Luca Barbarossa

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Luca Barbarossa: «A Sanremo canto in dialetto»

Capocannoniere della Nazionale Cantanti e conduttore a Radio2, Luca Barbarossa torna al Festival di Sanremo per l’ottava volta. La prima partecipazione risale al 1981. Nel 1992 la vittoria di Portami a ballare. L’ultima volta nel 2011. Ora Barbarossa torna con un brano in dialetto, Passami er sale, che parla d’amore.

Una canzone in dialetto. Perché?

La canzone racconta di un’intimità familiare e di un rapporto, il dialetto è qui la lingua del cuore e del quotidiano, così come ha la stessa valenza in tutte le altre canzoni dell’album.

Quanto è importante per lei questa canzone?

Lo è, così come sono importanti per me tutte le canzoni che scrivo, perché nascono da un’urgenza, da uno stato d’animo che voglio comunicare.

Tornare a Sanremo che effetto fa?

Sanremo mi piace molto, mi diverto: è pieno di colleghi, artisti ed amici simpatici, persone che conosco da anni, che ospito spesso anche in radio. Sanremo è un modo divertente di stare insieme.

Il ricordo più bello legato a un Sanremo del passato?

Quando nell’88 arrivò sul palco dell’Ariston un telegramma di Franca Rame e Dario Fo che mi ringraziavano per aver dato voce a un tema così importante con L’amore rubato, la canzone con la quale concorrevo quell’anno e che raccontava di una ragazza che subisce uno stupro.

L’aspetto invece più pesante della settimana del Festival?

La promozione: correre come una trottola di radio in radio, di intervista in intervista. È davvero impegnativo.

Di quante ore per notte hai bisogno di dormire per stare bene?

Mi basterebbero 7 ore, ma di sonno pieno.

Il tuo trucco, segreto, pratica, per combattere lo stress?

Gioco a tennis tutti i giorni, non solo durante il Festival. Lo sport è ciò che mi dà la carica quotidiana.

Colazione ideale per affrontare i ritmi di una giornata del festival con?

Sono un caffè dipendente, quindi tanto caffè, pane burro e marmellata.

Il collega che più le fa piacere rivedere o conoscere?

Sono amico di tutti da anni, con Claudio Baglioni per primo. Abbiamo condiviso la stessa casa discografica per vent’anni, sono stato suo ospite ad O’scià a Lampedusa ben cinque volte, ma sono tanti gli amici a Sanremo. Mi fa sempre molto piacere vedere gli Elii – che sono dei gran cazzari, ma anche Gazzè, Biondi… davvero tanti!

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