Artrite reumatoide, le domande che tutti ci facciamo

Anche queste tre donne famose convivono con l’artrite reumatoide: sono ammalate o a rischio di ammalarsi. L’attrice Kathleen Turner (a sinistra) ne soffre dall’età di 38 anni. La golfista Kristy McPherson (al centro) da quando aveva 11 anni. Mentre Cheryl Ladd, la Kris della serie Charlie’s Angels, ha avuto la madre con l’artrite e si tiene sotto controllo per limitare il rischio di ammalarsi a sua volta.

In Italia sono 400mila le persone ammalate, in 8 casi su 10 si tratta di donne. Ma la ricerca sta facendo passi importanti. Nel futuro dell’artrite reumatoide ci sarà probabilmente un vaccino. Al momento è stato provato su piccoli gruppi di malati e funziona: in pratica, riprogramma le cellule del sistema immunitario del paziente, smorzandone l’esagerata attività. Ora l’obiettivo è quello di verificarne l’efficacia nel tempo e per questo ci vorranno anni.

Ma c’è un’altra importante novità di cui si può già beneficiare. Oggi si sa che la malattia ha una fase chiamata “finestra di opportunità terapeutica” che dura circa sei mesi dai primi sintomi. Coglierla significa modificare il destino dei malati. «Gli studi stanno dimostrando che se si iniziano le cure in questi primi 180 giorni si può addirittura guarire» spiega Oscar Massimiliano Epis, direttore di reumatologia dell’ospedale Niguarda di Milano. «I casi al momento sono pochi e andranno seguiti nel tempo per capire se si tratta di una vera guarigione o di un arresto temporaneo dello stato infiammatorio alle articolazioni e delle crisi dolorose».

Peccato che ancora in troppe donne scoprano tardi di essere ammalate e sappiano ancora poco sulla malattia. Anzi, le domande in sospeso sono tante, come abbiamo visto dai vostri commenti sul nostro sito, quando per la morte di Anna Marchesini cercammo di fare chiarezza sui sintomi, le cause e la cura della malattia. Per questo le abbiamo raccolte e girate ai nostri esperti. Eccole.

Artrosi e artrite sono la stessa cosa?

Assolutamente no, ma la confusione tra le due malattie è la prima ragione di una diagnosi sbagliata. Per aiutarti a fare chiarezza, tieni presente che in caso di artrite reumatoide il dolore, il gonfiore e la fatica a mettersi in moto la mattina al risveglio riguardano entrambe le articolazioni in modo simmetrico. Vale a dire, tutti e due i polsi, oppure le mani, le caviglie o, ancora, i piedi. Nel caso dell’artrosi, invece, disturbo tipico degli anni che passano, i sintomi sono più frequentemente a una sola articolazione e compaiono anche durante il giorno quando si fanno movimenti ripetuti, per esempio si stira.

La diagnosi può essere fatta anche dal medico di famiglia?

Può prescrivere le analisi del sangue per verificare i livelli del Fattore reumatoide e dell’Anti-Ccp: in sei casi su dieci questi valori sono elevati fin dall’inizio e sono indice di una forma aggressiva della malattia. Da qui in poi ci vuole lo specialista in reumatologia. Questo vale anche se i risultati delle analisi sono negativi ma c’è comunque il sospetto perché da almeno un mese hai dolori e gonfiore in particolare alle mani, con una rigidità mattutina che dura almeno un’ora (per saperne di più sui sintomi, cliccate qui).

Mi hanno prescritto l’ecografia: non sarebbe meglio la risonanza magnetica?

No, l’ecografia articolare è un esame più completo: permette infatti di vedere bene tutte le parti che circondano l’articolazione, cioè il liquido, i tendini e i muscoli. E questo aumenta la possibilità di una diagnosi precoce della malattia.

È vero che se ho l’artrite reumatoide non posso avere figli?

Questo fa parte dei luoghi comuni che circolano tra i pazienti. Invece, è possibile. Anzi, durante i nove mesi di attesa in sette casi su dieci non ci sono crisi dolorose. Devi però programmare la gravidanza in base ai farmaci che stai assumendo. Alcuni infatti vanno sospesi almeno per tre mesi prima di iniziare ad avere rapporti senza protezione. E stai tranquilla: la predisposizione genetica ad ammalarsi di artrite reumatoide non si trasmette quasi mai ai figli. Capita solo in quattro casi su cento.

Che cosa succede se non mi curo?

L’infiammazione e il danno articolare peggiorano sempre più, fino a compromettere anche in modo pesante la capacità di movimento. Ma non solo. Alcune ricerche hanno visto che nella zona malata si formano nuovi vasi sanguigni ricchi di sostanze infiammatorie, le stesse coinvolte nell’infarto e nell’ictus. Ed è per questa ragione che, tra chi non si cura oppure si cura male, è alto il rischio di malattie cardiovascolari.

Se i farmaci biologici sono il top perché lo specialista non me li ha prescritti subito?

Sono efficaci, hai ragione. Ma sono anche molto costosi: in media 10.000 euro all’anno per ogni paziente. Per questo il Servizio sanitario nazionale chiede che si faccia prima un tentativo con i farmaci più tradizionali, che fanno parte della famiglia dei Dmard (Disease modifying antirheumatic drug). In otto casi su dieci, questi medicinali sono più che sufficienti a tenere a bada la malattia. Se non funzionano però è inutile aspettare: si passa ai biologici, che agiscono sui meccanismi alla base della malattia, fermandone l’avanzare.

Il mio destino è di finire su una sedia a rotelle?

La percentuale di rischio era alta fino a qualche anno fa. Ora la situazione per fortuna sta cambiando, grazie ai progressi in campo medico. Molto però dipende ancora dal paziente. Rivolgiti quindi solo a Centri specializzati: li trovi sul sito www. anmar-italia.it. E non fare di testa tua con i farmaci, ma parlane con lo specialista se qualcosa non ti convince. Ad oggi sei malati su dieci “saltano” le dosi, oppure sospendono la cura perché si sentono meglio. Ma così, è come mettere il piede sull’acceleratore della malattia, aggravandola.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA MALATTIA? ECCO COSA DICONO LE ULTIME RICERCHE 

Ci sono cause inaspettate che possono contribuire al peggioramento della malattia, come stanno confermando le ultime ricerche. Il primo è il fumo: alza i valori della citrullina nel sangue, la proteina nota per la sua capacità di stimolare l’iperattività del sistema immunitario. L’altro è l’igiene orale scorretta. Perché anche la placca batterica, se non viene rimossa, fa lievitare i livelli della pericolosa citrullina.

COME ATTENUARE GLI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI DMAR

CONTRO LA NAUSEA bevi a colazione una tisana con foglie di menta e fiori di karkadè.

CONTRO LA DIARREA assumi tutte le mattine una dose di fermenti lattici e la sera una di probiotici.

CONTRO GLI ATTACCHI DI VOMITO sorseggia una tisana concentrata di fiori di camomilla.

COME ATTENUARE GLI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI BIOLOGICI

CONTRO IL GONFIORE E IL ROSSORE nella zona della somministrazione sottocutanea, fai degli impacchi più volte durante la giornata con cubetti di ghiaccio preparati miscelando acqua e una fiala di arnica.

Artrite reumatoide, la parola alle ammalate

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