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Sul conto corrente arriva una tassa: è per salvare le banche

Tre grandi banche aumentano i canoni per coprire le spese per i salvataggi bancari. Una manovra discutibile, già nel mirino delle associazioni di consumatori. Ecco gli aumenti 

Diverse banche nazionali hanno deciso di alzare i canoni che vengono regolarmente versati dai clienti per le spese di gestione dei conti correnti. Ma andiamo per ordine per capire cosa sta succedendo. 

Il Fondo Nazionale di Risoluzione

Negli scorsi mesi, tutte le banche italiane sono state costrette a versare un contributo al Fondo Nazionale di Risoluzione delle crisi bancarie. Un fondo creato per permettere il salvataggio degli istituti di credito in difficoltà ed è stato impiegato, ad esempio, per il recente crac che ha coinvolto Banca Etruria. Alcune banche hanno deciso però di scaricare parte dei costi del contributo sui loro clienti. 

Le tre banche coinvolte

La mossa riguarda le più diffuse banche italiane. Il Banco Popolare, ad esempio, dal prossimo 31 dicembre tratterrà 25 euro in più ai suoi correntisti proprio con la motivazione “parziale recupero dei contributi versati al Fondo Nazionale Risoluzione”. Decisione assunta anche da Unicredit che ha alzato i canoni mensili dei conti correnti MyGenius Silver, Gold e Platinum. Chi ha questo conti ora pagherà 5, 7 e 12 euro al mese. Anche qui per giustificare l’aumento è stato tirato in ballo il Fondo di Risoluzione (oltre all’aumento dell’IVA e l’adeguamento ad alcune nuove regole europee). E sempre il fondo di risoluzione ha spinto UBI Banca ad alzare del 60% (dagli attuali 40 euro a 64 euro all’anno) il costo di gestione dei conti correnti. Rincaro che scatterà il 1 ottobre. 

La protesta di Federconsumatori

“Le banche italiane” – tuona Rosario Trafiletti della Federconsumatori- “praticano i costi dei conti correnti più cari d’Europa, pari a 318 euro l’anno contro una media di 114 euro dell’Ue e fanno pagare i costi della risoluzione ai clienti, l’ennesima ulteriore tassa addossata ai correntisti. Insieme ad Adusbef denunciamo l’ennesimo furto con destrezza ai danni dei correntisti, stigmatizziamo comportamenti e manovre fraudolente sulla pelle dei clienti, costretti a pagare gli errori dei banchieri e una gestione dissennata del credito e del risparmio.”

Il Codacons denuncerà 

“La mala gestione bancaria” -attacca il Codacons, un’altra associazione di consumatori- “viene scaricata sugli italiani, attraverso tasse come quella imposta ora da alcuni istituti bancari. Se anche un solo euro dei soldi dei correntisti verrà prelevato, il Codacons non solo inviterà i clienti a chiudere i conti e a ritirare i propri soldi, ma presenterà una serie di denunce in Procura alla luce della possibile fattispecie di approprazione indebita”. 

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