Secondo gli ultimi dati forniti dall’Agenzia delle entrate, con il 5x1.000 sono stati donati 485 m

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Agenzia delle entrate, con il 5x1.000 sono stati donati 485 milioni di euro: 332,8 sono andati al volontariato, 126 alla ricerca medica e scientifica

Onlus: così controlli chi merita la tua fiducia

Gli italiani sono ai primi posti nella classifica europea delle donazioni. Ma siamo sicuri che questo denaro venga usato sempre nel modo migliore? Ecco quello che devi controllare prima di inviare i tuoi soldi

Siamo un Paese di donatori, il terzo in Europa per generosità. Destiniamo ad associazioni o progetti di solidarietà circa 9 miliardi all’anno: di questi, 4,6 provengono da privati. La cronaca degli ultimi anni ci insegna, però, che non sempre queste somme vengono indirizzate nel modo migliore. Come si può capire se l’ente che abbiamo scelto merita davvero la nostra fiducia?

«All’inizio del 2019 diventerà operativo il Registro unico nazionale del Terzo Settore, che imporrà alle associazioni iscritte il rispetto di rigidi parametri in fatto di organizzazione e trasparenza» spiega Massimo Novarino, responsabile Ufficio Studio e ricerche del Forum Terzo Settore. «L’appartenenza al registro sarà una garanzia in più per chi desidera donare il suo tempo o le sue risorse a una onlus». Nell’attesa delle nuove norme, ci si può comunque affidare ad alcuni criteri per valutare le associazioni no profit. Li abbiamo chiesti agli esperti.

Studia il sito dell’associazione

«Quando non è aggiornato, non contiene indirizzi e numeri di telefono o dà informazioni generiche, non fidarti» dice Mara Moioli, fondatrice del sito Italianonprofit. it, motore di ricerca delle assocazioni italiane. «Se è prevista la raccolta di fondi, verifica che nella home sia indicato il codice fiscale: indica che l’associazione è registrata all’Agenzia delle Entrate. Infine, preferisci gli enti che spiegano con chiarezza come vengono utilizzate le donazioni. Che si tratti dell’aiuto alle donne di un villaggio africano o ai senzatetto del centro sotto casa, devono essere indicati i destinatari, in modo che sia più semplice controllare l’avanzamento del progetto».

Guarda i portali specializzati

Fai una ricerca su piattaforme come italianonprofit.it o istitutoitalianodonazione. it: sono database che contengono informazioni su centinaia di associazioni. Vi trovi bilanci e rendiconti, l’indicazione di quanto vie ne destinato al mantenimento della struttura, alla comunicazione o alle altre attività. E anche dati sul personale come i nomi di chi le guida, il numero dei dipendenti e quello dei volontari. «Dalla governance, per esempio, puoi sapere chi è ai vertici dell’associazione e, con una ricerca su Google, scoprire se sono legati a un’area politica o a un movimento» suggerisce la Maioli.

Controlla i bilanci

«Rendere noti i propri dati economici è indice di credibilità e trasparenza. Ma attenzione» avverte Novarino. «Attualmente le associazioni non hanno l’obbligo di redigere i bilanci secondo regole codificate e questo non aiuta il donatore a orientarsi». Ci sono però particolari a cui prestare attenzione. Primo: più il rendiconto è dettagliato, minore è la possibilità che spese ingiustificate siano camuffate sotto generici costi di gestione. «Secondo: controlla la voce delle uscite per pubblicità e comunicazione. In un ente non profit non dovrebbero superare il 20% del totale» continua l’esperto. «Ricorda poi che il giro di affari deve essere coerente con gli obiettivi che l’associazione si pone» suggerisce Moioli. «Se presenta un bilancio di 10.000 euro e gestisce grandi progetti internazionali, qualcosa non va».

Chiedi le prove dei risultati raggiunti

«Se puoi, visita la sede, telefona o verifica che dietro il nome dell’ente ci siano persone in carne e ossa» consiglia Novarino. «Preferisci chi può darti prove della propria attività o feedback sui risultati raggiunti» consiglia Moioli.

Informati sui costi del personale

«Il Codice del Terzo Settore stabilisce che da fine gennaio 2019 le associazioni di volontariato e di promozione sociale che vorranno iscriversi al Registro nazionale non dovranno avere più di un dipendente ogni due volontari» spiega il responsabile Ufficio Studi. È un buon criterio per valutare l’associazione che hai scelto. «C’è un’eccezione, però: le onlus che si occupano dell’assistenza ai malati hanno bisogno di personale specializzato e potrebbero dunque utilizzare un alto numero di collaboratori. In questo caso, verifica quanto spende l’ente per la retribuzione dei dirigenti. Il rapporto tra il loro stipendio e quello di chi percepisce la retribuzione più bassa non deve superare 8 a 1». Le ong iscritte ai portali specializzati pubblicano sul web questi dati; se l’associazione che ti interessa non figura in queste piattaforme, contattala direttamente.

Stai attenta alle emergenze

Quando c’è un’emergenza umanitaria, capita spesso di ricevere richieste di denaro da onlus ed enti sconosciuti. Ci si può fidare? «Prima di fare il versamento, controlla con una ricerca sul web che l’associazione abbia almeno tre anni di vita» consiglia Novarino. «Verifica anche che abbia esperienza nell’ambito per il quale si propone (per esempio la prima assistenza in caso di terremoti) e preferisci le organizzazioni del posto, o quelle che possono dimostrare di avere collaborazioni con enti o istituzioni locali » è il consiglio della Moioli. I pagamenti, infine, andrebbero sempre fatti con metodi tracciabili: bonifico, carta di credito o PayPal.


Fai bene anche alle tasse

Dal 2018 gli sgravi fiscali per chi fa una donazione in denaro a un ente del Terzo Settore sale dal 26 al 30% e raggiunge il 35% se è un’associazione di volontariato. Resta la possibilità, in alternativa, di dedurre l’intera somma dal reddito imponibile, a patto che l’ammontare della donazione non superi il 10% del reddito dichiarato.

I numeri 

336.275 il numero di associazioni non profit in Italia. 5,5 milioni i volontari che ci lavorano. I dipendenti sono 788.000. 9,7 milioni gli italiani che hanno fatto una donazione tra ottobre 2016 e ottobre 2017 (Fonti: Istat e Centro studi della Fondazione Lang).

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