La maturità per gli studenti dislessici

La maturità si avvicina ed è fonte di ansia per gli studenti e anche, indirettamente, per i genitori. D'altronde si tratta del primo grande scoglio da superare e, per quanto si possa aver fatto un buon percorso scolastico, la preoccupazione permane e si tratta anche di un'ansia positiva, costruttiva.

Per chi conosce da vicino il problema della dislessia, la scuola è comunque fonte di preoccupazione a prescindere. Dunque, gli esami vengono vissuti da studenti e famiglie a volte come un ostacolo quasi insormontabile.

Gli studenti dislessici oggi in Italia sono circa 350.000: nonostante questo dato, però il sistema scolastico non sembra ancora preparato ad affrontare dislessia e relative, legittime esigenze. Spesso, sono gli stessi insegnanti a negare allo studente dislessico l'utilizzo di alcuni strumenti a lui necessari per affrontare gli esami davvero ad "armi pari" rispetto al resto della classe.

E altrettanto frequentemente, le famiglie non sono a conoscenza dei diritti scolastici per gli studenti affetti da dislessia e del fatto che le commissioni d'esame siano tenute ad accordare allo studente l'uso di alcuni strumenti necessari per poter gestire gli esami in condizioni di effettiva equità.

Come affrontano la maturità gli studenti dislessici?

Per gli studenti dislessici, la maturità ha regole particolari: l'obiettivo è quello di fornire a tutti i ragazzi gli stessi strumenti per affrontare l'esame. In nome di un'effettiva equità

 

La dislessia è oggi, per fortuna, al centro dell’attenzione delle linee guida relative alla didattica e, conseguentemente, alle modalità degli esami di fine ciclo scolastico. La maturità è uno degli scogli più grandi che i ragazzi si trovano a dover affrontare, spesso infatti questo esame è fonte di grande stress anche a livello familiare. Per le famiglie che conoscono da vicino la dislessia, questo momento può davvero rappresentare un motivo di ansia e grande preoccupazione. Però oggi gli studenti dislessici sono tutelati da alcune normative che permettono loro di affrontare la maturità con strumenti pari a quelli dei compagni di scuola. Perché equità significa partire tutti dallo stesso punto e con gli stessi strumenti a disposizione

Un aiuto concreto

Al di là della confusione

È, dunque, importante che le famiglie degli studenti dislessici si informino adeguatamente e pretendano, dal sistema scolastico, il riconoscimento di alcuni diritti esistenti. Ma non tutti i genitori sono a conoscenza di questo tipo di normative, altri ancora non sanno come muoversi tra i cavilli burocratici.

Però è necessario “fare rete” e offrire ai propri figli tutti gli strumenti necessari per sentirsi più sicuri. A sottolineare questa esigenza è Alessandro Rocco, co-fondatore di W LA DISLESSIA!, un progetto nato nel 2010 per fare da supporto ai ragazzi dislessici e alle loro famiglie.

Secondo l’esperienza di questi genitori, gli studenti supportati durante tutto il percorso d’esame da strumenti adeguati e attenzioni legittime, riescono a superare brillantemente gli esami di maturità.

Una delle barriere più grandi da abbattere, è sicuramente la falsa credenza che fornire strumenti diversi significhi concedere vantaggi ad alcuni studenti, a discapito del resto della classe. Si tratta dell’annosa e odiosa questione dei diritti.

L’acquisizione di un diritto legittimo da parte di una minoranza, non significa mettere in discussione lo status del resto degli studenti. Anzi, la vera equità consiste appunto nel garantire a tutti le stesse possibilità di gestire situazioni e prove della vita.  

La prima prova

Gli strumenti che si possono usare

Veniamo, quindi, alla spiegazione di ciò che sono i diritti di uno studente dislessico relativamente agli esami di maturità.

Durante la prima prova, lo studente dislessico può usufruire della lettura di tutte le tracce d’esame (italiano) da parte di un insegnante della commissione. Inoltre, sempre durante questa prova, è consentito l’utilizzo del pc con il correttore ortografico.

Infine, come spiega Alessandro Rocco, nella fase di valutazione della prova, la commissione deve tener conto del contenuto e delle competenze lessicali, lasciando passare in “secondo piano” la forma dell’elaborato.

Seconda e terza prova

Il momento più temuto

Soprattutto la terza prova scritta dell’esame di maturità, è il momento più temuto da tutti gli studenti. È proprio questa prova, infatti, che tende ad abbassare la media del voto finale. Dunque, è più che mai importante arrivare al terzo giorno d’esame sicuri e il più possibile calmi.

Per quanto riguarda la seconda e terza prova d’esame, lo studente dislessico ha ulteriori diritti e particolari strumenti a sua disposizione.

Nella seconda prova, permane l’uso del pc e si aggiunge anche il diritto a utilizzare la calcolatrice e i formulari. Per quanto riguarda la terza prova, invece, è concessa agli studenti dislessici la consultazione di mappe e riassunti.

Infine, i questi della terza prova possono essere semplificati nella loro formulazione (come previsto dal dm 429/2000), rimanendo numericamente invariati. Così come, sempre in nome dello stesso decreto, lo studente dislessico può usufruire di un tempo supplementare per superare l’esame.

Conoscere e far valere i diritti dei propri figli, rimane il primo compito dei genitori. Così come formarsi e informarsi rappresenta una necessità e un dovere per tutto il sistema scolastico, commissione d’esame inclusa.

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