Il romanzo Berlin

Perché i ragazzi vanno pazzi per la saga “Berlin”

Sta conquistando gli under 16 italiani Berlin la saga in 7 volumi scritta da Marco Magnone e Fabio Geda  e pubblcata da Mondadori. Un totale di 1.700 pagine ambientate nella Berlino del 1978, città spettrale minacciata da un misterioso virus che uccide chiunque abbia varcato la soglia dei 16 anni. Gli esperti la chiamano distopia: descrizione di una società immaginaria. I lettori junior identificano la serie nelle “sorelle” straniere Divergent e Hunger Games.

Una trama avvincente

«Berlin funziona perché i personaggi sono sfaccettati e contraddittori come i giovani di oggi» dicono gli autori. «È una storia corale, così ognuno trova la personalità in cui identificarsi. I capitoli sono brevi e il linguaggio e la trama sono avvincenti. La serialità accompagna i fan lungo l’adolescenza, regalando loro un universo-rifugio in cui si mescolano storia, musica, etica e avventura». In libreria sono andati a ruba, e sono già alla seconda ristampa, i primi 2 titoli: I fuochi di Tegel e L’alba di Alexanderplatz. Il 20 settembre esce il terzo, La battaglia di Gropius, poi seguiranno gli altri 4 capitoli, a 6 mesi di distanza l’uno dall’altro.

Una community sui social

Non solo. Sui social si è creata una community che condivide giudizi, domande e suggerimenti sulla trama. E gli autori hanno girato più di 50 scuole da Nord a Sud per parlare con gli studenti dei loro romanzi e invitarli a immaginare il futuro che vorrebbero. L’iniziativa, che ripartirà a ottobre, prende spunto dalla storia raccontata in Berlin. I protagonisti dei libri si ritrovano all’improvviso soli: niente genitori, parenti, insegnanti. «Così sono costretti a riorganizzare la vita quotidiana, a darsi autonomamente delle regole» spiegano Geda e Magnone. «Noi abbiamo domandato agli studenti di fare lo stesso e di scrivere ai potenti del mondo per chiedere un Pianeta migliore». Il risultato? Un collage di lettere e idee che farebbe invidia ai saggi dei super esperti di politica ed economia.

Una speranza di democrazia

Per strada ci sono poche auto, e solo elettriche. Scuole e cure mediche sono gratis per tutti. Il lavoro si trova subito. E corruzione e terrorismo sono un lontano ricordo. «I ragazzi coinvolti hanno tra gli 11 e i 16 anni, eppure mostrano un altissimo senso civico: vogliono una società democratica in cui tutti siano uguali e contino allo stesso modo. Sono proprio le ingiustizie a far arrabbiare di più i giovani, al punto che tanti arrivano a proporre l’abolizione della proprietà privata. Perché per loro la povertà è la causa delle guerre, dell’immigrazione e del fondamentalismo religioso».

Un’anima green

Chi dipinge gli adulti di domani come individualisti e pessimisti deve ricredersi. «I millennials sono 2.0 nel Dna, ma sono anche i figli della crisi economica, cresciuti con meno vizi rispetto ai 30enni di oggi» nota Simonetta Bitasi, educatrice esperta di libri e ideatrice del sito Lettoreambulante.it. «Nelle lettere ai potenti tutti chiedono attenzione per l’ambiente e manifestano una forte anima green. Su di loro l’ecologia fa più presa della politica: chi è al potere oggi non li convince e quando pensano a un mondo ideale sottolineano che non deve essere opera di pochi eletti ma dell’impegno di tutti. Il cambiamento parte dal basso: da loro stessi, dalle famiglie, dalle piccole associazioni».

Un inno all’amicizia

Nei lavori dei ragazzi non manca l’autocritica. «Si dimostrano consapevoli e saggi» osserva Alice Bigli, presidente di Mare di libri, festival letterario dedicato ai giovani. «Sanno di avere le proprie piccole colpe, specialmente nell’uso smodato delle nuove tecnologie, e si impegnano a utilizzarle per migliorare la vita di tutti i giorni, per esempio per combattere l’inquinamento o per inventare nuovi farmaci. A colpire, poi, sono i valori che animano gli adolescenti: credono nell’amicizia, nella forza del gruppo e nell’impegno. E per la prima volta vanno al di là dei generi: a differenza del passato, maschi e femmine condividono le stesse idee e gli stessi atteggiamenti, hanno fiducia nella parità e vogliono collaborare tra loro».

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