Libri gialli e thriller, 10 novità da non perdere

Da Milano alla campagna inglese, da Roma al Colorado, da Treviso al Sudafrica, una valanga di romanzi gialli, thriller e noir si è riversata in libreria. Ecco la nostra selezione

Da Milano alla campagna inglese, da Roma al Colorado, da Treviso al Sudafrica. Come da tradizione, anche nei primi mesi di quest’anno una valanga di romanzi gialli, thriller e noir si è riversata in libreria. Visto che questi generi sono tra i vostri e nostri preferiti, e visto che tra le nuove uscite ce n’è davvero per soddisfare tutti i gusti, ecco una carrellata delle 10 proposte più interessanti da sfogliare.


Franco Vanni, Il caso Kellan (Baldini Castoldi)

Chi ha ucciso Kellan Armstrong, figlio 19enne del console americano di Milano, scaricato morente davanti a un ospedale in piena notte? Sul suo omicidio indagano in molti: non solo la polizia, che inizialmente brancola nel canonico buio, ma anche un misterioso cuoco vietnamita e un curioso cronista di nera. Si chiama Steno Molteni, ha 26 anni e fa la vita che tutti quanti avremmo voluto condurre appena usciti dalla scuola di giornalismo: vive in hotel, gira la città a bordo di una Maserati Diablo e si muove con fiuto e charme fra tribunale, questura e parenti col cuore spezzato. La scena del delitto è quella dell’ambiente gay e i protagonisti si mettono sulle tracce degli “Spazzini”, una banda di giovani che si divertone ad aggredire gli omosessuali. Sullo sfondo una città che non smette di divertirsi, mentre la neve sembra coprire tutto: prove, percorsi e segreti inconfessabili.


Ruth Ware, Il gioco bugiardo (Corbaccio)

Se ami i thriller in grado di sviscerare la psicologia femminile e le ambientazioni di campagna inglese modello Ispettore Barnaby o Broadchurch, questo è il romanzo che fa per te. Ai tempi del liceo Isa, Thea, Fatima e Kate si erano inventate il “gioco delle bugie”, nel quale la regola era di non mentirsi mai reciprocamente, ma di poterlo fare con chiunque altro. Il gioco crudele le unisce e nel contempo le isola quasi completamente dal resto delle studentesse, il che le porta a passare ogni momento possibile al vecchio mulino di Kate, dove vivono anche suo padre Ambrose e il fratellastro Luc, un adolescente irrisolto. Passano 17 anni e Salten, la località sulla Manica dove si trova ancora quel vecchio mulino, è teatro di una scoperta agghiacciante: le ragazze di allora hanno cambiato vita – una di loro in particolare – ma saranno costrette, per la prima volta, a confrontarsi con le conseguenze di quello stupido gioco. Terzo libro di Ware dopo che di entrambi i primi due sono stati già piazzati i diritti di sceneggiatura: c’è da scommettere che il trend proseguirà.


Leonardo Gori, L’ultima scelta (Tea)

Bruno Arcieri, per chi non lo conoscesse, è stato capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dello spionaggio prima del 25 aprile e infine controverso colonnello dei servizi segreti agli albori della guerra fredda. Ci troviamo nel 1970 quando il personaggio nato dalla penna di Leonardo Gori, ormai in pensione, viene richiamato in servizio per un compito delicato, l’ultimo della sua carriera e forse della sua vita. Pare che una fonte dell’Ovest intenda cambiare campo e cedere informazioni utili a smantellare il nocciolo duro degli 007 deviati. Arcieri ha una nuova vita affettiva, si è trasformato in un ristoratore, coltiva nuovi interessi e nuovi amici: quell’incontro in una villa diroccata sulle colline senesi dovrebbe essere l’ultimo debito da pagare al suo passato e invece si trasformerà nel suo caso più complesso, dove in perfetto stile spy story nessuno è come ci si immagina e ogni personaggio, anche il più insospettabile, riserva inquietanti sorprese.


Leonardo Gori, L’ultima scelta (Tea)

Bruno Arcieri, per chi non lo conoscesse, è stato capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dello spionaggio prima del 25 aprile e infine controverso colonnello dei servizi segreti agli albori della guerra fredda. Ci troviamo nel 1970 quando il personaggio nato dalla penna di Leonardo Gori, ormai in pensione, viene richiamato in servizio per un compito delicato, l’ultimo della sua carriera e forse della sua vita. Pare che una fonte dell’Ovest intenda cambiare campo e cedere informazioni utili a smantellare il nocciolo duro degli 007 deviati. Arcieri ha una nuova vita affettiva, si è trasformato in un ristoratore, coltiva nuovi interessi e nuovi amici: quell’incontro in una villa diroccata sulle colline senesi dovrebbe essere l’ultimo debito da pagare al suo passato e invece si trasformerà nel suo caso più complesso, dove in perfetto stile spy story nessuno è come ci si immagina e ogni personaggio, anche il più insospettabile, riserva inquietanti sorprese.


Matthew Sullivan, Mezzanotte alla libreria delle grandi idee (Longanesi)

I romanzi che hanno per protagonisti librai, scrittori ed editor continuano a proliferare. In questo caso la trama ci trasporta a Denver, in Colorado, dove fra gli scaffali della libreria di Lydia si muove un’umanità talvolta inquietante. Uno dei clienti abituali, Joey, si impicca al piano superiore e quando la polizia rimuove il cadavere scopre nella tasca dei suoi jeans una foto della stessa Lydia da bambina. Cosa collega il passato della libraia – e in particolare una terribile notte della sua infanzia, che lei vorrebbe solo dimenticare – a quel suicidio? Thriller con poco sangue ma molta tensione, consigliatissimo.


Roberto Perrone, L’estate degli inganni (Rizzoli)

Seconda avventura per Ettore Canessa, l’ex carabiniere nato dalla penna del giornalista genovese Roberto Perrone.In una vita precedente Canessa è stato il principale esponente della lotta al terrorismo rosso e nero. Assurto al ruolo di eroe, ha visto la sua vita cambiare radicalmente nel 1980 dopo una strage alla stazione, in seguito alla quale si è dimesso dall’Arma. Ora si limita a gestire con una zia un piccolo ristorante in Liguria e a cercare la pace negli amici di sempre e negli abbracci di Carla, la sua nuova compagna. Ma un giorno il passato torna a bussare prepotentemente alla sua porta: un agente del Mossad sostiene di avere in mano gli elementi per riaprire il caso. Un caso dal quale, a poco a poco, affioreranno i vecchi fantasmi della guerra fredda ma anche quelli della vita di Annibale, costretto a confrontarsi con l’eventualità di perdere tutto.


C.J. Tudor, L’uomo di gesso (Rizzoli)

Anche in questo romanzo, diventato rapidamente un caso, il passato la fa da padrone. C.J. Tudor afferra il lettore e fin dalle prime pagine lo trascina dentro le vite di Ed Adams, uno scapolo di 42 anni, e dei suoi compagni di adolescenza: 30 anni prima trascorrevano le loro giornate giocando nel bosco. Lo stesso bosco dove un giorno ritrovarono i resti di una ragazza, Elise, decapitata e fatta a pezzi da un misterioso assassino. Lo hanno fatto seguendo una serie di omini stilizzati, disegnati con il gesso a indicare il percorso. Un codice da bambini che qualcuno evidentemente ha smascherato. Ecco perché quando a Ed giunge una busta anonima contenente il disegno dell’omino, le vecchie ferite si riaprono. Un po’ Stranger Things, un po’ Stand by me, un po’ Hitchcock.


Dario Crapanzano, La squillo e il delitto di Lambrate (Sem)

Ha cambiato personaggio seriale e casa editrice ma non l’ambientazione dei suoi libri, la Milano del dopoguerra. Questa volta Dario Crapanzano, ex pubblicitario che ha esordito come giallista a 71 anni (ora ne ha 79), ci trasporta nella periferia est del capoluogo lombardo dove Margherita Grande, la squillo del titolo, indaga sulla morte di un malavitoso. Siamo nel 1951 e la “lìgera”, la criminalità locale, alimenta omertà e strani traffici. Del delitto è accusata l’ex fidanzata dell’uomo, un’amica di Margherita. Ma lei, che ha letto decine di gialli e può contare su molti amici e su un intuito fuori dal comune, sa benissimo che non basta un coltello con le tue impronte sopra a renderti colpevole. Specie se quella morte ha fatto felici molte altre persone.


Fulvio Luna Romero, Prosecco connection (Laurana)

Vincitore del premio Nebbiagialla 2017, Fulvio Luna Romero (pseudonimo del bancario, scrittore e runner trevigiano Alessio Romin) racconta, con toni più vicini all’hard-boiled americano che al giallo classico, la storia dell’indagine che nel 2014 ha investito il Mose, il sistema di paratie mobili che avrebbe dovuto proteggere Venezia dall’acqua alta, costato miliardi di euro e ancora non entrato in funzione. Un pretesto per raccontare l’altra faccia del Nordest: il malaffare e il crimine organizzato si sono infiltrati in una terra senza padroni, con risorse e difficoltà, con una grave crisi alle spalle e un futuro imprevedibile. Una terra in cui il passaggio generazionale non si riferisce soltanto alle grandi famiglie di imprenditori, ma anche alla politica e al crimine. Carlo Caccia, investigatore privato, si trova suo malgrado a incrociare strade che non conosce e persone senza scrupoli disposte a tutto pur di accumulare denaro e potere.


Pietro Spirito, Il suo nome quel giorno (La Nave di Teseo)

Giuliana vive in Sudafrica, dov’è cresciuta, felice, in una famiglia benestante di origini italiane; è sposata e ha una bambina. Alla morte di quelli che ha creduto i suoi genitori scopre di avere un altro nome, di essere figlia di una donna che l’ha concepita, senza volerla, quarant’anni prima, in un campo profughi della Venezia Giulia, e che, per miseria e disperazione, l’ha venduta. Gabriele vive a Trieste, appena fuori città, da solo. È impiegato come archivista alla cassa pensionistica dei marittimi. Giuliana si affida a internet. A Trieste cerca associazioni di esuli, uffici dell’anagrafe, archivi, qualunque ente o istituto possa darle informazioni sulla sua vera identità. Fra i tanti che ricevono le sue mail, Gabriele risponde. E decide di aiutarla. Ma non è detto che una donna ormai vecchia e malata abbia qualcosa da dire a una figlia rispuntata dal nulla, non è detto che le memorie si ravvivino e i cuori si scaldino. Il mistero di Giuliana sarà svelato, ma il colpo di scena non donerà alcun conforto, solo altri enigmi.


Yrsa Sigurðardóttir, Il cacciatore di orfani (Mondadori)

L’autrice è stata definita dal “Guardian” come la più grande scrittrice islandese di thriller. Con Il cacciatore di orfani Yrsa Sigurðardóttir inaugura una serie avvincente con al centro una coppia di investigatori imbattibile: un poliziotto e una psicologa, un tempo amanti e ora ai ferri corti, costretti a portare a termine la loro indagine più difficile. Il libro è stato primo nelle classifiche islandesi e ha vinto l’Icelandic Crime Book of the Year Award.
La curiosità: prima di dedicarsi alla scrittura Yrsa Sigurðardóttir lavorava come ingegnere civile.

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