Intelligenza bambini

«Non serve cercare indizi nascosti per capire che tipo di intelligenza ha un bambino» sostiene la psicologa Monica Fusco.

«Hai già lì tutto davanti agli occhi. Un figlio ci mostra subito quello che ci serve per capire come comportarci con lui e come farlo crescere bene.

Iniziamo a osservare il suo temperamento, i suoi gusti, per sapere cosa lo disturba e cosa invece lo fa sentire sereno: sulla base di queste scoperte lo aiuteremo a sviluppare le sue capacità». Che a volte possono essere sorprendenti, addirittura preoccuparci un po’.

Scopri che tipo di intelligenza ha tuo figlio

Il talento non si manifesta sempre e solo a scuola con i bei voti. Spesso un bambino che sembra complicato rivela qualità insospettate. Qui gli esperti ti insegnano a riconoscerle. Prova: lui userà le sue risorse, tu lo amerai ancora di più

Osserviamo i nostri figli, ma impariamo anche a parlare con loro e, soprattutto, ad ascoltarli

La psicologa parla dell’importanza dei disegni dei bambini, perchè sono la principale modalità di espressione che essi utilizzano per rappresentare lo spazio circostante.

Riconoscere l'unicità del bambino

«Tutti i segnali, positivi e negativi, devono essere colti per riconoscere il tipo di intelligenza di un bambino. Fai attenzione a quello in cui riesce bene, ma anche ai suoi “difetti”: spesso, nascondono qualità» rivela la psicologa Liliana Jamarillo.

Riconoscere i segnali di un’intelligenza più eccentrica richiede la presenza attenta dei genitori. Qui ti aiutiamo a intercettarne alcuni. «Ma per avventurarsi all’esterno, scoprire il mondo, esprimere le sue potenzialità, un bambino prima ha bisogno di sentirsi sicuro e a proprio agio, riconosciuto nella sua unicità. Per questo è importante costruire un legame che gli dia sicurezza e lo faccia sentire amato» sottolinea l’esperta.

Lo sapevi? Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’alimento più prezioso per il cervello è l’amore.

Il bambino che non sta mai zitto capirà bene gli altri

«Un piccolo che a scuola chiacchiera molto e scherza sempre con i compagni è dotato di una spiccata intelligenza sociale. Cioè ha la capacità di comprendere gli altri, di stare in compagnia con piacere, di condividere» spiega la psicologa Jamarillo. Doti che torneranno ancora più utili in un mondo in cui, tra telefonini e social network, si è sempre connessi, ma dove è sempre più difficile stabilire un contatto con le persone.«Una volta capito che hai un figlio estroverso, aiutalo a sfruttare questa qualità. E insegnagli ad arginarla. Troppa esuberanza diventa dannosa».

Così lo aiuti «Se è sempre alla ricerca di compagnia, è bene che impari a farlo nel contesto giusto. Per esempio non in classe» consiglia la specialista. «Spiegagli che è meglio invitare gli amici il pomeriggio a casa, così potrà stare con loro in tranquillità. Se è un chiacchierone, insegnagli l’importanza di ascoltare. E provate a scambiarvi lettere (o, se non sa scrivere, disegni) per raccontare qualcosa di speciale senza parlare».

Il bambino che si muove in continuazione comunicherà (anche) con il corpo

«Ci sono bambini che non stanno un attimo fermi, che scalpitano sempre. Niente di preoccupante: lo fanno perché non sono nelle condizioni di esprimere la loro intelligenza cinestetica, quella che usa il corpo e il movimento per comunicare e risolvere problemi» dice la psicologa. «È l’intelligenza di cui sono dotati gli atleti e i ballerini, gli attori e gli artigiani».

Così lo aiuti «Non ci sono dubbi: questo è il caso in cui assecondarlo è la soluzione migliore. Un corso di danza, di teatro, di pittura lo renderà più tranquillo e, nello stesso tempo, appagato».

Il bambino che vive nel suo mondo saprà guardarsi dentro

«Un bambino riservato, che tende a stare solo e a riflettere molto, ha un’intelligenza di tipo intrapersonale: cioè è bravo a capire i propri sentimenti e a guardarsi dentro. Sono qualità che, da adulto, gli permetteranno di lavorare con molta concentrazione e in autonomia. E sono preziose sia che decida di fare lo scienziato sia l’imprenditore».

Così lo aiuti «Va bene che stia nel suo mondo, ma è importante anche stimolarlo ad aprirsi un po’, a coinvolgere anche gli altri nelle sue riflessioni» commenta Jamarillo. «Chiedigli di raccontare la sua storia attraverso delle fotografie. Lo aiuterà a parlare di qualcosa di reale» suggerisce l’esperta.

«Stimolarlo a comunicare è importante anche perché l’intelligenza nei piccoli si presenta sotto forme che non sempre riconosciamo al primo approccio». E in ogni caso meglio evitare che si rinchiuda troppo su di sé.

Il bambino che se la cava in ogni situazione sarà uno stratega

«Intelligente non è solo il bambino bravo in qualcosa, ma anche quello se la sa cavare bene» precisa lo psicologo Bernardo Paoli. «Ci sono ragazzini in gamba che poi non riescono a realizzarsi da adulti, altri che riescono sempre a uscire dalle difficoltà. Da grandi avranno successo perché hanno il dono dell’intelligenza strategica, quella che permette di trovare soluzioni anche in situazioni che ci sembrano senza via d’uscita. Stimolare questa capacità, a metà tra senso pratico e creatività, è fondamentale: insegnare a un figlio a risolvere i problemi da solo è il dono più grande che un genitore possa fare».

Così lo aiuti «Il mio consiglio può sembrare buffo: ti suggerisco di procurare una di quelle scatole con i giochi di prestigio che, negli anni Ottanta, si trovavano nelle camere di tutti i ragazzi. Erano piccole magie che portavano con sé un buon insegnamento. E cioè che dietro ogni situazione apparentemente irrisolvibile c’è sempre una spiegazione: il cosiddetto “trucco”. Basta saperlo trovare» conclude Paoli.

Il bambino che ha sempre la testa tra le nuvole immaginerà con precisione

«Hai presente quei bambini che etichettiamo come distratti e inconcludenti? In quel momento stanno immaginando qualcosa: sono dotati di un’intelligenza detta visuo-spaziale. Quella tipica di marinai, scultori, chirurghi, architetti, e che permette di orientarsi, di immaginare gli oggetti nello spazio e di percepirli con precisione anche se non li si ha sotto gli occhi».

Così lo aiuti «Riportalo con i piedi per terra e fagli fare qualcosa di concreto: puzzle e costruzioni. Ogni tanto chiedigli di descrivere un luogo che conosce, come la sua camera, per usare la sua dote con un po’ di disciplina».

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