Scuola, tra violenza e bullismo: cosa possono fare i docenti

Dopo gli ultimi casi di violenza nelle scuole, ci si interroga sulle responsabilità. Il ministro dell'Istruzione invoca provvedimenti disciplinari. Ma perché i docenti non li adottano? Ecco cosa risponde Giovanni Floris, che ha appena pubblicato il libro Ultimo banco

Continua a far discutere l’ultimo caso in ordine di tempo, e tra i più gravi in assoluto, del 16enne di Lucca che a scuola ha minacciato e insultato il suo professore di storia e italiano, intimandogli di cambiargli il voto e di inginocchiarsi. Il tutto davanti ai compagni di classe che, ridendo, lo filmavano. Il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha esortato presidi e insegnanti a sospendere gli studenti protagonisti di episodi di violenza, senza escludere la non ammissione agli esami.

Ma come si è arrivati a questi livelli di bullismo da parte degli studenti? Di chi è la responsabilità? “A marzo 2018 è stato rivisto il patto di corresponsabilità educativa scuola-famiglia tra il Ministero dell’Istruzione e il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (FONAGS), che contiene tutti gli strumenti per poter intervenire anche in casi come questi” spiega a Donna Moderna Rosaria D’Anna, presidente dell’AGE, Associazione Genitori Italiani. “Il documento, varato per la prima volta 10 anni fa, contiene anche una parte sanzionatoria, che è educativa e non punitiva, ma che va applicata. Il genitore ha una responsabilità, ma anche il docente e i dirigenti, che possono decidere caso per caso se sospendere, non ammettere agli esami di fine ciclo o bocciare, nei casi di maggiore gravità” aggiunge D’Anna.

“La scuola sta andando a catafascio? Di chi è la colpa? Io credo di tutti. Si parla molto di internet, ma questo è solo uno strumento, come la tv, la radio, la penna o la voce. Il punto è come lo si utilizza e chi lo utilizza. La colpa è di tutti: degli studenti, dei genitori, dei docenti e dei politici” dice a Donna Moderna Giovanni Floris, giornalista e autore del libro Ultimo Banco (Solferino Ed.).

La scuola in crisi?

“È in corso una svalutazione della scuola” sostiene Floris nel libro, frutto di un reportage nelle scuole italiane, constatando che indubbiamente c’è un “peso del web: la rapidità e la viralità proprie dei social non giocano certo a favore degli insegnanti e basta guardare su YouTube per avere l’impressione di un’escalation di violenza, non solo verbale. È come se si fossero allentati i freni inibitori, di colpo, in ogni aula. Ragazzi che perdono la calma, professori che perdono la pazienza. La bravata in classe, poi, viene ripresa e condivisa (…)”.

Se “al deperimento della componente materiale”, come aule ed edifici, si accompagna il decadimento di quella immateriale, morale, “Il problema ora è come si riparte. Io sostengo che si debba ricominciare da capo, con una rivoluzione. non più riforme, ma un cambiamento che parte dalla testa, tornando a dare valore alla scuola” spiega Floris.

L’appello del Ministero

Il ministero dell’Istruzione ha sottolineato anche l’importanza dei provvedimenti. È d’accordo l’Associazione Genitori Italiani, la cui presidente, D’Anna, sottolinea: “Bisogna agire su due livelli: i docenti devono riappropriarsi del proprio ruolo: noi come genitori notiamo un certo lassismo, forse anche legato alle tante riforme che si sono susseguite e che probabilmente non valorizzano la figura dell’insegnante, che invece ha un ruolo primario dal punto di vista pedagogico ed educativo: deve tornare a essere autorevole, ma non autoritario. Un secondo livello coinvolge poi le famiglie, che spesso sono prese da ritmi frenetici, che riducono il dialogo coi ragazzi e fanno sì che si diventi “deleganti”, affidando ad altri i propri compiti” dice D’Anna, che aggiunge: “Noi come associazione stiamo puntando sulla corresponsabilità educativa, sollecitando una serie di iniziative di confronto e dialogo tra genitori e scuola, perché non venga meno l’alleanza tra questi due attori centrali”.

Cosa possono fare docenti e presidi?

“La competenza in casi di bullismo o violenza è senz’altro delle scuole. Però tutti gli interventi sanzionatori sono sempre presi con grande prudenza da parte di insegnanti e dirigenti, perché la scuola per sua natura ha il compito opposto: quello di orientare, promuovere, includere e non invece escludere” spiega a Donna Moderna Giorgio Rembado, a lungo presidente dell’Associazione Nazionale Presidi. “La difficoltà sta proprio in questo. Io sono propenso a credere che il fenomeno della violenza a scuola (di cui il bullismo è una particolare tipologia) si stia aggravando e che la responsabilità sia in larga misura delle famiglie. Occorrerebbero dati certi e attendibili del Ministero, ma la percezione è che il fenomeno si stia rafforzando di giorno in giorno: aumentano le tipologie di atti violenti e il valore educativo dell’istituzione scuola perde terreno. Gli insegnanti vengono “disarmati” rispetto alle loro responsabilità educative. Ma allora mi viene da chiedere: a chi passerà questo compito?”.

Genitori, studenti e docenti: regole e doveri

Per favorire la collaborazione tra genitori e docenti il ministero dell’Istruzione ha rivisto, il Patto di corresponsabilità scuola-famiglia è stato aggiornato rispetto al primo testo del 2007. Vengono richiesti l’osservazione di alcune regole e atteggiamenti, come ad esempio rispettare i docenti e adeguare i comportamenti alle regole della civile convivenza che gli stessi insegnanti “illustreranno fin dai primi giorni di scuola”. Lo stesso rispetto è dovuto a tutto il personale che opera quotidianamente nelle scuole e deve essere mantenuto anche per gli ambienti, gli arredi, le attrezzature, i sussidi e il materiale didattico che la scuola mette a disposizione, oltreché ovviamente, per il materiale di ciascun compagno di classe.

I “doveri” di alunni e genitori

– Rapportarsi agli insegnanti con atteggiamenti corretti che ne rispettino la professionalità

– Non partire dal presupposto che i propri figli abbiano sempre ragione

– Guidare i propri figli ad accettare, rispettare, aiutare gli altri e i diversi da sé, comprendendo le ragioni dei loro comportamenti

– Ove dovesse malauguratamente accadere che un genitore (o comunque un adulto presente a scuola) assuma nei confronti dei docenti o dei collaboratori scolastici atteggiamenti irrispettosi o ingiuriosi o persino aggressivi, gli operatori scolastici provvederanno ad informare il Dirigente ed eventualmente chiamare le Forze dell’Ordine. I genitori possono segnalare al Dirigenti scolastici – anche in via riservata – fatti, eventi o situazioni che possano turbare la serenità della vita scolastica e l’integrità degli alunni in quanto persone.

Insegnanti sviliti e sottopagati

Molti docenti, restii a esporsi in modo chiaro in questo momento, lamentano uno svilimento della professione anche in termini economici. In Italia gli stipendi degli insegnanti sono in media inferiori del 10/20% rispetto a quelli dei colleghi europei. In molti casi le retribuzioni sono state congelate e gli scatti di anzianità sono inferiori a quelli medi di altri lavoratori con pari livelli di istruzione.

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