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La dieta anti cancro: le novità dalla scienza

In un libro appena pubblicato, il risultato di 23 anni di studi sui malati di tumore: i cibi giusti possono fare la differenza, per prevenire ma anche per contrastare la malattia

Che la prevenzione del cancro cominci a tavola è ormai risaputo e provato da moltissimi studi. Pochi sanno però che i cibi giusti sono addirittura in grado di contrastare i tumori. Oppure di limitare gli effetti collaterali delle terapie. Lo racconta l’oncologa Maria Rosa Di Fazio nel libro Mangiare bene per sconfiggere il male, frutto di 23 anni di ricerche e soprattutto dell’esperienza sul campo con i malati.

«Le forme tumorali, ma anche molte malattie infiammatorie croniche come quelle autoimmuni (per esempio l’artrite reumatoide), sono legate a un consumo quotidiano di cibi sbagliati» spiega la dottoressa Di Fazio. «Ma ridurli, o in alcuni casi toglierli, e privilegiare invece quelli benefici può fare la differenza».

Attenzione a latte e yogurt

Gli alimenti da scegliere o evitare sono più o meno gli stessi per tutti. Con la differenza che se per prevenire sono concessi degli strappi, quando si tratta di curare è necessario essere molto più rigidi, soprattutto con quei cibi strettamente implicati nella comparsa di determinati tumori. «Il latte per esempio va evitato in particolare da chi soffre di forme di tumore ormonodipendenti (seno, tiroide, utero, ovaio, prostata): oltre agli ormoni, contiene il lattosio e i cosiddetti fattori di crescita, le proteine che stimolano la proliferazione delle cellule» afferma la dottoressa Di Fazio. «E non si salva nemmeno l’apparentemente salutare yogurt, ancora più dannoso perché, oltre a quanto detto prima, è molto acidificante». Il pH, cioè il grado di acidità dell’organismo, è fondamentale per la nostra salute: più è basso (cioè sotto i 6), più espone al rischio di ammalarsi».

La carne? Poca ma buona

Stupirà invece sapere che la carne non va necessariamente bandita se si tratta di prevenire. «A parte chi soffre di tumori al colon, al retto o allo stomaco, che la deve eliminare, negli altri casi se ne può consumare ogni 8-10 giorni una quantità in grammi pari ai chili di peso corporeo e non grigliata.» dice l’esperta. «Non più spesso, perché oltre ai fattori di crescita contiene degli ormoni e perché acidifica. Basta sceglierla biologica e, se bianca, di tacchino, più difficile da manipolare con gli ormoni. Sempre nell’ottica di una dieta personalizzata, ai pazienti in chemioterapia e anemici non nego una fettina (50 grammi), una o due volte alla settimana, spruzzata con un po’ di limone per fissare il ferro».

I carboidrati sì, ma solo quelli giusti

Dannoso soprattutto per chi ha un linfoma, la leucemia o un altro tumore del sangue, il glutine va eliminato sempre in caso di malattie oncologiche, ma anche autoimmuni. «Perché ha il potere di addormentare il sistema immunitario, lasciando così l’organismo indifeso di fronte alle aggressioni di virus, batteri e tumori». Niente pasta, pizza, prodotti da forno. Sì invece a riso integrale e farine a basso contenuto o naturalmente prive di glutine come quelle di quinoa, sorgo, miglio, grano saraceno e amaranto.

Occhio a dolci e frutta

Lo zucchero va ridotto il più possibile e bandito dai malati oncologici: in tutte le sue forme. Le cellule tumorali consumano una quantità di glucosio 20 volte superiore rispetto a quelle normali: così più ne ingeriamo e più queste si moltiplicano. Anche la frutta quindi che, contenendo il fruttosio (uno zucchero) e acidificando, innesca i processi infiammatori, anticamera delle forme precancerose. «A chi vuole prevenire suggerisco di mangiarla una sola volta al giorno, al mattino, non alla fine di un pasto e mai dopo cena» avverte l’oncologa. «Dopo le 12 infatti il metabolismo rallenta e gli zuccheri si depositano nel fegato. Meglio poi un frutto per volta (no alle macedonie) perché ognuno ha un pH diverso e si manda in tilt lo stomaco. Non fanno eccezione le arance: oltre a essere zuccherine e ad acidificare, sono ricche di poliammine, sostanze che fanno moltiplicare le cellule tumorali».

Tanti legumi e tanto pesce

Cosa mettere nel piatto allora? Naturalmente carboidrati a basso contenuto o privi di glutine (possibilmente a pranzo) e tutti i legumi. Pesce, meglio se azzurro, anche cinque volta alla settimana. E cinque porzioni al giorno di verdure, soprattutto crucifere (rape, cavolfiori, broccoli ecc). «Consiglio, però, di non esagerare con le solanacee (peperoni, melanzane, pomodori crudi e patate), acidificanti e ricche di poliammine» aggiunge l’esperta.

Metastasi sotto controllo

«Queste regole preventive, seguite in modo ancora più rigido, possono evitare le ricadute e aiutare le terapie a fare scomparire le metastasi» assicura la dottoressa Di Fazio. «In oltre 20 anni di esperienza ho avuto e continuo ad avere moltissimi pazienti trattati con successo con la chemioterapia, ma che dopo qualche tempo avevano i markers tumorali nuovamente in progressiva salita (segno di ripresa della malattia): con uno stretto regime alimentare hanno visto scendere nel giro di un mese e poi rientrare nella norma i valori. E stanno bene anche a distanza di anni. Senza ricorso a farmaci».

I FANTASTICI TRE: UOVA, LIMONE, CURCUMA

Le uova. Sono ottime fonti proteiche e non alzano il colesterolo. In più l’albumina aiuta ad assorbire gli edemi. Perfette alla coque, più digeribili, anche 5 alla settimana.

Il limone. Basta spremerne mezzo in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente da bere al mattino a digiuno: alcalinizza e purifica.

La curcuma. È un potente antitumorale. Un cucchiaino a persona al giorno è la dose giusta: nell’acqua di cottura di pasta o riso, nelle zuppe o nelle frittate.

I CIBI ANTINAUSEA

Con la dieta giusta si posssono evitare i fastidiosissimi effetti collaterali della chemioterapia come la nausea, il vomito e la stitichezza. Basta seguirla nei tre giorni successivi alla cura antitumorale.

Al mattino una mela cotta o una pera combattono la stipsi. Evitare invece il caffè e il tè. Meglio una tisana non zuccherata.

In ogni momento, per evitare nausea e vomito, al posto dei farmaci antiemetici che bloccano l’intestino si può consumare lo zenzero crudo a fettine. Va bene anche quello disidratato, a patto che non sia zuccherato.

Come snack l’ideale sono le olive o le acciughe, che sono salate e alleviano o prevengono il senso di nausea.

A pranzo e a cena sono perfette le insalate, la verdura bollita, il tacchino e la bresaola.

Da evitare sempre invece i brodi, il latte e i derivati. Ma anche il pomodoro e la frutta.

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