Katia, il dolore della separazione non si paga

Ricciarelli avrà da Baudo 12 mila euro
al mese. Ma è giusto che una donna ricca chieda soldi all'ex marito? Gli anni, i ricordi, non c'è assegno che possa risarcirli

La separazione tra Katia (che uno, diciamolo davvero, vorrebbe avere sempre per casa per come è solare, burrosa e tatosa) e Pippo procede ormai tra udienze e rivelazioni. L’ex signora Baudo ha confessato, tapina, di aver sofferto perché il marito non l’ha più degnata di un’attenzione sessuale, seppur minima. Non obbedendo in 15 anni neppure una volta sola ai suoi doveri coniugali. Sarà per vendicarsi di queste cattiverie, forse, che Katia Ricciarelli, volata dall’implacabile e bellissimo avvocato Anna Maria Bernardini de Pace, terrore e incubo di mariti divorziandi, ha chiesto e ottenuto dal giudice che il Pippo furioso gli versi almeno 12 mila euro al mese, in attesa di accertamenti sul suo patrimonio?

Ribadita la simpatia per Kationa, che pare da alcune foto apparse sui giornali sinceramente mesta, sofferente e delusa, meritandosi solidarietà e comprensione autentica, si vorrebbe parlare in questo luogo della necessità (o giustezza) di chiedere alimenti e grandi denari al divorziato sposo. Non avendo prole al seguito e vantando, come è il caso di Kationa, un conto corrente pasciuto e tondo come la medesima. Ma perché, io dico, una donna che lavora, in questo caso una diva di suo, deve chiedere al marito, divo anche lui per carità, un assegno così miliardario? Forse, andando nei dettagli, si saprebbe la vera ragione che ha spinto Kationa all’azzanno del gran malloppo.

Si dice che lei per disperazione giocasse al casino (si sarà mica spesa tutto alle slot machine?). Si dice anche che lui guadagnasse più di lei… È forse Katia rimasta sdraiata sul tappeto di ciniglia, senza il becco di un quattrino? Se è così, ben venga l’aiuto dell’ex consorte, e ben venuta sia l’aspra vendetta! Ma lasciando il caso particolare, dove sta scritto che, dopo lotte, guerre e botte per dirci uguali ai maschi e per volere gli stessi posti, gli stessi trattamenti e la stessa dignità, ci mettiamo adesso a chieder soldi a “Lui” in quanto femminucce? Ripeto: se l’ex consorte vuole aiutare o regalare teneramente viaggi e ville, ben venga. Se lei ha voglia di accettarle.

Ma che lui sia obbligato a mantenerla, se non ci sono figli insieme naturalmente, è pratica medioevale e non ci piace affatto. Ribadisco: ci sono casi dove lei, lasciata, rimane senza casa e senza lavoro, e ha bisogno di tempo per ricostruirsi la vita. E lui aiuta. Ma l’obbligo no, non se entrambi sono ricchi. L’amore non si paga. E non si paga l’abbandono. E purtroppo non può essere pagata la vita insieme: i giorni, gli anni, la felicità e l’infelicità, non c’è nessun assegno, obbligatorio o no, che possa risarcirti.

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