Compiti delle vacanze: servono davvero?

Vacanze e compiti: due parole che potrebbero essere antitetiche per buona parte degli studenti, e anche delle famiglie. Infatti, ci sono docenti che decidono di non assegnare compiti agli alunni durante le vacanze proprio per conferire un senso autentico alla parola vacanza. Anzi, gli unici compiti assegnati da questo esiguo gruppo di docenti "alternativi" sono attività piacevoli e rilassanti, da "bambino in vacanza": osservare la natura, fare tante nuotate, mangiare gelati, godersi la famiglia, giocare con gli amici...

Eppure la maggior parte degli insegnanti, sin dal primo anno della scuola primaria, sommerge letteralmente i bambini di esercizi e letture. Come reagiscono i genitori? Alcuni sono convinti dell'utilità dell'esercizio e del ripasso estivo, perciò "vigilano" (non senza difficoltà) affinché i figli svolgano tutti i compiti assegnati.

Molti, però, si mostrano contrari e invitano gli stessi figli a boicottare i compiti durante le vacanze giustificandoli poi al ritorno a scuola. Mancanza di responsabilità oppure difesa del sacrosanto diritto al riposo estivo?

Compiti delle vacanze: sono davvero necessari?

Oggetto di lunghi dibattiti e diatribe tra genitori e insegnanti: i compiti delle vacanze sono un argomento insidioso. Ci si chiede, infatti, se siano poi davvero così necessari

I compiti delle vacanze sono un argomento così insidioso da scatenare polemiche infinite tra le famiglie ma anche tra genitori e docenti. C’è chi è favorevole perché pensa sia positivo che i figli si esercitino nei lunghi tre mesi di vacanza. E poi ci sono quei genitori assolutamente contrari e che si battono affinché vacanza sia davvero e totalmente vacanza. Addirittura si assiste a situazioni in cui i compiti delle vacanze vengono boicottati dagli stessi genitori, come famiglia singola o come gruppo classe. E gli insegnanti? Questi ultimi seguono vie spesso antitetiche: alcuni docenti non danno compiti e, anzi, invitano gli alunni a godersi l’estate e i suoi colori. Altri, invece, sommergono letteralmente i bambini e i ragazzi di letture, esercizi e consegne. Forse ciò su cui bisognerebbe concentrarsi è il tipo di compito delle vacanze assegnato, ovvero la qualità più che la quantità.

Compiti delle vacanze: sono troppi?

In difesa del diritto al riposo

A esprimersi sui compiti a casa, e sulla loro utilità o meno, è il sociologo Antonio Marziale, fondatore dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori. Il senso delle sue dichiarazioni è che l’eccesso di compiti non sia peculiarità di un buon docente. E in questo discorso viene citato anche un recente rapporto Ocse che vede gli studenti italiani come i più oberati di compiti in Europa, secondi solo alla Russia.

Chi assegna troppi compiti, compresi quelli delle vacanze, dunque non sarebbe un buon docente poiché priva i bambini e i ragazzi del tempo necessario a svolgere altre attività fondamentali per la loro crescita: sport, momenti di socializzazione, sperimentazione anche di una sana noia.

Se pensiamo alla pausa estiva, poi, interviene anche il discorso focale sul diritto al riposo del minore.

Una pausa vera

La pausa e il gioco all’aperto

Che si sia d’accordo o meno con i compiti, su un punto convengono tutti coloro che hanno a cuore il benessere psicofisico dei bambini e dei ragazzi. Una volta terminato l‘anno scolastico, è importante che bambini e ragazzi si prendano una bella pausa da quaderni, esercizi e problemi.

In questi giorni, sarebbe bene che ci si dedicasse semplicemente al gioco all’aperto, possibilità che spesso è negata proprio dal quantitativo di compiti richiesti durante l’anno. Dai libri, invece, si può non prendere una pausa, a patto che siano gli stessi bambini e ragazzi a scegliersi le letture preferite e a godersi questi spazi “privati” in tutta libertà, con i loro tempi.

Questo tipo di pausa, che di solito consigliano persino gli insegnanti pro-compiti, può durare anche qualche settimana e sicuramente porterà benefici incredibili sulla serenità e sullo stato psico-fisico del bambino.

Esercizi alternativi

La qualità dei compiti

Riempire i bambini e i ragazzi di pagine e pagine di esercizi “tradizionali”, forse, non è una buona idea. Ripassare e rinfrescare le materie scolastiche anche durante la lunga pausa estiva, può certamente essere utile. Ma potrebbe essere funzionale all’apprendimento, e stimolante per i bambini, anche cambiare tipologia di compiti.

Per esempio, assegnare letture particolari e avventurose, piacevolmente interattive. O, ancora, promuovere il ripasso della scienza attraverso l’osservazione diretta di alcuni fenomeni naturali. Stimolare curiosità e creatività nei bambini in modi diversi dal solito, è regalare loro un altro punto di vista, più compatibile con l’emozionante pausa estiva.

D’altronde anche gli adulti si aspettano dall’estate qualcosa di diverso dal solito, che esuli dalla quotidianità. Dunque, perché privarne proprio i bambini proponendo loro sempre le stesse cose?

Compiti in relax

Cambiare il contesto

Sul fatto che l’eccesso di compiti delle vacanze sia controproducente (e anche ingiusto da un punto di vista etico), concordano esperti e famiglie. E anche molti docenti, esclusi coloro che ancora si ostinano a oberare gli alunni di richieste-fotocopia.

Diciamo che, con una giusta via di mezzo quantitativa e una rivoluzione qualitativa (compiti alternativi) forse si potrebbe rendere piacevole anche il ripasso estivo. Molto importante è anche il ruolo del contesto.

Per leggere o rinfrescarsi la memoria sulle nozioni (questo vale soprattutto per gli studenti più grandi), meglio dedicarsi del tempo (anche dilatato, senza pressioni) all’aperto. Un giardino, un pergolato, la pineta o anche il terrazzo di casa, andranno benissimo. Da non dimenticare: i piccoli piaceri estivi come la granita per merenda o la lettura su una sdraio colorata.

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