del fatto che esiste nei più piccoli una propensione naturale a parlare un proprio linguaggio speciale, una specie di gergo che, a volte per vezzo, a volte per fare ridere gli adulti, vogliono mantenere.

Quali parole sbaglia?

Già all’ultimo anno della scuola materna, però, un bimbo non dovrebbe avere più problemi a pronunciare parole conosciute e di uso corrente. “Meglio, invece, fare un controllo dallo specialista se ripete questi due errori” dice lo psicologo. “Cioè, storpia molti termini comuni e, soprattutto, non riesce a pronunciarli correttamente neanche quando li ripete lentamente, dopo averli ascoltati da un adulto. Un altro segnale è un bimbo che non riesce a distinguere i suoni che compongono una parola, per esempio non distingue la “b” dalla “d”. Mentre non è il caso di preoccuparsi se ancora tra i cinque e i sei anni ha difficoltà con la esse e la erre”.

Perché succede?

I problemi del bambino potrebbero dipendere da una difficoltà ad articolare la bocca e la lingua. “Se è così, il difetto si risolve con qualche seduta dal logopedista” dice l’esperto. “Altre volte, la difficoltà a parlare è il riflesso di un disturbo dell’apprendimento, che solo un neuropsichiatra può scoprire. Per questo conviene portare il bambino in un centro per la cura dei disturbi del linguaggio, dove siano presenti più specialisti”. Per avere l’indirizzo delle strutture pubbliche ci si può rivolgere alla propria Asl, per quelle private basta contattare l’Associazione italiana della dislessia (tel. 051 243358; www.aiditalia.org).

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