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La storia del rosa: è davvero un colore femminile?

Cento anni fa le cose erano molto diverse: il rosa era il colore usato per vestire i bambini, e il blu le bimbe. Allora come mai oggi la consuetudine ci dice proprio il contrario? Perché un uomo vestito di rosa provoca ilarità?

Hai sempre pensato che il rosa, fin dalla notte dei tempi, rappresentasse l’essenza della femminilità. Scommettiamo che da bambina tutto ciò che ti circondava era di questa tinta: dalle pareti della cameretta agli abitini, dai giocattoli allo zainetto, e finanche i quaderni per la scuola. Hai accettato questa verità senza chiederti chi avesse preso questa decisione perché sembrava “sensata”: quale altro colore potrebbe esprimere altrettanto bene la delicatezza, la dolcezza, l’innocenza di una bimba? E invece 100 anni fa le cose erano molto diverse: il rosa era il colore usato per vestire i maschi, e il blu le piccoline.

La prassi di considerare il rosa un colore “da femmine” si è affermata davvero recentemente, non più di 60 anni fa. Nel passato le cose erano diverse: abbiamo molte testimonianze che ci dicono che vestirsi di rosa era molto comune nel diciassettesimo e diciottesimo secolo. Il rosa era considerato un colore, forte, deciso, associato alla passionalità perché prossimo al rosso, ma a differenza di quest’ultimo era meno “bellicoso”, quindi rimaneva mascolino ma in una variazione più adatta alla vita sociale. Il blu invece era il colore del cielo, del velo della Madonna, per questo era il più indicato per vestire le bambine.

E allora come mai oggi la consuetudine ci dice proprio il contrario? Perché un uomo vestito di rosa provoca ilarità?

Le cose iniziarono a cambiare negli anni 30 del secolo scorso: gli uomini cominciarono a indossare con sempre maggior frequenza abiti scuri, che conferivano più serietà e quindi erano più adatti ai contesti professionali. Le donne invece utilizzavano colori chiari, che venivano accostati alla sfera familiare e domestica.

In realtà almeno fino agli anni 50 non c’è stata una vera e propria distinzione tra colori maschili e femminili: il rosa e l’azzurro erano ancora intercambiabili. Ma proprio in questa decade che qualcosa iniziava a cambiare per sempre: il rosa veniva assegnato alle donne e il blu agli uomini. In modo del tutto arbitrario, ovvero poteva accadere anche il contrario. Dalla fine degli anni ‘50 questa moda si consolidò e divenne definitiva. Oggi ci sembra che sia sempre stato così, anzi, ci sembra una scelta “naturale”, come se il rosa debba per forza avere una componente femminile che può essere associata solo alle donne. E invece 70 anni fa non era affatto così!

La bambola di Barbie, che veniva lanciata sul mercato proprio negli anni in cui si stabiliva che le femminucce dovessero vestire di rosa, aiutò nella consolidazione di questa decisione.

Solo una decina di anni più tardi, in piena epoca di contestazioni femministe, il rosa fu al centro delle polemiche, rifiutato non tanto per il suo colore, quanto per il suo significato: secondo le femministe reprimeva le donne perché richiamava l’infanzia e di conseguenza induceva ad attribuire alle persone un’indole docile, passiva.

Negli anni 80 il marketing impose la regola per cui il colore di riferimento per le donne era il rosa, mentre per i maschi il blu. E così è rimasta fino ad oggi, intoccabile quasi come un dogma religioso.

Il significato del colore rosa

Nella maggior parte delle culture il rosa è associato all’uomo perché, proprio come già detto, appartiene alla scala cromatica del rosso, colore della forza, della vitalità, del sangue, della passione. Il rosa è quindi un rosso mitigato dal bianco, colore della spiritualità, della purezza.

Per la psicologia il rosa è un colore che infonde tranquillità, che riesce a calmare e a infondere serenità. Forse anche per questo è sembrato normale, nella società occidentale, e soprattutto in quella americana degli anni 60, spingere l’associazione tra questo colore e le donne, che dovevano essere remissive, amorevoli e devote alla famiglia.

Oggi il rosa è uno dei colori più amati dalle donne, lontano, almeno nella loro consapevolezza, da questa volontà di ingabbiarle in uno stereotipo familiare. Piuttosto esprime femminilità e dolcezza, arme di seduzione utilizzate coscientemente. E gli stilisti seguono questo mood, declinando il rosa in nuance sempre nuove ed entusiasmanti.

Pensiamo al colore moda dello scorso anno, il rosa Quarzo (Pantone 13 – 1520), una sfumatura intensa che, abbinata alle tinte pastello o sorbetto, regala subito un tocco bon ton. E al rosa cipria, tra i must della stagione autunno inverno 2017, romantico e delicato. Indossare un accessorio di questa tonalità su un look total white o beige dà subito un aspetto raffinato a qualsiasi outfit. Un abito in seta lungo o in chiffon corto e con volume è sempre molto elegante. La tonalità rosa shocking, invece, è perfetta per un look moderno e giovanile.

Il rosa si combina bene anche con i colori scuri, come il nero e, attenzione, il marrone! Il rosa è infatti una delle poche tonalità che si abbina bene a questo classico autunnale in tutte le sue gradazioni, dal caramello al terra. Il trucco è combinare tinte che abbiano la stessa intensità cromatica, quindi tinte chiare con tinte chiare e sfumature più forti con toni altrettanto intensi. Le fantasie animalier con base marrone si abbinano bene al rosa sorbetto, ad esempio, mitigandone l’estrosità.

Molto interessante l’accostamento con il nero, che genera un bel gioco di contrasti. Un esempio? Giacca in pelle nera, tronchetti a punta con tacco a stiletto e un minidress pink dalla linea pulita. L’effetto è potente, molto femminile e rock and roll.

La storia che ha reso il rosa il colore per eccellenza delle donne è complessa e non manca di matrici maschiliste che tutte noi rifiutiamo. Detto questo però, oggi le donne lo indossano con molta personalità e tanti significati. Il rosa può essere utilizzato per esprimere diversi stati d’animo e attitudini. Devi solo trovare quello che più ti rappresenta.

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