Insetti in tavola

Insetti e derivati in tavola: dal 2018 anche in Italia

Stanno per arrivare anche nel nostro Paese le specie commestibili, le farine a base di larve, le barrette energetiche. Ma siamo pronti a queste novità? La parola agli addetti ai lavori

In Italia i tempi si allungano – AGGIORNAMENTO DEL 17 GENNAIO 2018

Chi non vede l’ora di trovare al ristorante piatti a base di cicale e grilli, e il “novel food” sugli scaffali di market e negozi, dovrà pazientare ancora un po’. Il Regolamento Ue che disciplina la materia è entrato in vigore all’inizio dell’anno. Ma dall’Italia nessuno ha ancora chiesto alla Commissione europea il nulla osta, obbligatorio, per commercializzare insetti commestibili e con tutte le garanzie di sicurezza. Lo fa sapere il ministero della Salute, rispondendo a domande sul tema e a richieste di chiarimenti. “Ai fini dell’impiego alimentare – spiega il comunicato ufficiale diramato dal dicastero – gli insetti e i loro derivati si configurano tutti come novel food. Al momento nessuna specie di insetto (o suo derivato) è autorizzata per tale”. La situazione si sbloccherà “solo quando sarà rilasciata a livello Ue” l’autorizzazione prevista. Gli insetti continueranno ad essere venduti senza concessione – fino al 2 gennaio 2020 – negli Stati in cui erano già in commercio prima dell’1 gennaio 2018, per esempio l’Olanda.

La procedura di richiesta e rilascio dell’autorizzazione, spiegano gli esperti del portale edibleinsects.it, è piuttosto complessa. I tempi, per i consumatori italiani in attesa delle novità culinarie, sembrando dunque destinati ad allungarsi. Chi intende operare nel settore deve presentare alla Commissione europea un dossier dettagliato, per dimostrare – tra le altre cose – che la composizione del nuovo alimento e le condizioni d’uso non presentano rischi di sicurezza per la salute umana. 

Insetti in tavola e nei market

Da quest’anno anche nei nostri negozi e sulle nostre tavole cominceranno ad arrivare cibi a base di insetti commestibili – ad esempio farine derivate, barrette, integratori – e anche insetti interi. La Ue ha sbloccato le autorizzazioni in sospeso e ha semplificato le procedure per richieste e nulla osta alle vendite. Ma noi consumatori come reagiremo? Apprezzeremo le novità o resteremo attaccati alle care e vecchie abitudini alimentari o al massimo a cucine esotiche già sperimentate?

Insetti sì, insetti no: i risultati dei sondaggi sono altalenanti

Secondo un recentissimo sondaggio commissionato da Coldiretti (affidato a Ixè) sono contrari al novel food il 54 per cento degli italiani. Gli indifferenti raggiungono il 24 per cento, i favorevoli rappresentano “solo” il 16 cento, quelli che non rispondono il 6 per cento. Un’altra ricerca alza il numero dei pro liberalizzazione (47 per cento) e certifica che sono pronti a mangiare novel food il 39 per cento dei millennials. Si vedrà, alla prova dei fatti e dei piatti. Certo, intanto, i nuovi cibi fanno discutere. E incuriosiscono, per ora, da lontano.

Insetti in tavola: ecco qualche esempio

Coldiretti, per dare un’idea visiva di quello che ci aspetta, ha esposto un campionario di portate a un recente convegno internazionale. Qualche esempio? Pasta all’uovo artigianale ai grilli. Millepiedi cinesi arrostiti al forno, per diventare croccanti, e poi affumicati. Tarantole del Laos arrostite senza conservanti né coloranti. Farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite. Cimici d’acqua dalla Thailandia, ricche di fibre, proteine e vitamine. Scorpioni dorati dalla Cina, scarabei thailandesi serviti in spiedini. E poi “aperinsetti” made in Belgio, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino, da mandare giù con un sorso di vodka con bachi da seta. Gli insetti che entrano come ingredienti in altri prodotti – è uno degli atteggiamenti rilevati – fanno meno impressione degli esemplari cucinati e proposti interi.

Abitudini che cambiano e pregiudizi

Rosantonietta Scramaglia, docente di sociologia del cambiamento culturale allo Iulm di Milano, racconta quello che ha scoperto con una ricerca esplorativa sui possibili consumatori: “Al novel food sono favorevoli soprattutto i più giovani, gli uomini in misura maggiore rispetto alle donne, le persone con un alto livello di istruzione più di quelle meno istruite. Il gradimento sale in chi è già abituato a consumare cibi etnici, in chi ha viaggiato all’estero e in chi è sensibile ai temi della lotta alla fame nel mondo e del rispetto dell’ambiente. Gli italiani a favore della liberalizzazione degli insetti per uso alimentare (il 47 per cento) sono molti di più di quelli che si sono detti pronti ad assaggiarli (28 per cento). Un’esperienza simile è stata già fatta, ad esempio, con il sushi, cioè con il pesce crudo. Sembrava una cosa strana, particolare. Invece poi il consumo si è diffuso velocemente”. Tornando a insetti e derivati, annota: “Quello che manca è la conoscenza. E c’è qualche pregiudizio da togliere. Nella nostra ricerca abbiamo chiesto agli intervistati di associare degli aggettivi a vari tipi di insetti. Quelli considerati “buoni” dall’immaginario collettivo, ad esempio la formica e il grillo, generano aspettative positive anche rispetto all’alimentazione. AI “cattivi”, come gli scorpioni, corrispondono attese e aggettivi negativi”.

Dove trovare informazioni e spiegazioni

Batte sul tasto della corretta informazione anche Andrea Mascaretti, presidente del Centro studi per lo sviluppo sostenibile di Milano (punto di riferimento nazionale per il novel food) e promotore della degustazione a tema che si tenne ad Expo 2015. “La Fao – premette – considera gli insetti commestibili una risorsa fondamentale, perché ricchi di proteine e facilmente reperibili. La consapevolezza di quello che si mangia vale per tutto il cibo e per gli insetti in particolare. Un sito serio per documentarsi e per avere notizie e indicazioni scientificamente certificate – suggerisce – è www.edibleinsects.it, tutto in italiano”.

La parola agli esperti

A riempire qualche lacuna sono Massimo Artorige Giubilesi (presidente dell’Ordine dei tecnologi alimentari di Lombardia e Liguria e presidente della Foodservice consultants society International Italia) e Doriana Eurosia Tedesco (professore associato del Dipartimento di scienze politiche ambientali della Statale di Milano). “Le specie di insetti edibili per la Fao sono circa 2.000 – raccontano – e rappresentano da secoli una fonte alimentare in molte aree geografiche, per almeno 2 miliardi di persone. Solo per cavallette viene stimato un consumo superiore a 10 tonnellate l’anno in Thailandia, Messico e Algeria, mentre il consumo di termiti arriva nel solo Zaire a più di 1 tonnellata al mese. Per ogni uomo sulla terra ci sono circa 200.000.000 insetti. In alcune zone del mondo vi è un uso così radicato che può arrivare ad apportare dal 30 al 50 per cento della razione alimentare della popolazione”.

Cosa succede nel resto d’Europa

“L’Olanda – ricordano i due specialisti – è stato il primo Paese europeo, seguito da Belgio e Gran Bretagna a liberalizzare l’allevamento di grilli, cavallette & co. per produrre mangime per animali e alimenti per l’uomo. In commercio oltre ai “Bugs sticks” o “Bugs nuggets” (barrette di cioccolato e alcuni tipi di insetti), si possono trovare anche “bugs-organic food” da insetti comuni come larve della farina, locuste e buffalo worms. Dal primo maggio 2017 la Svizzera ha inserito tre specie di insetti tra i prodotti commercializzabili senza un’autorizzazione specifica: Tenebrio molitor nella fase larvale, Acheta domesticus nella fase adulta, e Locusta migratoria”.

Le domande dei consumatori

L’uso degli insetti tal quali e la loro lavorazione per ottenere particolari ingredienti può dare origine a nuovi rischi o a rischi non precedentemente considerati? Il rischio è lo stesso per tutti gli insetti o dipende dalla specie e stadio di sviluppo? I metodi disponibili per minimizzare o eliminare il rischio sono sufficienti o devono essere modificati o esserne sviluppati di nuovi?

Rispondono sempre Artorige Giubilesi e Tedesco: “Anche per questi “nuovi alimenti” dovrà essere effettuata la valutazione del rischio in tutta la filiera di produzione, dall’allevamento alla tavola, dal punto di vista tossicologico, microbiologico e allergenico. Le procedure per consentire il controllo sistematico e il consumo sicuro di questi alimenti sono già definite e riconducibili a quelle applicate a qualsiasi alimento. Le prove condotte con diversi insetti che potrebbero raggiungere le nostre tavole – garantiscono – ad oggi non hanno individuato particolari rischi. Un’ulteriore precauzione sarà l’utilizzo di insetti conosciuti e consumati in Paesi che non hanno evidenziato possibili insidie per la salute umana”.

Quali saranno i vantaggi?

Ancora parole dei due esperti: “Un ulteriore vantaggio sull’introduzione degli insetti, oltre a quello di essere alimenti più sostenibili e di minor impatto ambientale, è che si apriranno nuovi mercati economici e industriali e ci saranno opportunità lavorative”.

I dubbi e il freno di Coldiretti

“Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura alimentare – frena il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità degli insetti. La maggior parte dei nuovi prodotti importati da Paesi extra Ue, in primis Cina e Thailandia, è da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.

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