Come è andata la scuola? Ecco come saperlo davvero

Che siano bambini o adolescenti, il risultato più o meno non cambia. Alla fatidica, e onnipresente, domanda "Com'è andata la scuola?", i figli rispondono tutti con un "bene", molto generico, un "bene" che vuol dire niente ma può voler dire tutto.

Nella risposta-tipo, infatti, non vengono soddisfatte tutte le domande materne (o paterne) implicite. La mamma vorrebbe, quindi, sapere se le lezioni sono state interessanti, se con i compagni va tutto bene, se c'è qualcuno che importuna o tratta male, se gli insegnanti sono in gamba ed equi, se la scuola è sicura, se hanno mangiato a sufficienza (e, spesso, anche cosa hanno mangiato).

Ma, un po' per stanchezza e un po' per noia, i bambini e gli adolescenti zittiscono i genitori con il solito "bene". Come fare, quindi, a sapere come è andata davvero? Essendo il meno dirette possibili, aggirando la domanda principale con altre domande più "morbide", rilassanti e (quasi) casuali.

Minimo comune denominatore: dovrebbero essere tutte domande "positive" ovvero che partano dall'evocazione di un bel momento trascorso nell'ambiente scolastico. Un altro requisito fondamentale è cercare di non scadere mai nell'effetto "interrogatorio".

Ecco le 4 domande "strategiche" che faranno parlare tuo figlio e perché funzionano:

- Ma cosa faresti se fossi tu l'insegnante?

- Quando sei stato più felice oggi?

- Vicino a chi ti vorresti sedere in classe?

- Dove giochi più spesso durante l'intervallo?

Com’è andata la scuola? 4 domande diverse per saperlo

Tra le domande meno amate da bambini e adolescenti, troviamo la fatidica "Come è andata la scuola?". Ecco come sapere la verità, senza essere dirette

Quando i figli tornano da scuola, scatta sempre la stessa domanda “Come è andata?”. E, come da copione, i bambini e gli adolescenti rispondono (se rispondono) con un secco, e apatico, “bene”. Non entrano nei dettagli, non soddisfano le curiosità materne, non rassicurano su profitto, rapporti con i compagni di classe, insegnanti…E se le mamme indagano più a fondo, si sentono infastiditi e violati nella loro privacy. Come fare, quindi, per sapere come è andata davvero la scuola? Evitando di essere dirette e puntando su domande furbe, molto più “morbide” e rilassate.

Ma cosa faresti se fossi tu l'insegnante?

“Ma cosa faresti se fossi tu l’insegnante?”

Una domanda che apre a un mondo di risposte

Una delle curiosità più comuni dei genitori, riguardo alla giornata scolastica, coinvolge senza dubbio la figura dell’insegnante o degli insegnanti. Ma se si chiede a un bambino come sia la maestra, la risposta potrà solo essere generica, esattamente come la domanda stessa.

Per sapere davvero cosa pensa il proprio figlio degli insegnanti e come li percepisca in classe, si può domandare cosa farebbe lui (o lei) se fosse al posto di quel determinato insegnante.

Questo tipo di domanda stimola fantasia e curiosità, facendo emergere eventuali problematiche, risentimenti, insofferenze o, al contrario, soddisfazione e ammirazione.

Quando sei stato più felice oggi?

“Quando sei stato più felice oggi?”

Punta sulla gioia

È più facile che siano i bambini della scuola primaria a raccontare di momenti divertenti trascorsi con i compagni di classe. Più raro è, invece, che siano preadolescenti e adolescenti a parlare spontaneamente di ciò che hanno fatto a scuola.

In questi casi, è importante sondare con i modi giusti. Partendo da un’emozione positiva e libera, svincolando la scuola dal mero concetto di profitto (interrogazioni, compiti in classe, voti…). Chiedendo a un ragazzo quando sia stato felice nella giornata a scuola, si vanno a toccare tasti diversi rispetto a quanto accade, invece, ponendo sempre le stesse domande “da mamma”.

Puntando sulla gioia e sulle emozioni, si possono ottenere risposte davvero sorprendenti: magari la felicità è insospettabilmente legata a una lettura o all’esercitazione con uno strumento musicale

Vicino a chi ti vorresti sedere in classe?

“Vicino a chi ti vorresti sedere in classe?”

Come capire se va tutto bene con i compagni

Gli episodi di bullismo (e cyberbullismo) sono in costante aumento. Ma, per fortuna, è cresciuta anche l‘attenzione nei confronti di questi gravi problemi. Dunque, si moltiplicano iniziative e attività promosse sia dagli insegnanti, sia dalla comunità dei genitori, per combattere e prevenire il fenomeno del bullismo a scuola.

A casa, però, i genitori vorrebbero capire come poter “tastare il terreno” senza essere messi a tacere o sembrare eccessivamente ansiosi. Una delle domande più efficaci, in tal senso, è chiedere ai propri figli vicino a chi vorrebbero sedersi (e vicino a chi non vorrebbero mai sedersi).

Da una domanda del genere, possono emergere numerose dinamiche relazionali, rivelatrici di eventuali disagi e sofferenze.

Dove giochi più spesso durante l'intervallo?

“Dove giochi più spesso durante l’intervallo?”

Capire di più dell’ambiente scuola

I bambini e i ragazzi trascorrono molto tempo a scuola, la maggior parte delle ore della loro giornata. Per questo motivo, è fondamentale che a scuola stiano bene, che si muovano con sicurezza e serenità.

Per comprendere al meglio come si svolgano le giornate scolastiche, si può chiedere ai bambini dove hanno trascorso l’intervallo. Da questa domanda, è possibile comprendere quanto siano integrati nella classe e quanto sia piacevole l’ambiente della scuola.

Ma, non solo. Si può capire anche (e senza essere diretti), come si comportino gli insegnanti quando non c’è lezione e se si sia, o meno, creato un clima di fiducia reciproca.

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